Il capovaccaio, un avvoltoio in volo tra estinzione e conservazione
Un progetto di conservazione, finanziato dall’Unione Europea, per la specie avifaunistica più minacciata d’Italia
Il capovaccaio (Neophron percnopterus) è il più piccolo delle quattro specie di avvoltoi europei (grifone, gipeto ed avvoltoio monaco sono le altre tre) e, senza ombra di dubbio, è anche quella dall’aspetto più singolare e “simpatico”, decisamente lontano dallo stereotipo dell’avvoltoio. ISPRA dal 1° ottobre 2017 al 30 settembre 2023 ha partecipato con i suoi ricercatori al progetto LIFE Egyptian vulture, finanziati dall’Unione Europea, per la conservazione del capovaccaio nel suo areale di origine nel sud Italia.
La Gravina di Laterza è uno dei siti di nidificazione storica del capovaccaio, nonché l'ultimo utilizzato in Puglia (ora la popolazione peninsulare della specie è ridotta a due coppie in Basilicata e una in Calabria). Nelle due gravine di Laterza e di Matera da diversi anni sono stati rilasciati capovaccai nati in cattività presso il CERM, Centro Rapaci Minacciati, per favorire la ripresa della popolazione selvatica. Sui rapaci liberati, sono installati dei trasmettitori GPS (non delle videocamere) che permettono ai ricercatori di seguirne le rotte e ricavare importanti informazioni sulle migrazioni e sui fattori di minaccia che agiscono sulla specie.
Il capovaccaio è protagonista di un fumetto scaricabile gratuitamente, di un breve film d’animazione per i più piccoli e di un documentario.
Percorso di Cloe, una giovane femmina di capovaccaio nata al CERM – Centro Rapaci Minacciati il 27 maggio 2023 e liberata alla Gravina di Matera il 20 agosto. Cloe ha iniziato a migrare verso l’areale di svernamento ubicato nel Sahel il 2 settembre e dopo tre giorni ha raggiunto la Sicilia. Il 23 e 24 settembre ha effettuato la traversata del Mediterraneo, trascorrendo una notte sull’isola di Linosa. Ha attraversati la Libia, l’Algeria, il Mali, il Niger, il Burkina Faso e ora si trova in Ghana.
Giovane capovaccaio a pochi giorni dall’involo (ISPRA/A. Andreotti)
Capovaccaio adulto (ISPRA/A. Andreotti)
Capovaccaio subadulto in una stazione di alimentazione per uccelli necrofagi attivati nel corso del progetto LIFE in Calabria (Foto ISPRA/StOrCal).
Apposizione della strumentazione GPS/GSM presso il CERM Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio (GR) (ISPRA/A. Andreotti).
Giovane capovaccaio prima del rilascio. Sulla zampa destra è visibile l’anello colorato che permette l’identificazione individuale a distanza (ISPRA/A. Andreotti).
Prima della liberazione i giovani capovaccai vengono tenuti in una cassa-nido per alcuni giorni, in modo che possano familiarizzarsi al luogo di rilascio (ISPRA/A. Andreotti).
Cassa-nido utilizzata per il rilascio dei capovaccai. La cassa è dotata di impianto di videosorveglianza alimentato da pannelli solari (ISPRA/A. Andreotti).
Giovani capovaccai nella cassa-nido nei giorni immediatamente precedenti al rilascio in natura (ISPRA/A. Andreotti).
Attività di sorveglianza e monitoraggio da parte del personale ISPRA (ISPRA/A. Andreotti)