I risultati preliminari delle attività di monitoraggio in ambienti idrotermali della Sicilia
Nell’ambito delle attività realizzate dall’ISPRA per l’Osservatorio della Biodiversità della Regione Sicilia è stata costituita una rete di esperti per implementare aspetti biologici, ecologici e geofisici di ambienti idrotermali della Regione Sicilia. Le attività sono state condotte, da ISPRA con la collaborazione dell’ISMAR di Bologna e Ancona e dell’IAMC di Messina, tra il 2014 ed il 2015. Hanno collaborato l’Università delle Marche, della Sapienza di Roma, di Messina e Genova, la Stazione Zoologica di Anthon Dorn, l’OGS e l’INGV.
A completamento delle campagne di ricerca in mare sono stati prodotti i primi risultati delle attività. Le aree coperte ed esplorate con multibeam sono state elaborate e restituite sotto forma di mappe. In figura 1 si riporta la copertura delle aree di indagine relative ai sistemi idrotermali delle Isole Eolie, con specifico riguardo a Panarea e agli isolotti di Dattilo, Lisca Bianca e Basiluzzo, Salina e Stromboli.
Fig. 1 Rappresentazione su Google Earth (software Fledermaus) delle elaborazioni multibeam effettuate con risoluzione 300/400 Hertz intorno all’ isola di Panarea, Salina (Secca dei Pesci) e Stromboli
Le esplorazioni condotte dapprima con Multibeam, quindi con ROV hanno consentito di identificare nuovi punti di emissioni idrotermali e di scoprire vaste aggregazioni di camini di differente origine. Sono state infatti classificate, dopo il prelievo i “Ferrogineus diffusivi seep” strutture simili a camini che non presentavano evidenze di fuoriuscita di gas (fig. 2) e “camini attivi” o chimneys con fuoriuscita di gas (fig. 3). Si tratta in entrambi i casi di strutture idrotermali, così come confermato dalle successive analisi geologiche e microbiologiche.
Fig. 2 Foto ROV della porzione superiore di un “Ferrogineus diffusive seep” a) e di un camino attivo b)
Tali strutture sono quasi totalmente costituite da ferro e possono essere definiti dei veri e propri camini idrotermali. In tali aree è stata registrata una elevata concentrazione di pCO2 > di 2000 ppm e alterazione dei parametri chimico fisici della colonna d’acqua. I risultati relativi allo studio tassonomico della fauna associata a tali strutture hanno consentito di determinare forme di vita rare e nuove segnalazioni di specie di policheti.
In figura 3 l’analisi di porzioni di camino attivo al SEM in cui è possibile osservare presenza di batteri.
Fig. 3 Sezione di camino analizzata al SEM
Nelle aree interessate da attività idrotermale sono state inoltre identificate numerose reti fantasma o “gosth net” oggi meglio definite come “Abandoned, Lost or otherwise Discarged Fishing Gear “. Tra le varie pressioni esercitate sugli ecosistemi marini questo rappresenta uno dei problemi oggi maggiormente attenzionato in quanto causa di danni a specie ed habitat per lo più di interesse conservazionistico. Nell’area esplorata è stato possibile identificare 14 attrezzi abbandonati (reti da posta, palangari e nasse) (fig.4).
Fig. 4 Foto ROV di attrezzo da pesca abbandonato su corallo nero
I risultati delle attività condotte, consentiranno di colmare, attraverso l’implementazione dei dati raccolti su presenza e distribuzione studio di specie e habitat protetti (fig.5), alcuni GAP esistenti, oltre che fornire informazioni che potranno implementare l’Osservatorio Nazionale della Biodiversità.
Fig. 5 Rappresentazione cartografica della presenza di specie e habitat protetti censiti nell’area idrotermale di Panarea
Lo scorso anno, sulla base di tali esperienze maturate l’ISPRA, ha partecipato al bando Interreg Mediterranean MED Programme dal titolo “A transnational innovative network for surveillance of active submarine hydrothermal Vents within the Mediterranean area, NetVents”. Tale progetto consentirebbe di approfondire numerosi aspetti emersi nel corso delle attività svolte.