Breccia a semesanto
Collezione | De Santis |
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Type | Breccia a semesanto |
Denominazione | Breccia a semesanto |
Classificazione petrologica | metaconglomerato |
Provenienza | Grecia » Grecia centrale » Kourisies |
Forma e dimensioni | parallelepipedo 13,5 x 9,3 x 2,5 cm |
Numero inventario | 1252.D |
Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo violaceo, contenente macchie (clasti) di colore biancastro, e subordinatamente giallo, rosa o rosso. Esse hanno forma angolosa, sono fittamente addensate, nettamente allungate e iso-orientate, ed hanno dimensioni da millimetriche a centimetriche.
La denominazione del litotipo è dovuta agli scalpellini romani: essa si riferisce alla somiglianza delle macchie presenti nella roccia con alcuni confetti medicinali, chiamati popolarmente "semesanto", che i farmacisti ricoprivano con zucchero colorato per addolcirne il sapore sgradevole.
La Breccia a semesanto è una varietà a grana fine della Breccia di Sciro [vedi campione 441.D]. Il litotipo originario era un microconglomerato, sottoposto successivamente a metamorfismo con conseguente compattazione della roccia ed iso-orientazione dei clasti.
La Breccia a semesanto venne introdotta a Roma alla fine del I sec. a.C. (durante l'impero di Augusto). Il litotipo si diffuse, in modo discontinuo, in tutto l'impero. Nel XVI e XVII secolo, la Breccia a semesanto fu oggetto di riutilizzo per tarsie di tavoli.
Gli impieghi e reimpieghi conosciuti di questo litotipo consistono in elementi portanti (trapezofori) e rivestimenti (crustae, cornici e lastre parietali; opera sectilia e mattonelle).
La Breccia a semesanto proviene dalla località di Kourisies, nell'Isola di Skyros (arcipelago delle Sporadi), appartenente alla regione amministrativa della Grecia centrale. Il microconglomerato da cui si estraeva la Breccia a semesanto costituisce dei livelli di spessore ridotto inclusi nel conglomerato da cui si estraeva la Breccia di Sciro.