Istituto Superiore per la Protezione
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Costa Concordia, il punto sulle operazioni

 

Img12 aprile

Le operazioni di recupero degli idrocarburi a bordo della Costa Concordia si sono concluse. Da un punto di vista ambientale il carburante e gli oli lubrificanti sono le sostanze potenzialmente inquinanti che destano maggiore preoccupazione per i seguenti motivi: determinano effetti estremamente dannosi per gli ecosistemi marini qualora sversati in mare; le quantità iniziali sono molto elevate (circa 2.200 m3); il relitto si trova in un’area dall’elevata valenza ambientale.

Anche se si intende rimuovere l’intero relitto da dove si trova, l’operazione di debunkering è apparsa da subito una priorità anche perché tuttora non vi è l’assoluta certezza della sua stabilità: la nave è infatti poggiata in modo precario su due spuntoni di roccia che impediscono il suo affondamento su fondali ben più profondi a batimetrie di circa 90 metri. Inoltre, le operazioni di recupero della nave potrebbero determinare delle rotture dello scafo non volute che determinerebbero il trafilamento degli inquinanti.
I seguenti dati riepilogano le quantità di idrocarburi recuperati comunicate dalla SMIT Salvage, incaricata di condurre l’operazione:

  • Quantità totali stimate a bordo: 2.280 m3;
  • Quantità totali rimosse: 2.036,5 m3;
  • Quantità totali “impompabili”: 163 m3;
  • Quantità recuperate a mare: 6 m3.

Si evidenzia, quindi, che al termini dell’operazione rimangono a bordo 163 m3 dichiarati “impompabili” sostanzialmente perché:

  • L’inclinazione della nave rende irraggiungibili alcuni accumuli;
  • Alcune cisterne non sono raggiungibili dall’esterno;
  • Per ciascuna cisterna piccole quantità di idrocarburi rimangono adese alle pareti.

In termini generali l’operazione è da considerarsi conclusa con successo, la tecnologia impiegata è la migliore disponibile a livello mondiale. Purtuttavia, l’attenzione deve rimanere alta perché la nave rimane una potenziale sorgente di inquinamento per i residui di olio rimasti ma anche per altre sostanze che rimangono a bordo (vernici, materiale organico in decomposizione, batterie, ecc.). Il potenziale danno ambientale potrà essere ridotto a zero solo attraverso la rimozione della nave.