Team internazionale di scienziati Russi e Italiani valuta la persistenza dei virus dell'influenza aviaria in ecosistemi naturali e antropici della Siberia occidentale
Lo studio, svolto da enti di ricerca russi e italiani, è stato pubblicato su un recente numero (27 giugno/2014) di PLoS ONE. L'attività di ricerca mira a incrementare la conoscenza della dinamica di circolazione dei virus influenzali aviari (AIVs) nella regione di Novosibirsk, collegata tramite rotte migratorie aviarie ad alcuni focolai da virus H5N1 altamente patogeno (HP), verificatisi in Asia durante il periodo di studio, indagando il potenziale scambio di AIVs tra uccelli selvatici e domestici. Questi ultimi, allevati in aree rurali vicine a zone umide e in condizioni di biosicurezza relativamente scarse, rappresentano infatti un modello di sentinella per l'individuazione della persistenza ambientale di AIVs alla interfaccia fauna selvatica/domestica.
Altre informazioni
Un enorme numero di uccelli selvatici, appartenenti a specie considerate un serbatoio permanente di virus dell'influenza aviaria (AIVs) a bassa patogenicità (LP), migrano e si aggregano nelle aree riproduttive e/o di muta situate nelle zone umide della Siberia occidentale . Importanti rotte migratorie degli uccelli selvatici si intersecano, sovrapponendosi, nella regione di Novosibirsk, collegando questa area geografica con territori di svernamento in Eurasia e Africa, così come con siti di riproduzione più settentrionali in foreste boreali di conifere e prateria artica. L’occorrenza focolai di malattia causati da AIVs ad alta patogenicità (HP) è stata considerata un evento sporadico nei volatili selvatici fino all’emergenza nel 1997 del ceppo asiatico di H5N1, HPAIV emerso nel pollame e dotato di potenziale pandemico per l'uomo. Nel 2005 varie epizoozie causate dal virus HP H5N1 si sono verificate in uccelli selvatici e domestici nella regione di Novosibirsk, indicative del potenziale coinvolgimento dell’avifauna migratoria selvatica nella diffusione dell'infezione da virus H5N1 dal Lago Qinghai (Cina) alle zone umide della Siberia.
Per valutare la persistenza virale in ecosistemi naturali e antropici della Siberia, è stato utilizzato un approccio nuovo e più sensibile alle attività di sorveglianza dell’influenza aviaria , ottenuto integrando la raccolta tradizionale di tampone cloacali, finalizzata a individuare l’escrezione fecale del virus , con la raccolta di campioni dal piumaggio dei volatili, finalizzata a rilevare particelle virali concentrate sul corpo degli uccelli .
I principali risultati di questa ricerca indicano la mancanza di circolazione del virus H5N1 HP nell’area di studio, spiegabile con la scarsa fitness ambientale propria dei AIVs altamente patogeni negli ecosistemi naturali. Inoltre, i dati di isolamento di AIVs a bassa patogenicità confermano il più efficace rilevamento del virus, ottenuto grazie al nuovo metodo di campionamento, e dimostrano cambiamenti nelle dinamiche di circolazione dei sottotipi virali antigenici HN, perpetuati in natura dagli uccelli acquatici selvatici. La pubblicazione su PLoS ONE si inserisce nel contesto di un accordo di collaborazione tra la Novosibirsk State University e l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Questi dati sono i risultati di uno studio collaborativo tra varie Istituzioni, come specificato nell’articolo reperibile al seguente link: http://dx.plos.org/10.1371/journal.pone.0100859