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Spirifer speciosus (Brachiopode)

10cm
Nome scientifico Spirifer speciosus (Brachiopode)
Classificazione Brachiopoda
Numero inventario 21573
Collezione generale
Provenienza Germania
Cronologia Era Paleozoica – Devoniano (da 410 a 360 milioni di anni)
Ambiente di vita marino
scala dei tempi geologici

Esemplare rappresentante del gruppo dei brachiopodi articolati costituti da una morfologia molto caratteristica in quanto possiede una conchiglia allungata trasversalmente ed estesa lateralmente a formare punte laterali. Le valve posseggono una robusta ornamentazione a coste trasversali probabilmente a difesa dei predatori. Spirifer ha dato il nome all'intero ordine degli Spiriferidi, che hanno una distribuzione stratigrafica che va dall'Ordoviciano medio fino al Giurassico. E' un eccellente '€œfossile guida'€ del Carbonifero. Tale specie viveva su soffici strati fangosi del Devoniano.

BRACHIOPODI

I brachiopodi fanno parte della "Collezione Vinassa de Regny". Nella raccolta sono compresi i brachiopodi ordoviciani provenienti da alcuni giacimenti della Sardegna meridionale. La collezione è stata arricchita negli ultimi anni nel corso delle varie missioni volte al completamento della collezione e per una revisione scientifica pubblicata nel Bollettino del Servizio Geologico d'Italia. Complessivamente si compone di circa 400 esemplari ripartiti in 19 famiglie, 25 generi e 30 specie

Brachiopodi
Invertebrati marini comparsi sulla Terra nel periodo Cambriano e tutt’ora esistenti. Sono costituiti da due valve diverse: una ventrale o peduncolare ed un’altra dorsale o brachiale generalmente più piccola, essendo simmetrici secondo un piano perpendicolare al piano di commessura delle valve.
Sono animali bentonici, sessili, fissati al substrato per mezzo del peduncolo, che fuoriesce da un foro detto foramen, di solito corto che ha inoltre una funzione di sostegno; a volte il fissaggio avviene per cementazione della valva ventrale.
I Brachiopodi attuali prediligono acque basse, fredde e temperate della piattaforma continentale (zona sublitorale) fino a poche centinaia di metri di profondità; quest’ultima aumenta nelle zone tropicali e subtropicali fino a profondità abissali.
Si nutrono di elementi in sospensione (diatomee e dinoflagellati); non sopportano abbassamenti della salinità rispetto a quella normale del mare, ad eccezione dei Lingulida che riescono, per brevi periodi, a sopravvivere in acque salmastre e/o dolci.
Nelle forme fossili vi sono rappresentate specie epiplanctoniche e, raramente, nectobentoniche.
I Brachiopodi attuali sono scarsi e poco importanti dal punto di vista ecologico.