Evidenza
Alla Presidenza dell'ISPRA confermato il Prefetto Stefano Laporta
Le commissioni Ambiente della Camera e del Senato hanno oggi espresso parere favorevole sulla proposta di nomina n. 97 del Prefetto Stefano Laporta a presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). Stefano Laporta, nato a Lecce, avvocato e Prefetto, già dal 2017 presidente ISPRA e SNPA, dal 2008 è stato prima sub-commissario, poi direttore generale dell’ISPRA. Nel 2016 è stato nominato coordinatore del Comitato consultivo dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN).
Posidonia oceanica: documentario ISPRA fa il punto su 20 anni di trapianti
Così come accade per le foreste sulla terra, anche in mare è possibile recuperare le prateria di Posidonia oceanica danneggiate. Grazie al progetto europeo LIFE SEPOSSO , coordinato dall'ISPRA, è stato realizzato per la prima volta in Italia e nel Mediterraneo un monitoraggio nazionale delle attività di trapianto eseguite negli ultimi 20 anni.
Neanche la pandemia ferma il consumo di suolo. Speciale Roma e Milano
Comune di Roma e città metropolitana di Milano a confronto sul consumo di suolo Tra il 2006 e il 2020 nell’Area Metropolitana di Milano sono stati consumati 2153,2 ettari di territorio, mentre nell’area del Comune di Roma, il consumo di suolo ha riguardato 2023,66 ettari. Si tratta di una differenza di poco meno di 130 ettari quella che separa la capitale d’Italia dall’Area metropolitana di Milano. Sono i dati raccolti dall’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) nell’ambito del progetto europeo Soil4life che vede coinvolti Legambiente, come capofila, CIA, CCIVS, CREA, ERSAF, Politecnico di Milano, Roma Capitale e Zelena ISTRA con l’obiettivo di promuovere l’uso sostenibile del suolo in quanto risorsa strategica e non rinnovabile.
Consumo di suolo: senza interventi costi alle stelle già nel 2030
È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030. Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020 i danni costerebbero cari e non solo in termini economici.
Mari e Alpi alla prova dei cambiamenti climatici
Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente presenta oggi il primo “Rapporto nazionale sugli indicatori di impatto dei cambiamenti climatici”: un quadro nazionale con 20 indicatori e 30 casi pilota regionali per misurare i possibili impatti del climate change.