Cipollino rosso
Collezione | De Santis |
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Type | Cipollino rosso |
Denominazione | Marmor carium; Marmor iassense; Africanone |
Classificazione petrologica | marmo |
Provenienza | Turchia » Egea » Kiyikislacik |
Forma e dimensioni | parallelepipedo 13,5 x 9,3 x 2,5 cm |
Numero inventario | 1152.D |
Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo rosso scuro, talora uniforme (varietà detta "rosso scura"), più frequentemente con macchie bianco-grigiastre di forma allungata e dimensioni da millimetriche a centimetriche ("rosso brecciato"), oppure con venature o bande ondate bianco-grigiastre di larghezza da millimetrica a centimetrica ("venato").
Il nome di Cipollino rosso deriva dall'aspetto "a cipolla" dovuto alla scistosità della roccia e dal suo colore caratteristico. Altre denominazioni sono riferite alla località di provenienza: Lithos karikos o Marmor carium (dall'antica regione della Caria); Marmor iassense (dall'antica città di Iasos); Africanone o Africano egizio (nome conferitogli impropriamente dagli scalpellini ravennati).
Il Cipollino rosso deriva da metamorfismo su carbonati impuri: infatti, oltre al carbonato di calcio, esso contiene anche silice ed allumina. La roccia è un marmo cristallino a grana fine, eterogeneo e scistoso. Il costituente mineralogico fondamentale del litotipo è la calcite, i cui cristalli sono iso-orientati. Costituenti mineralogici subordinati sono quarzo e plagioclasio. La scistosità della roccia è dovuta all'alternanza di strati di calcite e di quarzo. Il colore rosso del litotipo è dovuto a fini dispersioni di ematite.
I primi utilizzi del Cipollino rosso cronologicamente accertati nella Roma antica datano al III sec. d.C. L'impiego del litotipo raggiunse il massimo sviluppo dagli inizi del IV sec. d.C. (durante l'impero di Costantino) fino alla metà del V sec. d.C. (sotto Giustiniano). Questa pietra ornamentale venne intensamente utilizzata a Costantinopoli, dove tra l'altro diede il nome al "Karianos": si trattava di un edificio, compreso nel Gran Palazzo imperiale, adibito ad appartamenti per le figlie dell'imperatore Teofilo l'iconoclasta e rivestito in Marmor carium. Il litotipo si diffuse in tutto il Mediterraneo centrale e orientale. Il suo riutilizzo è documentato almeno fino al XVII secolo (principalmente per colonne e lastre di rivestimento). L'estrazione di questa pietra continua anche attualmente.
Gli impieghi e reimpieghi conosciuti del litotipo sono numerosi: elementi portanti (colonne, trapezofori, basamenti), rivestimenti (crustae e lastre parietali; zoccolature, opera sectilia e mattonelle), elementi ornamentali (sarcofaghi), talora piccola statuaria. La varietà del litotipo preferita dai Romani era il "rosso brecciato". Per quanto concerne l'utilizzo in rivestimenti parietali, nelle chiese bizantine era tipica l'applicazione della varietà "venata" in specchiature "ad apertura": esse sono composte da due o quattro lastre segate dallo stesso blocco di roccia ed accostate in modo da formare con le bande bianche delle figure regolari, quali ad esempio rombi. Per quanto concerne l'utilizzo nella statuaria, invece, la varietà "rosso scura" era impiegata in sostituzione del Rosso antico, al quale è molto simile [vedi campione 240.D].
Il Cipollino rosso proviene da diversi siti estrattivi ubicati lungo una fascia estesa circa venti chilometri in prossimità del villaggio di Kiyikislacik (l'antica città di Iasos), nella provincia di Mugla. Quest'area apparteneva anticamente alla regione della Caria ed attualmente alla regione Egea (Turchia).