La contaminazione da nitrati delle acque : applicazione di un modello isotopico nelle regioni del Bacino del Po, della Pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia
Roma, 28 gennaio 2015
Sulla base di quanto previsto nell’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011 è stata siglata nella primavera del 2012 la Convenzione MIPAAF–ISPRA, finalizzata ad affinare il livello conoscitivo circa l’origine del contenuto dei nitrati nelle acque sotterranee e superficiali presenti nelle Regioni del bacino del Po, della pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia.
L’approccio adottato nell’ambito della Convenzione MIPAAF-ISPRA ha preso come riferimento indicatori di tipo parametrico, caratterizzati da un numero limitato di dati d’ingresso reperibili in modo omogeneo anche su vaste porzioni di territorio, e l’uso di indagini isotopiche per quantificare sperimentalmente i contributi delle diverse sorgenti in aree interessate da sorgenti multiple ai punti di monitoraggio delle reti osservative di riferimento per il sistema nazionale, SINTAI, e per quello europeo, EioNet.
Nella prima fase della Convenzione, ISPRA con le cinque Regioni coinvolte, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha sviluppato un indice HI a scala comunale basato sull’assegnazione di punteggi alle sorgenti, al carico totale di azoto ed alle caratteristiche sito-specifiche legate a parametri climatici, pedologici, idrogeologici , antropici e satellitari con l’utilizzo dello strato ad alta risoluzione Imperviousness Degrees del servizio di land monitoring prodotto nell’ambito del programma Copernicus. Tale indice HI rappresenta la pericolosità di contaminazione potenziale delle acque sotterrane attraverso il suolo, ed i processi fisici, chimici e biologici in esso attivi, per la presenza e l’uso di nitrati alla superficie del suolo stesso, cioè al piano di campagna.
La seconda fase delle attività di progetto, relativa all’identificazione ed all’apporzionamento sperimentale, progetto ISONITRATE, ai punti di monitoraggio dell’origine dei nitrati rilevati nelle acque, ha preso l’avvio parallelamente alle attività di ottimizzazione del modello.
Recenti ricerche dimostrano che l’utilizzo delle indagini isotopiche dovrebbero discriminare in maniera “robusta” i contributi delle diverse sorgenti all’impatto da nitrati sull’ambiente. Infatti, i nitrati che originano da diverse sorgenti di inquinamento mostrano una composizione isotopica dell’azoto e/o dell’ossigeno caratteristica della sorgente da cui derivano. Inoltre, altri elementi in traccia (B, Sr, solfati), che hanno un comportamento ambientale simile a quello dei nitrati, possono fornire informazioni aggiuntive su alcune tipologie di sorgenti, quali, in particolare, quelle derivanti da scarichi civili.
A tal fine è stato quindi esteso ed utilizzato l’approccio metodologico, sviluppato dal progetto ISONITRATE, realizzato dall’Istituto francese per le scienze geologiche (BRGM) in collaborazione con altre Istituzioni europee: ogni sorgente di nitrati è infatti caratterizzata da differenti intervalli di rapporti isotopici delle molecole di azoto e quindi la discriminazione tra le diverse sorgenti si basa sulla relazione tra i rapporti isotopici nelle sorgenti con quelli ottenuti nelle acque.