Istituto Superiore per la Protezione
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FAQ

D1.. Relativamente ai percorsi di esposizione relativi alla migrazione di sostanze volatili in atmosfera da "suolo superficiale", come "profondità della zona di contaminazione" cosa si intende?

R1 Lo spessore del suolo superficiale è inteso da 0 a 100 cm (Rif. ASTM 1739-95). La profondità è quella tra l'inizio della presenza di contaminazione e il piano campagna. Ai fini dell'emissione di vapori, la profondità della zona contaminata è posta di default pari a 50 cm, ossia al centro dell'intervallo.

 

D2. Se il terreno è inquinato solo a profondità maggiore di 100 cm, per ignorare il percorso "Vapori all'aperto dal suolo superficiale" bisogna porre la "profondità della zona di contaminazione" uguale a zero?

R2. Se dalla schermata iniziale si attribuisce la contaminazione soltanto al "suolo profondo", il programma calcola comunque come nullo il rischio da suolo superficiale anche se, nella definizione del modello concettuale di esposizione, non viene deselezionato il percorso "Vapori all'aperto da suolo superficiale". Non occorre fare altro.

 

D3. Nel percorso di esposizione "Inalazione di vapori indoor" come si può tener conto di un caso di contaminazione adiacente ad un piano interrato? Si può considerare il flusso di vapori che entrano lateralmente nell'edificio?

R3. Il modello di volatilizzazione indoor presuppone che non vi sia una direzione preferenziale di flusso di massa di contaminante, in quanto il meccanismo prevalente è rappresentato dalla diffusione che si ha unicamente per effetto del gradiente di concentrazione. Solo all'interno dell'edificio si ha miscelazione con il flusso d'aria incipiente rappresentato dal fattore ER (ossia il "tasso di ricambio d'aria") e dunque la direzione diventa quella orizzontale. Viceversa dal suolo all'edificio si ha diffusione della contaminazione in tutte le direzioni. Infatti consultando attentamente il manuale operativo di ROME ci si rende conto, esaminando le espressioni del "fattore di volatilizzazione per esposizione indoor", che i parametri relativi alla "larghezza delle fratture" (Lcrack) e allla "percentuale di fratture presenti" (?) sono riferite non solo alle fondazioni ma anche alle pareti per cui si presuppone che la contaminazione possa anche essere affiancata a pareti interrate.

 

D4. Nell'equazione del "coefficiente di diffusione effettiva nella frangia capillare" il termine "theta T" posto a denominatore è la porosità totale nella frangia capillare o nel non saturo?

R4. Il termine "theta T" è relativo alla porosità totale del suolo. Questo parametro si applica alla zona non satura.

 

D5. Nel percorso di esposizione relativo alla "Migrazione della fase dissolta in falda" i parametri "lunghezza e larghezza della sorgente" sono le dimensioni del plume di contaminazione?

R5. I parametri "lunghezza e larghezza della sorgente" si riferiscono alle dimensioni della sorgente nell'insaturo, quindi al di sopra della falda. La "lunghezza" si riferisce all'estensione della contaminazione parallelamente al flusso di falda, mentre la "larghezza" si riferisce all'estensione della contaminazione ortogonalmente alla direzione del flusso. Si ipotizza quindi una sorgente di tipo rettangolare.

 

D6. Cosa si intende per "spessore acquifero contaminato dalla fase dissolta"? Va inserito come dato di input o, lasciando in bianco il campo, viene calcolato automaticamente a partire dalle proprietà idrogeologiche e idrologiche del sito?

R6. Il parametro "spessore acquifero contaminato dalla fase dissolta" rappresenta lo spessore della zona di miscelazione in falda. Il valore di default utilizzato è di 2,5m. Viene proposta, sia nel manuale che nella schermata relativa alle equazioni utilizzate nel percorso "Migrazione della fase dissolta in falda", una formula per il calcolo di tale parametro (DoE, 1994) a partire dai valori dei parametri idrogeologici ed idrologici del sito (conducibilità idraulica, gradiente idraulico, spessore dell'acquifero, infiltrazione efficace, lunghezza della sorgente parallela al flusso di falda). Tale formula non è utilizzata in automatico dal software ma può essere utile per calcolare questo parametro ed inserirlo in input in un'analisi sito specifica di (livello 2) qualora non si avessero misurazioni sul campo e non si utilizzassero i valori di default.

 

D7. Cosa si intende per "spessore di acquifero contaminato dal prodotto libero"? Visto che il prodotto libero galleggia, si intende la zona di variazione del livello della falda?

