Condividere il sapere scientifico sull’oceano per incrementare l’Economia Blu
Dieci progetti europei di ricerca e innovazione condividono alcune raccomandazioni sui sistemi osservativi delle variabili oceaniche per la gestione sostenibile dell’oceano
Sotto la guida del progetto H2020 EuroSea, di cui è partner anche l’ISPRA, il gruppo di dieci innovativi progetti europei (EuroSea, AtlantECo, Blue-Cloud, Eu-Atlas, Eurofleets+, iAtlantic, JericoS3, Mission Atlantic, Nautilos, ODYSSEA), focalizzati su sistemi di osservazione marina utili a fornire un più robusto supporto tecnico-scientifico allo sviluppo dell’economia che utilizza le risorse fornite da mari e oceani, ha pubblicato un documento congiunto che elenca alcune raccomandazioni per il futuro dei sistemi di osservazione marina indispensabili per la gestione sostenibile dell’oceano.
Questa collaborazione tra progetti europei di ricerca e innovazione è supportata dall’iniziativa della Commissione europea denominata “EU Horizon Results Booster”, che promuove i risultati ottenuti dai progetti finanziati dal programma europeo di ricerca e innovazione, e consente a questo gruppo di progetti di aumentare il loro impatto sociale. Queste raccomandazioni di natura strategica sono state presentate ufficialmente ad alcuni rappresentanti degli organi dell’Unione europea con il Policy Brief intitolato “Nourishing Blue Economy and Sharing Ocean Knowledge. Ocean Information for Sustainable Management”.
Qui di seguito il sunto delle raccomandazioni:
- Creare un quadro politico europeo per il finanziamento a lungo termine delle osservazioni oceanografiche; per comprendere tutte le variabili oceaniche, verificarne i possibili cambiamenti, le loro implicazioni dal punto di vista ecologico e il possibile impatto sull’umanità, sono necessarie osservazioni continue e migliori conoscenze dal punto di vista biologico. I meccanismi di osservazione e fornitura dei dati dovrebbero essere considerati delle infrastrutture di ricerca che richiedono finanziamenti adeguati e duraturi. La soluzione ideale sarebbe una direttiva quadro sulle osservazioni oceaniche in grado di garantire un duraturo sostegno e un migliore coordinamento in Europa di quanto viene finora fatto per fornire le osservazioni e le informazioni sull’oceano.
- Sostenere la creazione di nuove professionalità nelle prossime generazioni; la crescente Economia Blu avrà bisogno di professionalità sempre maggiori e più qualificate, tanto più che anche la trasformazione digitale nel settore marino richiederà nuove conoscenze e competenze. Programmi di formazione per ricercatori che siano orientati verso tali strategie hanno bisogno di essere adeguatamente sostenuti. La prossima generazione di nuovi addetti nei diversi settori dell’economia blu dovrebbe poter contare anche su sforzi aggiuntivi per aumentare la partecipazione dei paesi meno dotati di risorse, per aumentare la componente femminile, per incoraggiare i giovani, diffondere buone pratiche scientifiche, facilitare lo scambio di personale e attrarre nuovi possibili utenti di tali infrastrutture. Ciò aumenterà l’occupazione sia nel settore accademico che in quello dell’industria marina.
- Trasformare i dati in conoscenza investendo in sistemi di osservazione informativi e tecnologici; la combinazione di diverse tecnologie che raccolgono differenti tipi di dati consentirà di colmare le lacune nella conoscenza e nella comprensione delle dinamiche del settore blu in termini di ecologia, biodiversità, sensibilità al cambiamento climatico e anche di possibilità di sviluppare in modo sostenibile le risorse dell’oceano. E’ dunque cruciale sviluppare nuove tecnologie che consentano lo studio e l’analisi in maggior dettaglio dell’oceano, come, ad esempio, l’integrazione di sensori marini modulari a basso costo negli esistenti sistemi di osservazione terrestre, la promozione dell’Internet delle Cose, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e di strumenti di Machine Learning e la promozione dell’European High Performance Computing che mette in rilievo principalmente il data storage in cloud.
- Definire standard globali e pratiche di interoperabilità; la comunità degli oceanografi sta già sviluppando la standardizzazione e l’interoperabilità dei dati, ma serve una maggiore formalizzazione di tali attività. Ciò aumenterà il livello qualitativo dei dati e assicurerà un uso più efficace e sostenibile dei dati e delle informazioni sull’oceano. E’ infatti necessario un approccio sistemico verso l’interoperabilità, e anche una politica condivisa e interdisciplinare sui meta-data. Non importa dove si inseriscono i dati da raccogliere, ma conta poterne moltiplicare l’impatto a livello globale, mantenendo traccia della loro provenienza.
- Rafforzare la Citizen Science per acquisire contributi di politica, equo accesso, democratizzazione, dati critici; la partecipazione dei cittadini nel processo decisionale dovrebbe essere considerato un modo di rendere la politica più trasparente e accessibile. Sostenendo attivamente le iniziative di citizen science, i decisori politici promuovono l’apprendimento scientifico e trovano il modo di far appello ai cittadini che vogliono spontaneamente contribuire al bene di tutti. In definitiva, la scienza delle osservazioni marine viene resa più democratica e si crea così un nuovo concetto di sistema osservativo autoguidato, sostenibile ed efficiente nei costi. E’ necessario anche attivare dei meccanismi per fornire un feedback ai cittadini, i quali devono essere dotati di sistemi di raccolta, caricamento e scarico dei dati che siano facili da usare.