Al via uno studio congiunto per l'utilizzo di cavi sottomarini per l'allerta dei maremoti
L’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione del Ministero dello Sviluppo Economico, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’ISPRA hanno sottoscritto in questi giorni un accordo di cooperazione e partenariato per svolgere congiuntamente attività tecnico-scientifiche finalizzate all’impiego di cavi sottomarini per il Sistema di allerta nazionale per i maremoti (SIAM) generati da sisma, istituto dalla Direttiva PCM del 17 febbraio 2017.
La collaborazione avviata tra i tre enti si espliciterà tramite la costituzione di un tavolo tecnico cui parteciperanno anche i gestori delle reti dei cavi sottomarini per telecomunicazioni, per verificare la fattibilità operativa di un primo sistema di monitoraggio e di allerta in grado di far pervenire al SIAM avvisi di possibili maremoti dalle infrastrutture posate sui fondali prevalentemente per il funzionamento della rete globale Internet.
Il progetto congiunto prenderà in considerazione anche il possibile riuso di cavi sottomarini abbandonati e i requisiti tecnico-scientifici per il preavviso di possibili calamità naturali delle infrastrutture che saranno posizionate in futuro per le telecomunicazioni.
Attualmente il sistema di preavviso di possibili disastri causati dall’innalzamento del mare provocato da eventi sismici si basa su sonde galleggianti, su navi impiegate per questo specifico scopo e su osservazioni satellitari, metodi che, offrendo un rilevamento possibile solo sulla superficie del mare, sono ritenuti meno efficienti di sensori posizionati direttamente sul fondo marino.
L’accordo di collaborazione in essere si situa, a livello nazionale, sulla scia degli studi già in corso in Giappone a seguito del disastroso evento di Fukushima e in linea con le attività di un gruppo di lavoro costituito sullo stesso argomento tra l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, l’Unione Internazionale per le Telecomunicazioni e la Commissione Intergovernativa Oceanografica dell’UNESCO.