5 TARANTO-VIGGIANO
Dalla Puglia alla Basilicata, il Giro si muove tra il mare Jonio e le propaggini dell’Appennino meridionale.
Il tracciato parte da Taranto e costeggia il mare, percorrendo la pianura costiera del Golfo, area morfologicamente caratterizzata dalla presenza di una spiaggia che si sviluppa lungo l'intera porzione litoranea, da un allineamento di dune costiere e da terrazzi marini pianeggianti.
Questi tratti morfologici sono interrotti da NE a SW dai tratti terminali e dalle foci dei Fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, tra loro paralleli e perpendicolari alla linea di costa. In quest'area i corsi dei fiumi hanno andamento meandriforme e le relative pianure alluvionali si fondono con le circostanti aree pianeggianti.
All’altezza del Basento il percorso va verso l’interno, seguendo il fiume dal corso meandriforme e a rami intrecciati, con ampia area di esondazione, tipici elementi di corsi d'acqua con notevoli e repentine variazioni di portata; il tracciato vira poi verso est, attraversando un’area collinare che si estende tra i Fiumi Basento e Bradano, le colline argillose della "Fossa Bradanica" e la fascia dei terrazzi marini.
Questi ultimi sono costituiti da argille nella parte basale, sabbie e conglomerati in quella sommitale che risulta pianeggiante, grazie alla maggiore resistenza all’erosione propria dei terreni rispetto alle argille sottostanti. I diversi ordini di terrazzi marini sono separati da gradini morfologici allineati in direzione parallela alla linea di costa attuale.
Sui versanti argillosi e in particolare su quelli esposti a sud, sono diffusi calanchi e fenomeni di erosione accelerata: l’assetto geologico conferisce ai luoghi un fascino particolare. Gli imponenti sistemi calanchivi mostrano, con suggestivi paesaggi “lunari” gli effetti dell’azione degli agenti meteorici e del ruscellamento superficiale sui sedimenti argillosi. E’ la cosiddetta Fossa Bradanica, ampia depressione di origine tettonica che separa l’Appennino meridionale dal rilievi apulo-garganici, riempita per oltre 3000 m da depositi pliocenici e quaternari.
All’altezza di Scanzano Jonico il percorso dirige all’interno attraverso i fronti collinari, seguendo i fiumi Agri e Sinni, entrambi dal corso meandriforme e a rami intrecciati con vasta area di esondazione, tipici elementi di corsi d'acqua con notevoli e repentine variazioni di portata.
Il paesaggio, da collinare a montuoso, varia dalle colline argillose e i rilievi montuosi carbonatici, attraverso i GPM Murgitelle e Serra San Chirico.
L'area è caratterizzata da colline a morfologia dolce, costituite da litotipi arenaceo - marnosi e strutturate in morbide dorsali ramificate e articolate, crinali convessi e arrotondati e versanti ad acclività medio-bassa, con fenomeni di instabilità e di erosione accelerata. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di formazioni calcaree, piccole creste o picchi meno modellabili, per la loro composizione carbonatica.
La tappa arriva a Viggiano, ai piedi del Monte Sant’Enoc. Le rocce affioranti sono argilliti, marne silicee, calcari con selce, radiolariti. Verso occidente una piccola dorsale orientata in direzione NW-SE con versanti asimmetrici e in particolare con il versante che degrada verso la pianura del Fiume Agri a Sud, da molto acclive a sub-verticale. La porzione orientale è invece costituita da un piccolo anfiteatro vallivo, il cui versante orientale è costituito da una dorsale bordata a Est da un ripido pendio. Verso Sud il Lago del Pertusillo, creato dalla diga sul Fiume Agri.
La Val d’Agri è sito di estrazione petrolifera.
Nelle vicinanze la Riserva Naturale Abetina di Laurenzano e a NW il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane.
Approfondimenti:
Geoportale Servizio Geologico d’Italia
http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/