Cervus elaphus palmidactylocerus (Cervo)
Nome scientifico | Cervus elaphus palmidactylocerus (Cervo) |
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Classificazione | Mammalia |
Numero inventario | 21956 |
Collezione | vertebrati |
Provenienza | Quarata, Arezzo, Toscana |
Cronologia | Era Quaternaria - Pleistocene superiore (da circa 126 a 11 mila anni) |
Ambiente di vita | continentale |
scala dei tempi geologici |
Palco, impiantato sul cranio, raccolto nel 1936-37 negli affioramenti lignitiferi - argillosi di Quarata, lungo le rive del Chiana, e studiato insieme ad altri reperti da F. Angelelli nel 1983. Il cranio di grandi dimensioni e di forma ovale, anche se in buono stato di conservazione, è mancante della parte facciale, mentre sono ben evidenti i fori sopraorbitari. I palchi sono, invece, in ottimo stato di conservazione, di grandi dimensioni e pressoché completi ad eccezione della estrema porzione palmare del corno sinistro che risulta privo di digitazioni. La specie in questione insieme ad altre specie (Bos primigenius, E. antiquus, ecc.) vivevano in una fase climatica relativamente umida e temperata, preceduta e seguita da momenti di clima più rigido. Il paesaggio vegetale era costituito da boschi a prevalenza caducifogli interrotti da radure e specchi d'acqua.
Palchi (Cervidi)
Le corna rappresentano la caratteristica più singolare ed imponente del cervo; hanno funzioni molto importanti e dopo aver assolto il loro compito, cadono, per essere sostituite da altre più robuste. In caso di morte hanno maggiore probabilità di essere conservate e rivestono una importanza tassonomica per la loro specializzazione che pone in evidenza il grado evolutivo di un determinato gruppo di cervi.
Angelelli F.(1983) ' Studio di resti di cervi quaternari della Toscana conservati nel Museo del Servizio Geologico d'Italia. Boll. Serv. Geol. D'Italia, 102 (1981), Roma