Charcharodon sp. (Squalo)
Nome scientifico | Charcharodon sp. (Squalo) |
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Classificazione | Chondrichthyes |
Numero inventario | 6040 |
Collezione | vertebrati |
Provenienza | Italia |
Cronologia | Era Cenozoica – Pliocene (da circa 5.3 a 1.8 milioni di anni) |
Ambiente di vita | marino |
scala dei tempi geologici |
Esemplare di dente di Carcharodon, di grosse dimensioni, dal profilo triangolare.
Il reperto mostra solo un lieve danneggiamento nella parte di attacco alla mascella mentre il corpo del dente è sostanzialmente integro ma mal conservato; lo smalto che lo ricopriva è assente sulla faccia frontale del dente mettendo in evidenza la dentina mentre nella parte posteriore si è conservato ma ha perso completamente l'effetto lucido. La punta mostra segni di consunzione, anche se potrebbe trattarsi di frattura dovuta al tempo. La tipica seghettatura laterale è appena visibile su entrambi i lati.
I DENTI DI SQUALO
I denti, oggi comunemente detti di squalo, nel medioevo venivano chiamate glossopetre (dal gr. glà²ssa: lingua) o lingue di pietra a cui si attribuivano proprietà magiche e taumaturgiche. Venivano chiamate in questo modo perché, a causa della forma, si ritenevano lingue di serpente pietrificate, finchè con i primi studi scientifici del 1500 si riconobbero le glossopetre per quello che erano realmente, ossia denti di squaliformi fossili.
I denti degli squali si sono evoluti dalla modificazione dei denticoli dermici (scaglie placoidi) che rivestono la pelle di questi pesci cartilaginei e, fondamentalmente, ne hanno mantenuta la struttura interna. In sezione, è possibile osservare che ogni dente è composto dalla polpa, più internamente, la quale è protetta dalla dentina, che a sua volta è ricoperta dalla vitrodentina; l'intera struttura poggia su di una base ossea. Il dente presenta una radice e una corona. I denti si possono considerare variazioni delle seguenti tre forme base:
a) denti triangolari, ampi, con i margini taglienti (affilati o seghettati), adatti per tagliare pezzi di prede grandi e resistenti, come balene, tartarughe marine e squali; ne sono un esempio i denti dello squalo tigre (Galeocerdo cuvier) e quelli dello squalo bianco (Carcharodon carcharias);
b) denti stretti, lunghi, appuntiti, ricurvi verso l'interno della bocca, adatti per afferrare rapide prede di dimensioni medio-piccole che vengono inghiottite intere; ne sono un esempio i denti dello squalo mako dalle pinne corte (Isurus oxyrinchus), e dello squalo toro (Carcharias taurus);
c) denti appiattiti, disposti a formare una superficie piana resistente, adatta per spezzare le prede dotate di parti molto dure, come i crostacei e i molluschi bivalvi e gasteropodi; ne sono un esempio i denti dei palombi (genere Mustelus).