9 LUGO-SESTOLA
Il Giro corre un primo tratto nella Pianura Padana, formata dalle alluvioni recenti depositate dai corsi d'acqua principali e dai loro affluenti, con zone depresse e ventagli di esondazione nei tratti di area golenale. Nella fascia di rilievi collinari che raccordano l'Appennino Settentrionale e la Pianura, le facies affioranti sono di tipo terrigeno con prevalenti unità marnoso-arenacee, argille e marne, sabbie, conglomerati e lembi della formazione gessoso-solfifera. Da rilevare che nei gessi possono presentarsi forme di erosione carsica – inghiottitoi, grotte, doline – analoghe a quelle dei calcari, che danno vita a paesaggi particolari e per questo tutelati (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, esteso tra Faenza e Imola).
Il reticolo idrografico, assai sviluppato, presenta nel complesso un andamento dendritico irregolare, ed è costituito da alcuni corsi principali subparalleli con direzione SW-NE ad andamento meandriforme e dai loro numerosi affluenti di ordine diverso. La densità di drenaggio è elevata.
I rilievi collinari sono caratterizzati da versanti piuttosto acclivi solcati da numerose valli, talvolta particolarmente incise; alcune di esse si presentano più ampie e sono occupate da piccole pianure alluvionali. L'andamento delle valli è irregolare e evidenziano creste generalmente allungate. Sono evidenti fenomeni di erosione accelerata. Nell'estremità settentrionale dell'unità sono visibili terrazzamenti fluviali, piuttosto evidenti, reincisi dai corsi d'acqua attuali.
L'uso del suolo è prevalentemente agricolo, ad eccezione di alcune zone meno accessibili dove è preponderante la copertura boschiva.
L'antropizzazione è assai elevata: numerosi i centri abitati di modeste dimensioni disseminati in tutto il percorso.
Il Giro è vicinissimo a Bologna e segue il corso del Fiume Panaro verso l’Appennino costeggiando il Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio.
Diffusi i centri termali (Riolo Terme, Castel San Pietro Terme), che sfruttano le acque fossili, cioè fluidi rimasti intrappolati nelle rocce per molto tempo (anche migliaia o milioni di anni), acquisendo per questo un alto contenuto in minerali.
Dalle colline si sale in Appennino, passando nella zona del Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese.
Questa porzione dell’Appennino settentrionale è formata da un sistema di rilievi piuttosto articolato, che raggiunge la quota massima di 2165 m con il Monte Cimone. L'energia del rilievo è elevata. Le litologie affioranti, piuttosto omogenee, sono di tipo terrigeno (montagne terrigene) con prevalenti formazioni arenacee e arenaceo-marnose e lembi di complessi caotici.
Il reticolo idrografico, assai sviluppato, presenta nel complesso un andamento dendritico irregolare. Sono presenti piccoli laghi glaciali alle quote più elevate.
La morfologia è caratterizzata da rilievi montuosi elevati, con versanti molto acclivi che separano creste generalmente allungate, separate da valli piuttosto incise. Le creste più elevate presentano forme erosive tipiche dell'azione glaciale quaternaria. Nei versanti più scoscesi e su alcune creste sono visibili fenomeni di erosione accelerata. Il suolo è coperto prevalentemente da vegetazione boschiva a cui si alternano limitate aree agricole situate nelle fasce pedemontane e sui versanti meno acclivi. Le zone altimetriche più elevate sono coperte da prati di alta quota e piccoli affioramenti di roccia nuda.
I GPM Sant’Antonio e Rocchetta Sandri sono inseriti in quest’area che geograficamente prende il nome di Frignano.
I vini più noti? Albana e Lambrusco. Trebbiano e Sangiovese!
Approfondimenti:
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http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/
Breve storia geologica d’Italia
http://musei.unipv.it/Mineralogia/classificazioneMinerale.htm