R7. È lo spessore dell'acquifero interessato da un certo quantitativo di prodotto che passa in soluzione per una questione di equilibrio chimico dovuto al contatto del prodotto con l'acqua. Il valore  di default è pari ad 1 m (inferiore allo spessore dell'acquifero contaminato dalla fase dissolta lisciviata dal suolo, che è pari a 2,5 m di default, in quanto in questo caso si tiene conto dell'effetto di diluizione dovuto all'infiltrazione delle acque piovane).

 

D8. Tra i "parametri della zona satura"  nel manuale di ROME è presente il parametro "lunghezza zona con prodotto" , tuttavia quest'ultimo non è presente nel programma applicativo precisamente nella schermata "Riepilogo parametri/caratteristiche del sito" cosa significa?

R8. La dimensione della sorgente "prodotto libero" in galleggiamento sulla falda entra nel calcolo dell'esposizione per "Inalazione vapori outdoor" generati dal prodotto stesso. Questa formula è disponibile sia nel manuale chi nel software nella schermata del modello concettuale. Il parametro che in realtà è considerato nell'equazione è solo la "larghezza della zona con prodotto" posta pari alla "larghezza della sorgente nella direzione del vento". Pertanto il parametro "lunghezza zona con prodotto" , pur riportato nel "Riepilogo parametri/caratteristiche del sito" , non dovrebbe essere utilizzato dal programma.

 

D9. All'interno della formula di Domenico, utilizzata per modellare il "trasporto laterale in falda", compare la costante di degradazione "lambda". Tuttavia all'interno del database dei parametri chimico-fisici di default dei contaminanti utilizzato da ROME tale parametro non è presente. Come mai?

R9. Il software non considera, tra i fenomeni di attenuazione in falda, i processi di degradazione chimica e biologica cui possono essere soggetti i contaminanti nel loro percorso all'interno dell'acquifero. Per questo viene utilizzato come default nel calcolo un valore di "lambda" tendente a zero. Questo conduce certamente a stime cautelative del rischio anche perché, se si osserva attentamente l'equazione di Domenico, ciò comporta che il primo termine di tale formula tende all'unità, eliminando di conseguenza anche l'effetto di attenuazione della dispersione longitudinale (prevalente nel flusso di massa rispetto a quella trasversale e verticale). Per ottenere quindi valori di rischio più realistici, che tengano conto di entrambi i fenomeni (soprattutto per inquinanti poco persistenti e relativamente solubili) occorrerebbe quindi aggiornare il database ed inserire valori di default opportunamente referenziati per tale parametro.

 

D10.. Nel caso in cui si ritrova in sito una concentrazione superiore al "limite di saturazione nel suolo" come si comporta il software ROME?

R10. La  "concentrazione di saturazione" è legata al potere adsorbente del terreno e, nel caso di contanti organici, in modo particolare al suo contenuto di sostanza organica. Essa rappresenta, infatti, il limite oltre il quale il contaminante satura i siti attivi presenti nel terreno, l'acqua interstiziale e l'aria interstiziale e dunque può essere presente solo in forma di prodotto liquido (NAPL) o solido a seconda della sua natura. Se dunque il contaminante è presente in fase di prodotto libero all'interno della zona insatura, per il percorso di "lisciviazione verso le acque sotterranee o superficiali e/o di migrazione in aria", ciò non aggiunge ulteriori componenti al calcolo del rischio in quanto la massa di contaminante che può raggiungere la falda e/o volatilizzare in atmosfera è quella rispettivamente contenuta nell'acqua e nell'aria interstiziale. Tuttavia, nel caso si registrano concentrazioni in input superiori "al limite di saturazione nel suolo" , ci si trova in presenza di due fasi differenti, una costituita dal prodotto libero e l'altra presente nelle tre fasi del terreno ed occorre pertanto nella procedura di "stima del rischio" (forward) immettere come dato in ingresso la "concentrazione di saturazione" ed attivare poi il percorso relativo alla "presenza di prodotto libero". Il software purtroppo non segnala tale situazione e, nel caso in cui si immettessero concentrazioni superiori a quella di saturazione calcola il rischio in maniera proporzionale alla concentrazione in ingresso (il che sarebbe un errore). Nella "stima dei livelli di bonifica" (backward) si prevede, invece, il confronto dell'obiettivo di qualità del suolo con il limite fisico rappresentato dalla concentrazione di saturazione, ciò vuol dire che, nel caso in cui esso venga superato, per il relativo percorso di migrazione, anche il massimo livello di concentrazione fisicamente possibile per il suolo non pone rischi per la salute umana. Tale situazione è infatti segnalata dal software.
Sarebbe opportuno, quindi, in una futura versione di ROME prevedere una segnalazione all'utente qualora immettesse in input concentrazioni superiori a quella di saturazione.

 

D11. Cosa si intende per "valori surrogati" per la falda?

