Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

Cerca

Giornata Mondiale delle Tartarughe

Il 23 maggio si è celebrata in tutto il mondo la giornata delle tartarughe. Forse non tutti sanno che in Italia vivono almeno 8 specie di testuggini e tartarughe, molte a rischio di estinzione.

Per quanto riguarda la terraferma nel nostro Paese vivono la testuggine di Hermann, in stato di conservazione cattivo o inadeguato, la testuggine marginata, presente in Sardegna, Toscana e Lazio a causa di antiche introduzioni, la testuggine greca, presente in Sardegna anche in questo caso a causa di antiche introduzioni. Nei corsi d’acqua troviamo la testuggine palustre europea, minacciata e in calo in tutta Italia, e la testuggine palustre siciliana, con stato di conservazione inadeguato. Entrambe le specie palustri sono gravemente minacciate dal degrado degli habitat e dall’introduzione di specie aliene di testuggini, in particolare quella palustre americana.

Nei nostri mari si possono osservare tre specie: la tartaruga comune, la tartaruga verde e la tartaruga liuto.  La prima è la specie piu comune ed è anche l’unica a nidificare lungo le nostre coste. La tartaruga verde predilige le acque piu calde del Mediterraneo orientale per nidificare e la sua presenza nei mari italiani è solo occasionale. La tartaruga liuto nidifica in Atlantico ed alcuni suoi esemplari, che entrano in Mediterraneo per alimentarsi, si possono occasionalmente osservare anche nei mari italiani.

Le tartarughe marine sono soggette a diverse minacce causate dall’uomo, sia a terra che a mare quali la frequentazione umana dei siti dove la specie depone, noti anche come siti di nidificazione (sia per il disturbo che si può provocare agli esemplari in fase di nidificazione, ma anche per il danno fisico che può essere determinato ai nidi dalla pulizia meccanica delle spiagge ed al disorientamento che l’illuminazione artificiale può provocare nei neonati), la perdita di naturalità delle spiagge, la mortalità dovuta alla cattura accidentale negli attrezzi da pesca o all’intrappolamento, l’ingestione di rifiuti plastici alla deriva e la collisione con i natanti.  

I dati sullo stato di conservazione di tutte queste specie sono riportati nel sito http://www.reportingdirettivahabitat.it, curato da ISPRA. ISPRA ha inoltre pubblicato le linee guida per la riabilitazione e la manipolazione delle tartarughe marine che include anche un’analisi dello stato di conservazione delle 3 specie presenti nel Mediterraneo.