Green Economy: Opportunities for Jobs, Growth and Innovation in Europe
Il Direttore Generale dell’ISPRA, Stefano Laporta, nel giorno in cui viene celebrata la Giornata Mondiale dell’Ambiente, ha partecipato alla conferenza internazionale sul tema dell’economia verde, dal titolo Green Economy: Opportunities for Jobs, Growth and Innovation in Europe. Nel corso della conferenza, tenuta a Bruxelles presso la Permanent Representation of the Netherlands, ha dichiarato che “viviamo in un contesto in cui la popolazione globale aumenta a ritmi crescenti (con standard di vita sempre più alti), le risorse naturali diminuiscono rapidamente e i limiti planetari costringono l’umanità a trovare percorsi innovativi per usare le risorse in maniera efficiente, convivere con i limiti del capitale naturale del pianeta, operare trasformazioni fondamentali dei sistemi economici”.
“L’economia ‘verde’ può essere una soluzione a queste sfide, in quanto può generare crescita economica e creare posti di lavoro di qualità”.
“La strada verso la green economy non è agevole, ci sono molti ostacoli e impedimenti, di diversa natura, eppure ci sono molti segnali e indicatori che ci dicono che la strada ormai è avviata". Come esempio, ha citato i dati forniti dal rapporto del 2015 di IRENA, secondo il quale sono quasi 8 milioni i posti di lavoro nel settore delle fonti rinnovabili di energia, il 18 per cento in più rispetto all’anno precedente.
"Un ritorno al 'business as usual' appare sempre più improbabile e insostenibile, in quanto ciò comporterebbe costi per la salute umana, limiti alla crescita e allo sviluppo economico e renderebbe più complicata la resilienza delle società. Inevitabilmente aumenteranno gli stress legati alla carenza idrica, all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, alle alterazioni climatiche, alla perdita di biodiversità".
“Abbiamo bisogno di strategie per procedere verso un’economia e una crescita più verde”.
“La transizione verso la green economy dipende dalla capacità di trovare un accordo globale su una serie di limiti planetari - rispetto, per esempio, al riscaldamento globale, all’inquinamento da azoto, alla perdita di biodiversità e degli ecosistemi, all’uso dell’acqua - che la società globale non deve oltrepassare”.
Il DG di ISPRA ha affermato che “non esiste una ‘taglia unica’, un’unica prescrizione per implementare strategie per una crescita verde in Europa e che queste viceversa devono essere cucite sui caratteri territoriali, pur se inquadrate in un contesto ‘globale’". "In sostanza tali strategie devono considerare le specificità sociali, storiche, culturali, politiche e geografiche delle diverse nazioni. Le storie di successo italiane nel campo della green economy - dall’agricoltura biologica all’eco-design, dai brevetti ottenuti dalla bio-ingegneria alla produzione su larga scala di componenti industriali per aumentare l’efficienza energetica - lo dimostrano”.
“L’innovazione tecnologica deve diventare un fondamento della transizione da un’economia ‘brown’ verso l’economia verde e sostenere il ‘disaccoppiamento’ tra crescita economica e consumo delle risorse naturali. Settori come la biologia sintetica e le geo-ingegneria possono aumentare in maniera significativa l’efficienza di uso delle risorse, aiutare a affrontare le sfide alimentari e di uso del suolo e di mitigazione dei cambiamenti climatici. In Italia abbiamo importantissime e recenti storie di successo in cui l’innovazione tecnologica generata dalle imprese nazionali hanno contribuito a risolvere gravi problemi ambientali e creare occupazione”.
“Tuttavia, spesso l’innovazione tecnologica contiene serie e legittime preoccupazioni sulla bio-sicurezza e sui potenziali impatti sulle varie componenti ambientali”.
“Le agenzie e gli istituti nazionali per la protezione dell’ambiente possono e debbono svolgere un ruolo significativo, da un lato, per sostenere le decisioni politiche a sostegno di una green economy basata sull’innovazione tecnologica; dall’altro lato, per assicurare che i rischi ambientali siano integrati nei processi decisionali (secondo il principio di precauzione) e per valorizzare i benefici e i costi ambientali e integrarli nella contabilizzazione al momento delle decisioni relative agli investimenti finanziari”.
“Un secondo ruolo importante delle agenzie ambientali nella promozione della transizione verde riguarda lo sviluppo di appropriati indicatori e database per evitare che la crescita dell’economia verde sia percepita come ‘lo stesso vino in una bottiglia nuova’ e per dimostrare in maniera trasparente e scientificamente solida che la base produttiva di un paese è usata in maniera sostenibile”.