R11. Per quanto riguarda i "valori surrogati" per la falda, questi si riferiscono a sostanze non normate. Sarebbe pertanto interessante sapere da dove il legislatore prende i valori obiettivo di bonifica, se non sono presenti in nessuna norma. In ogni caso questo dato, come gli altri 'default', può essere personalizzati intervenendo sul file access rome.mdb. Per ogni contaminante, questa concentrazione (mg/l) deriva dal criterio di accettabilità del rischio sanitario considerando l'ingestione giornaliera di 2 l di acqua da parte di un adulto e per una durata pari a quella prevista dalla destinazione d'uso residenziale. Il criterio di accettabilità del rischio è porre l' "Hazard Index" pari all'unità.

 


D12. I valori di output per le acque superficiali sono veramente le concentrazioni delle acque superficiali al punto di conformita' o c'e' qualche fattore per occorre dividere o moltiplicare?

R12. Nel calcolo del rischio per le acque superficiali (analisi forward), ROME stima il rapporto tra la concentrazione attesa nelle acque superficiali e le concentrazioni limite in vigore del D.Lgs.152/99 richiamati anche dal DM 471/99. Il risultato è pertanto, un rapporto presentato come output in termini numerici nella funzione "dettagli". Nel calcolo dell'obiettivo della bonifica (analisi backward), ROME non calcola l'obiettivo per le acque superficiali,che, nel punto di conformità è dato per scontato essere quello della 152/99, ma l'obiettivo di bonifica, in termini di concentrazione accettabile, per suolo, falda ed eluato, tale che la concentrazione nelle acque superficiali sia accettabile, ossia uguale al limite di legge.

 

D13. Come si comporta il software ROME riguardo all'additività degli effetti tossici e cancerogeni per i contaminanti indice?

R13. Per quanto riguarda gli effetti cancerogeni, il software somma i rischi calcolati per tutte le sostanze considerate. Per gli effetti tossici, i rischi sono sommati solo nel caso in cui l'organo bersaglio sia lo stesso.

 

D14. Come sono stati calcolati i LAG dell'acqua (mg/l) e di conseguenza i LAG del suolo (mg/Kg)?

R14. I LAG per il suolo a protezione dell'uomo che si vedono nel database Access, sono stati calcolati effettuando un'analisi di rischio con i valori di default, applicando concentrazioni elevate in modo tale da avere per tutti i composti, i risultati degli obiettivi di bonifica; il LAG del suolo a protezione della falda è l'obiettivo di bonifica per il suolo a protezione delle risorse idriche sotterranee (in genere più basso come valore rispetto a quelli a protezione per l'uomo). Il LAG per l'acqua, non è stato calcolato, ma è stato tenuto conto del limite del 471.

 

D15. Qual è la corretta procedura per inserire nuovi contaminanti all'interno del software?

R15. In primo luogo devono essere inseriti i parametri chimico-fisici e tossicologici delle sostanze, nel database di Access. In secondo luogo vanno calcolati i LAG per il suolo e per la risorsa idrica.

 

D16. La versione ROME 2.1 è compatibile con le versioni precedenti?

R16. No, è importante effettuare la disinstallazione della versione precedente.

 

D17. E' possibile mentre è aperto il programma ROME, visualizzare altri programmi aperti?

R17. ROME, come del resto altri software, nasconde la barra delle applicazioni quando è aperto. Questo non vuol dire che è necessario chiuderlo per visualizzare altri programmi/cartelle eventualmente aperti. Per visualizzare le altre finestre aperte è sufficiente utilizzare la combinazione di tasti ALT+TAB. Tenendo premuto ALT e premendo una volta TAB, si scorre di uno spazio tra le applicazioni e cosi via fino ad arrivare all'applicazione desiderata, di seguito si lascia il tasto ALT quando si arriva all'applicazione desiderata.

 

D18. E' possibile mentre è aperto il programma ROME, visualizzare il desktop?

R18. Sì, per visualizzare il desktop, è sufficiente 1) premere nella tastiera il tasto di windows (posizionato tra CTRL e ALT in basso a sinistra nella tastiera), 2) cliccare nella barra delle applicazioni, l'icona "mostra desktop", che è presente di default in Windows.

 

D19. Il software ROME è compatibile con altri programmi contemporaneamente in esecuzione?

R19. Allo stato attuale, non sono state riscontrate incompatibilità con altri programmi. Ci possono essere alcuni problemi se il file .mdb che viene chiesto in input quando si apre il programma, è utilizzato contemporaneamente da un altro programma (ad esempio Microsoft Access).

 

D20. Come si può esportare una tabella di ROME? Che formati di output sono disponibili? Si può spedire per posta elettronica una tabella? Che procedura si deve seguire?

