Monitoraggio degli ambienti ripariali
Gli ecosistemi ripariali svolgono una serie di funzioni ecologiche fondamentali per l’equilibrio degli ambienti con cui entrano in contatto (effetto tampone contro la perdita di nutrienti, depurazione delle acque di scolo, azione antierosione e consolidamento degli argini, ecc.). Le fasce riparie sono importantissimi corridoi ecologici naturali, soprattutto in aree ad alta frammentazione ambientale, che in condizioni naturali o di buona conservazione offrono una serie di habitat idonei a molte specie selvatiche floristiche e faunistiche, con particolare riferimento all’avifauna migratrice, contribuendo al mantenimento della biodiversità. Tali ambienti stanno subendo modifiche consistenti ed in molte aree stanno scomparendo ad una velocità abbastanza allarmante. Tra le minacce ci sono la costante captazione dell’acqua, i cambi nelle pratiche agricole, con conseguenti deviazioni dell’alveo fluviale e inquinamento delle falde idriche, e lo sbancamento per il prelievo di materiali ad uso edile.
Il Settore Tutela degli Ecosistemi del Servizio Tutela della Biodiversità ha avviato nel 2007 un progetto di ricerca per lo sviluppo di una metodologia di monitoraggio degli ambienti ripariali che utilizzi in modo integrato la vegetazione e l’avifauna. Il monitoraggio degli uccelli e degli habitat da loro frequentati, permette di comprendere l’evoluzione di un dato ecosistema e come questo interagisce con le diverse attività umane. L’avifauna, infatti, è estremamente sensibile alla salute dell’ambiente, reagendo alle differenti pressioni antropiche e rispondendo alle modificazioni dell’ecosistema in maniera visibile, attraverso l’andamento delle popolazioni e alla loro presenza o assenza.
Tra il 2007 e il 2009 è stato condotto un primo progetto pilota lungo il corso medio-basso del Fiume Esino (AN), dove sono stati condotti rilevamenti floristici, vegetazionali ed ornitologici in 48 stazioni preventivamente individuate.
Obiettivi
Sviluppo di un sistema efficace di monitoraggio della biodiversità in ambiente ripariale per l’individuazione di priorità conservazionistiche e buone pratiche per la gestione ed in particolare:
1) verificare lo stato degli ecosistemi ripariali attraverso l’analisi della vegetazione e delle comunità ornitiche ad essa associate;
2) evidenziare eventuali cause di degrado in atto (alterazioni fisico-meccaniche, inquinamento, ecc.);
3) individuare le principali relazioni spaziali e funzionali delle aree monitorate con gli ambienti circostanti;
4) individuare le azioni prioritarie per la conservazione della biodiversità mirate alla stesura di linee guida e piani di gestione.
Destinatari
Il progetto è rivolto a quanti lavorano nel campo del monitoraggio della biodiversità e ai gestori e pianificatori del territorio.
Informazioni cronologiche
Avvio attività: 2007
Prima fase progetto pilota 2007-2009
Struttura Organizzativa e Contatti
Dip. Difesa della Natura, Servizio Tutela della Biodiversità, Settore Tutela degli Ecosistemi
Dott.ssa Arianna Aradis (componente avifauna); Dott.ssa Valeria Giacanelli (componente vegetazione)
Fonti di finanziamento
La prima fase del progetto pilota è stata attuata con finanziamento interno ISPRA.
Partners
La prima fase del progetto pilota è stata attuata in convenzione con ARPA Marche.
Ambito geografico
Nazionale
Riferimenti alla normativa
Normativa europea di conservazione della biodiversità (Dir. Uccelli, Habitat, WFD) e relativa normativa nazionale di recepimento
Link
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale