Le emergenze ambientali in mare. Il caso della M/N "Costa Concordia"
Un’emergenza ambientale in mare si verifica quando un evento, accidentale o messo in atto deliberatamente, determina, in matrici quali organismi, sedimenti, acqua e atmosfera, condizioni tali da minacciare l’integrità degli ecosistemi marini interessati tali da richiedere interventi urgenti per essere fronteggiata.
Il naufragio della nave da crociera “Costa Concordia”, avvenuto il 13 gennaio 2012 presso l’isola del Giglio, ha anche determinato un’emergenza ambientale senza precedenti e suscitato attenzione a livello globale.
Salpata dal porto di Civitavecchia in direzione di Savona, la grande nave, in seguito a una improvvida manovra di avvicinamento alle coste dell’isola del Giglio (il cosiddetto inchino), alle ore 21:45’ urtava a velocità sostenuta uno scoglio delle secche “Le Scole”, a 90 metri dalla costa e 8 metri di profondità. Nell’immediato, l’intervento delle forze messe in campo dalle istituzioni ha riguardato la messa in sicurezza del relitto, curando che la nave non scivolasse su fondali più profondi, che il carburante non fuoriuscisse dal relitto sversandosi in mare e che, nelle decisioni che sarebbero seguite circa la rimozione del relitto e il ripristino dei luoghi, la tutela ambientale e degli ambienti marini in particolare, fosse sempre una priorità.
In questo volume vengono delineate, in particolare, le attività che i ricercatori, i tecnologi e i tecnici dell’ISPRA/SNPA hanno supportato nella gestione dell’emergenza “Concordia” e si evidenziano i controlli ambientali effettuati nonché i pareri e le indicazioni da questi forniti alle istituzioni deputate al coordinamento degli interventi, per ridurre, per quanto possibile, le conseguenze ambientali del naufragio.
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