R20. Una tabella di ROME, può essere esportata nei seguenti formati:

Crystal Reports (.rpt)
Excel 2.1 (.xls)
Excel 3.0 (.xls)
Excel 4.0 (.xls)
Excel 5.0 (.xls)
Excel 5.0 (extended) (.xls)
Excel 7.0 (.xls)
Excel 7.0 (extended) (.xls)
Excel 8.0 (.xls)
Excel 8.0 (extended) (.xls)
HTML 3.0 (draft standard) (.htm)
HTML 3.2 (extended) (.htm)
HTML 3.2 (standard) (.htm)
Lotus 1-2-3 (.wk1)
Lotus 1-2-3 (.wk3)
Lotus 1-2-3 (.wks)
ODBC (Database Access) (.mdb)
ODBC (Visual FoxPro)  (.dbc or free table)
ODBC (file di Database)
ODBC (file di Database - Word)
ODBC (file di FoxPro - Word)
ODBC (file di Database - Excel)
ODBC (tabelle di Visual FoxPro)
Paginated text (.txt)
Record style (column of values) (.rec)
Rich Text format (.rtf)
Tab-separated text (.ttx)
Tab-separated value (.tsv)
Text (.txt)
Word for Windows (.doc)

La procedura è la seguente:
1. Aprire la tabella di interesse.
2. Cliccare su "Stampa" che in genere è nel bordo sinistro della videata.
3. Selezionare l'icona con la busta, subito a sinistra della percentuale del foglio. Si apre la finestra "Export" del programma con due caselle di riepilogo, la prima con "Format" e la seconda con "Destination".
4. Per prima cosa, selezionate nella casella format il formato del file specificato, scegliendo uno fra i formati elencati nella tabella di cui sopra.
5. Per seconda cosa, selezionare nella casella "Destination" una delle seguenti voci:
a. "Application", se si vuol visualizzare i dati ad un'applicazione aperta (che deve essere predefinita per quel tipo di file).
b. "Disk File", se si vuol salvare i dati, nel formato sopra specificato. Viene poi richiesto un percorso di salvataggio.
c. "Lotus Notes Database", se si vuol spedire il pacchetto ad un database della piattaforma software Lotus Notes.
d. "Microsoft Mail", se si vuol spedire il file di output, attraverso la posta elettronica.

 

D21. Per stampare una videata di Rome?

R21. Per stampare come immagine vedi il paragrafo 2.6 del manuale.

 

D22. Come è possibile salvare i dati di un progetto ROME, (ad es. ROME non funziona), senza passare attraverso l'applicazione?

R22. Ci sono 2 possibilità:
· Intervenire direttamente sul file .mdb di Microsoft Access.
· Importare in Microsoft Excel i dati di ROME presenti nel file .mdb di Microsoft Access sotto forma di query.
La procedura in questo caso è la seguente:
1. Aprire una nuova cartella in Microsoft Excel.
2. Dal menu Dati, scegliere l'opzione "Carica dati esterni" e nel sottomenu, selezionare "Nuova query su database".
3. Nella finestra "Scegli origine dati", scegliere "Database di Microsoft Access?" e cliccare su OK.
4. Nella finestra "Seleziona database", nel menù a tendina "Cartelle", selezionare il percorso di installazione del ROME, che di default è "C:\Programmi\Rome\database\".
5. Nel menù a tendina, selezionare il file .mdb di interesse, quindi cliccare su OK.
6. Nella finestra "Creazione guidata Query - Scegli colonne", dal menù a tendina "Tabelle e colonne disponibili", selezionare la query di interesse (ad. esempio "Caratteristiche Sito"), cliccare sulla freccia a destra ">".
7. Nel menù a tendina "Colonne nella Query", verranno visualizzati tutti i campi presenti nella query di interesse. (Es. TerrenoSup, TerrenoProf, Falda, ProdottoLiibero, ConcSuolo…. Etc.) E' possibile eliminare i campi che non interessano, selezionandoli e cliccando sulla freccia a sinistra "<". Se si vogliono eliminare tutti, basta cliccare sulla doppia freccia a sinistra "<<".
8. Una volta selezionati i campi da esportare in Excel, cliccare su "Avanti".
9. Nella finestra "Creazione guidata Query - Filtra Dati" è possibile filtrare i dati per individuare quali righe del campo sono da inserire nel file di Excel.
10. Una volta effettuata l'operazione cliccare su "Avanti".
11. Nella finestra "Creazione guidata Query - Ordina" è possibile ordinare le colonne.
12. Una volta effettuata l'operazione cliccare su "Avanti".
13. Nella finestra "Creazione guidata Query - Termina" si deve selezionare l'opzione "Restituisci dati a Microsoft Excel", quindi cliccare su "Fine".
14. Nella finestra "Restituzione dati esterni", selezionare il punto nel foglio di lavoro, dove si vuole che si restituiscano i dati, poi cliccare OK.