20 MANIAGO – MONTE ZONCOLAN
Il primo tratto della tappa percorre il margine settentrionale della Pianura Padano-Veneta, lasciando sulla sinistra i rilievi prealpini. Si attraversano gli antichi conoidi alluvionali terrazzati del Torrente Cellina, che scorre a ovest di Maniago, e del Torrente Meduna, entrambi formatisi al loro sbocco in pianura durante l’ultima glaciazione e successivamente incisi dai corsi d’acqua attuali. Le litologie sono prevalentemente ghiaiose. A Sequals la strada costeggia dei rilievi costituiti da conglomerati (conglomerati del Montello).
Dopo il paese di Lestans, si attraversano i depositi prima fluvio-glaciali (prevalentemente ghiaie) e, dopo Ragogna, più tipicamente morenici, legati al ghiacciaio che durante l’ultima glaciazione riempiva la Valle del Tagliamento. Il ritiro del ghiacciaio ha lasciato un ampio anfiteatro morenico che attualmente arriva quasi a Udine. I depositi glaciali sono tagliati dal Fiume Tagliamento, che verso valle presenta un ampio letto e un andamento fortemente anastomizzato. Nei tratti di strada più vicino ai rilievi si costeggiano invece nuovamente i conglomerati del Montello.
L’anfiteatro morenico viene attraversato nel tratto della corsa tra San Daniele del Friuli, conosciuto nel mondo per la produzione dell’omonimo prosciutto crudo DOP, e Buja. Il paesaggio è collinare, con cime arrotondate e pendii a bassa acclività, dal quale emergono localmente rilievi un poco più accentuati, costituiti da conglomerati, arenarie e marne.
Alle spalle dell’anfiteatro morenico si apre un’ampia area pianeggiante, corrispondente ad un altro tratto del Tagliamento. Il fiume ha un ampio letto a rami anastomizzati, con forte trasporto solido, e incide un esteso pianoro costituito da alluvioni ghiaiose terrazzate. In corrispondenza di Osoppo, sono presenti anche dei rilievi conglomeratici.
Attraversato il Tagliamento, la Corsa taglia la piccola struttura calcareo-dolomitica Monte Simeone-Monte Brancon ed entra in Carnia, seguendo nuovamente il fondovalle del Tagliamento nel suo tratto est-ovest, fino all’abitato di Socchieve. Le montagne circostanti la valle sono costituite prevalentemente da dolomie e calcari triassici. I versanti sono acclivi, coperti da boschi e incisi, soprattutto quello settentrionale, da profonde valli a “V” nelle quali scorrono torrenti che vanno a confluire nel Tagliamento. Verso le vette si hanno forme tipiche del modellamento glaciale e depositi morenici a varie altezze.
La tappa prende ora a salire lungo la valle del Torrente Lumiei fino ad Ampezzo, che poggia su un esteso deposito morenico. Inizia il 1° GPM della giornata, lungo una strada a tornanti che sale ripidamente in calcari e dolomie del Triassico fino al Passo del Pura. Si ridiscende poi al Lago di Sauris (o Lago della Maina), creato artificialmente per lo sbarramento del Torrente Lumiei.
Si ricomincia a salire verso l’abitato di Sauris, lungo il versante sinistro dell’omonima valle. Le litologie prevalenti sono date da calcari scuri, arenarie e marne del Triassico e da dolomie e calcari del Permiano (250-260 milioni di anni). A Sauris è presente anche un vasto affioramento di depositi morenici. La morfologia è articolata, con dorsali alternate a vallecole. Si arriva alla Sella Razzo, 2° GPM, in un paesaggio glaciale d’alta quota caratterizzato da forme tipiche quali circhi, soglie, vallecole a “U” e da depositi morenici.
La corsa scende ora velocemente lungo la valle del Torrente Ongara-Pesarina, scavata in prevalenti calcari e dolomie permiano-triassiche e, all’altezza di Prato Carnico, in arenarie permiane (“Arenarie di Val Gardena”). La Val Pesarina, a decorso est-ovest, presenta versanti asimmetrici, con quelli in sinistra idrografici più acclivi rispetto a quelli in destra, che presentano ampie porzioni coperte da depositi morenici, presenti anche nel fondovalle.
Dopo un breve tratto lungo la valle del Torrente Degano, che scorre tra morene e alluvioni ghiaiose anche terrazzate fino ad Ovaro, la tappa ricomincia a salire lungo il versante sinistro, costituito anch’esso da prevalenti calcari e dolomie permiano-triassiche, fino a superare il muro del Monte Zoncolan, 3° GPM e fine della tappa. I calcari, della base del Triassico (circa 250 milioni di anni), presentano anche intercalazioni di peliti rosse.
Approfondimenti:
Vai al Geoportale Servizio Geologico d’Italia
Breve storia geologica d’Italia
http://musei.unipv.it/Mineralogia/classificazioneMinerale.htm
http://www.dolomitipark.it/it/page.php?id=53