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The northernmost record of the Messinian salinity crisis (Piedmont basin, Italy)

Regional Commitee on Mediterranean Neogeone Stratigraphy Interim Colloquium – Torino, 2014

Lo scopo principale dell’escursione, che attraversa la parte meridionale (Langhe) e settentrionale (Monferrato) del Bacino Piemontese, è la descrizione dell’assetto stratigrafico-sedimentologico della successione messiniana, che registra gli eventi connessi alla Crisi di salinità messiniana (CSM). Nell’ambito del dibattito scientifico sulla CSM, il Bacino Piemontese riveste particolare importanza, in quanto esso corrisponde al settore più settentrionale del Mediterraneo in cui sono registrate le evidenze della CSM stessa. La prima giornata si svolgerà nel margine settentrionale delle Langhe dove verranno osservate le transizioni di facies da un contesto marginale (Stop 1) ad uno più profondo (Stop 2). In quest’area, emerge che l’inizio della CSM non è contrassegnata dalla deposizione di evaporiti primarie (come osservato in altri settori del Mediterraneo) ma dalla comparsa di particolari livelli carbonatici laminati interpretati come il prodotto della litificazione di microbial mats dominate da batteri solfo-ossidanti (Stop 1). Nelle porzioni più distali del bacino (Stop 2) non si osserva invece alcuna evidenza sedimentologica dell’inizio di tale evento, che è registrato in una successione di peliti e marne deposte su un fondale marino carente di ossigeno (Stop 2). L’inizio della deposizione delle evaporiti primarie è fortemente diacrono, via via più recente verso i settori più profondi del bacino. Tali evaporiti sono rappresentate da banchi di gesso selenitico o microcristallino laminato (“gesso cumulitico”) alternati in maniera ritmica a livelli pelitici, a formare cicli sedimentari di spessore variabile che registrerebbero oscillazioni climatiche arido (gesso)/umide (pelite) legate a variazioni della precessione terrestre, con una periodicità di circa 21 Ka. Le evaporiti primarie sono seguite da un complesso di evaporiti risedimentate deposte a seguito della deformazione tettonica dei margini del bacino. Tali sedimenti sono bordati alla base da una superficie di discontinuità (e dalla sua continuità correlativa) equivalente alla Messinian erosional surface (MES): quest’ultima, cui è assegnata un’età di 5.60 Ma, è stata riconosciuta in tutta l’area mediterranea. La successione si chiude con depositi terrigeni di ambiente fluvio-deltizio, che contengono ricche associazioni di vertebrati continentali, seguiti da depositi lacustri e salmastri che registrano l’evento Lago Mare, prima del ritorno a condizioni marine franche alla base dello Zancleano.
La seconda giornata verrà dedicata alla successione messiniana affiorante nel Monferrato, al margine settentrionale del bacino (Stop 3); essa è costituita da depositi caotici (blocchi di gesso immersi in una matrice pelitica), che sono il risultato di imponenti fenomeni di risedimentazione in massa collegati alla deformazione tettonica del Monferrato. L’escursione termina con l’osservazione di peculiari masse carbonatiche metano-derivate (Stop 4) imballate in una successione argillosa, che sono interpretate come il record sedimentario di un vulcano di fango sottomarino di età messiniana.

DOI: 10.3301/GFT.2016.03

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Periodici tecnici
(Periodici Tecnici) Geological Field Trips and Maps
8 (2.1)/2016
2038-4947