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Cetacei, traffico marittimo e strumenti di gestione nello Stretto di Gibilterra. Proposte per una convivenza difficile ma non impossibile

L'area transfrontaliera dello Stretto di Gibilterra ospita sette specie protette di cetacei ed è una delle aree marine del mondo più minacciata dall'alta intensità del traffico marittimo.

Seguendo il protocollo della rete del Mediterraneo Fixed Line Transect Mediterranean monitoring Network (FLT Med Net), coordinata da ISPRA, l’associazione Nereide ha analizzato i dati sui cetacei e sul traffico marittimo raccolti a bordo dei traghetti della compagnia Balearia nelle linee Algeciras-Ceuta e Algeciras-Tanger Med, nel 2018 e 2019.

Nel corso dello studio sono stati effettuati 264 avvistamenti che includono tutte le specie presenti nello Stretto e sono stati segnalati 4 eventi di quasi collisione che hanno coinvolto i globicefali, le balenottere comuni e i capodogli. Tramite il lavoro svolto è stato possibile identificare le aree di alto rischio, sovrapponendo le aree di maggiore abbondanza dei cetacei con quelle di più alto traffico. Inoltre, i risultati mostrano che le attività di pesca possono essere particolarmente di impatto per i delfini comuni, le stenelle e i tursiopi, mentre le imbarcazioni della marina mercantile possono minacciare le specie più grandi, come capodogli e balenottere.

Il gruppo di ricercatrici propone:

  • la designazione di un'area protetta nello Stretto con carattere internazionale e stagionale che includa in alcune zone la riduzione permanente della velocità (velocità massima di 13 nodi),
  • la formazione di un microsantuario, anch'esso con carattere temporale che protegga in particolare le stagioni con maggiore presenza di delfini, nella baia tra Algeciras e Gibilterra.

Lo Stretto di Gibilterra è un'area importante per i mammiferi marini ed urge una politica di gestione integrata dello spazio marittimo transfrontaliera basata sulle evidenze scientifiche. Grazie al monitoraggio dell’associazione Nereide del FLT Med Net, usando i traghetti come piattaforme di ricerca, è stato possibile formulare delle proposte concrete per ridurre la pressione antropica del traffico e proteggere i cetacei dello Stretto sviluppando una convivenza più armonica fra animali e attività umane.

Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Aquatic Conservation: Marine and Freshwater Ecosystems ed è disponibile on line: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/aqc.4066

Per ulteriori informazioni contattare Alessia Scuderi (alessia.scuderi1@gmail.com) e Antonella Arcangeli (antonella.arcangeli@isprambiente.it).