Il monitoraggio delle trasformazioni del territorio e del paesaggio
Sono ormai riconosciuti, infatti, i problemi sociali, economici e ambientali che l’eccessivo consumo del suolo continua a produrre nel territorio europeo e nazionale. Nonostante ciò il fenomeno continua ad avanzare e, nel nostro Paese, sono bastati 3 anni per compromettere definitivamente altri 720 km2 di suolo: dal 2009 al 2012 l’Italia ha definitivamente perso un’area pari alla superficie di 5 comuni capoluoghi di regione, come se avessimo costruito dal niente Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo tutte insieme. Parliamo di un processo che, procedendo al ritmo di 8 metri quadrati al secondo, continua a coprire, ininterrottamente notte e giorno, il nostro suolo con asfalto e cemento, edifici e capannoni, strade e altre infrastrutture, in molti casi provocandone l’impermeabilizzazione completa. In termini assoluti, circa 22.000 km2, pari al 7,3% del territorio nazionale, sono ormai consumati, con la perdita, spesso irreversibile, di una risorsa ambientale non illimitata (ISPRA, 2014).
La valutazione del fenomeno del consumo di suolo in Italia, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, avviene sia attraverso specifiche reti di monitoraggio, sia con l’utilizzo di cartografie ad alta risoluzione che, nell’ambito del programma Copernicus, costituiscono un prodotto ormai consolidato.
I servizi Copernicus di Land Monitoring forniscono, infatti, informazioni specifiche sulla copertura e sull’uso del suolo e sulle variabili relative alla vegetazione, supportando applicazioni nel campo della pianificazione urbanistica e territoriale, della gestione forestale, delle risorse idriche, dell’agricoltura, etc., in particolare attraverso i cinque livelli ad alta risoluzione (HRL - high resolution layers), che descrivono il grado di impermeabilizzazione, le aree boscate, i prati permanenti, le zone umide e i corpi idrici e il cui aggiornamento al 2012 sarà, a breve, reso disponibile a livello europeo.