ISPRA ha collaborato alla ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PLOS ONE
La complessa ecologia dei virus influenzali di tipo A trova negli uccelli acquatici selvatici le specie serbatoio, che perpetuano negli ambienti naturali un’infezione praticamente asintomatica grazie al reciproco adattamento coevolutivo tra virus e ospite. Periodicamente virus influenzali infettano specie non adattate di uccelli e mammiferi, uomo incluso, causando emergenze epidemiche (virus A/H5N1) e pandemiche (Spagnola nel 1918; Asiatica nel 1957, Hong Kong nel 1968, Influenza “suina” nel 2009). Gli animali sono quindi importanti nell’epidemiologia dell’influenza umana, contribuendo alla genesi di nuovi virus grazie a un possibile “salto di specie” dell’infezione. In tale contesto, il suino riveste un ruolo chiave, grazie all’abilità di ricombinare nel tratto respiratorio virus influenzali circolanti in diverse specie animali e nell’uomo, come accaduto nell’ultima emergenza pandemica del 2009.
Frutto di una collaborazione tra ISPRA, INAIL, Istituto Superiore di Sanità, Università degli Studi di Brescia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la ricerca è stata mirata all’esame degli ambiti occupazionali che rappresentano un’interfaccia ecologica “ideale” per l’emergenza di nuovi virus. I risultati ottenuti hanno fornito conoscenze addizionali sui circuiti di trasmissione interspecie dei virus influenzali di tipo A all’interfaccia uomo-animale-ambiente, evidenziando nei lavoratori del comparto suinicolo la presenza di anticorpi verso i virus influenzali suini H1N1 circolanti negli allevamenti italiani. Assume particolare rilievo la dimostrazione della presenza di un’immunità cross-protettiva verso il virus pandemico H1N1 del 2009, imputabile alla pregressa esposizione di questi allevatori a virus influenzali del suino.
Le ricadute più importanti della ricerca, finanziata da Ministero della Salute e INAIL e frutto di una sorveglianza integrata medico-veterinaria, riguardano la possibilità di elaborare nuove strategie di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro e aprono prospettive sulle potenzialità applicative dell’immunità cross-protettiva eterologa esistente tra virus influenzali umani ed animali.