Istituto Superiore per la Protezione
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Terebratula sp.

10cm
Nome scientifico Terebratula sp.
Classificazione Brachiopoda
Numero inventario 21570
Collezione generale
Provenienza Italia
Cronologia Era Cenozoica – Miocene medio (circa 15milioni di anni)
Ambiente di vita marino
scala dei tempi geologici

Questo esemplare appartiene alla Collezione Didattica Invertebrati ed è costituto da due valve ben saldate riempite nella parte interna dal sedimento. Si distingue una grossa valva provvista all'estremità  posteriore di un umbone ricurvo e perforato e una valva dorsale meno sviluppata. L'insieme assomiglia ad un'antica lampada ad olio, da qui il nome di '€œconchiglia lampada'€ assegnato dagli anglosassoni al genere Terebratula. Terebratula, oggi estinta, è vissuta dal Miocene al Pliocene e ha dato il nome all'intero Ordine Terebratulida, il quale ha una distribuzione stratigrafica che va dal Devoniano (era Paleozoica) ad oggi.

BRACHIOPODI

I brachiopodi fanno parte della "Collezione Vinassa de Regny". Nella raccolta sono compresi i brachiopodi ordoviciani provenienti da alcuni giacimenti della Sardegna meridionale. La collezione è stata arricchita negli ultimi anni nel corso delle varie missioni volte al completamento della collezione e per una revisione scientifica pubblicata nel Bollettino del Servizio Geologico d'Italia. Complessivamente si compone di circa 400 esemplari ripartiti in 19 famiglie, 25 generi e 30 specie

Brachiopodi
Invertebrati marini comparsi sulla Terra nel periodo Cambriano e tutt’ora esistenti. Sono costituiti da due valve diverse: una ventrale o peduncolare ed un’altra dorsale o brachiale generalmente più piccola, essendo simmetrici secondo un piano perpendicolare al piano di commessura delle valve.
Sono animali bentonici, sessili, fissati al substrato per mezzo del peduncolo, che fuoriesce da un foro detto foramen, di solito corto che ha inoltre una funzione di sostegno; a volte il fissaggio avviene per cementazione della valva ventrale.
I Brachiopodi attuali prediligono acque basse, fredde e temperate della piattaforma continentale (zona sublitorale) fino a poche centinaia di metri di profondità; quest’ultima aumenta nelle zone tropicali e subtropicali fino a profondità abissali.
Si nutrono di elementi in sospensione (diatomee e dinoflagellati); non sopportano abbassamenti della salinità rispetto a quella normale del mare, ad eccezione dei Lingulida che riescono, per brevi periodi, a sopravvivere in acque salmastre e/o dolci.
Nelle forme fossili vi sono rappresentate specie epiplanctoniche e, raramente, nectobentoniche.
I Brachiopodi attuali sono scarsi e poco importanti dal punto di vista ecologico.