Delphinus delphis Linnaeus, 1758
PHYLUM/CLASSE | Chordata/Mammalia |
ORDINE | Cetartiodactyla |
FAMIGLIA | Delphinidae |
NOME COMUNE | Delfino comune; Short-beaked Common Dolphin |
HABITAT |
Specie pelagica che può trovarsi sia sottocosta sia al largo (anche in gruppi numerosi di 30-50 individui); occasionalmente si può trovare in associazione con la stenella ed il tursiope in particolare durante attività di feeding e di travelling. Si nutre, principalmente, di alici, sardine e cefalopodi tipiche dell’habitat. Per la sua frequente associazione con la stenella ed il suo comportamento il delfino comune può venire spesso confuso con quest’ultima specie e la sua popolazione potrebbe essere sottostimata. |
DISTRIBUZIONE |
Specie cosmopolita in mari temperati, sub-tropicali e tropicali. In Italia è presente nella Regione marina del Mediterraneo Occidentale. In Sicilia la specie viene avvistata principalmente nell’area delle Isole Eolie, dello Stretto di Messina, delle Isole Egadi e delle Isole Pelagie. |
MISURE DI PROTEZIONE |
La specie è inserita nell’ allegato IV della Direttiva Habitat e nell’allegato II della Convenzione di Berna, nell’allegato II del Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona e nell’allegato I e II della Convenzione di Bonn. La specie è inclusa nella Convenzione CITES e nell’Accordo ACCOBAMS.
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MOTIVAZIONI |
La popolazione della specie è sottoposta a diverse pressioni e minacce. In Mediterraneo negli ultimi decenni ha subito un forte declino (circa il 50% negli ultimi 30-45 anni), in particolare nel settore centro-occidentale. |
PRESSIONI E MINACCE |
Le principali pressioni sono costituite dalle catture volontarie ed accidentali con attrezzi da pesca (F02), dal degrado dell’habitat, dal cambiamento climatico (M). In Mediterraneo l’impigliamento (entanglement) in attrezzi da pesca, negli ultimi anni è un fenomeno in riduzione grazie all’entrata in vigore di nuovi regolamenti EU che limitano l’uso di reti derivanti. Una minaccia per la salute della specie è rappresentata dell’alto livello di contaminanti e metalli pesanti nei tessuti. L’incremento delle prospezioni ed estrazioni di petrolio e gas (C02) previste nel breve futuro potrebbero rappresentare una minaccia per la specie. |
Dati rilevati al | 30 maggio 2015 |
Bibliografia | Bearzi G et al.(2003) |
Foto | OceanomareDelphis Onlus |