Giallo antico
Collezione | Pescetto |
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Type | Giallo antico |
Denominazione | Marmor numidicum; Marmo libico |
Classificazione petrologica | marmo |
Provenienza | Tunisia » Jendouba » Shimtu |
Forma e dimensioni | parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm |
Numero inventario | 215.D |
Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo di colore giallo vivace, avente in genere tonalità variabili anche in un singolo campione. La roccia puಠpresentarsi con un fondo di uniforme colore giallo, attraversato da sporadiche venature arancio-rossastre larghe pochi millimetri e distribuite irregolarmente (varietà detta "monocromo"), oppure costituita da macchie gialle di varie tonalità , separate da venature bianco-giallastre larghe alcuni millimetri e distribuite irregolarmente ("brecciato").
Le denominazioni del litotipo si riferiscono ai nomi con cui genericamente venne indicata nell'Antichità l'area di provenienza: Marmor numidicum (dalla regione della Numidia) o Marmo libico (dalla regione della Libia).
La variabilità delle tonalità del giallo in questa pietra ornamentale è talmente ampia, da comprendere tutte le gradazioni di colore dal giallo paglierino all'arancio. In generale, le varietà caratterizzate da un fondo uniforme erano ritenute di maggior pregio rispetto a quelle brecciate. Tra le varietà più stimate, occorre menzionare quella di colore giallo oro, e perciಠdetta "dorata", e quella "di colore simile alla rosa", assai rara. Tra le altre, la varietà chiamata "carnagione" dagli scalpellini, caratterizzata da un colore rosato, era ottenuta artificialmente riscaldando la roccia alla fiamma.
Il Giallo antico deriva da metamorfismo di basso grado su carbonati relativamente puri. Il costituente mineralogico fondamentale della roccia è la calcite (carbonato di calcio), talora trasformata in dolomite (carbonato di calcio e magnesio). La caratteristica colorazione gialla della roccia è probabilmente dovuta alla presenza di fini dispersioni di ossidi e/o idrossidi di ferro.
Pietra ornamentale utilizzata dapprima localmente, il Giallo antico fu uno dei primi marmi colorati importati a Roma, introdotto già nella metà del II a.C. (epoca repubblicana). Il suo impiego raggiunse il massimo sviluppo dalla fine del I sec. a.C. (durante l'impero di Augusto) fino agli inizi del III sec. d.C. (sotto la dinastia dei Severi). Il litotipo si diffuse in tutto l'impero. Il Giallo antico fu oggetto di intenso riutilizzo, documentato almeno fino al XVII secolo (principalmente per colonne, lastre di rivestimento, pavimenti cosmateschi). Allorché i costi elevati o le difficoltà di reperimento non permisero l'impiego di questa pietra ornamentale, essa venne sostituita con brecce gialle nel tentativo di imitarne l'effetto. L'attività estrattiva di questo litotipo è stata ripresa nella seconda metà del XX secolo.
Gli impieghi e reimpieghi conosciuti del litotipo sono numerosi: elementi portanti (capitelli, colonne, trapezofori), rivestimenti (stipiti, cornici e lastre parietali; soglie, opera sectilia, mattonelle e lastre pavimentali), elementi ornamentali (vasche e conche; balaustre), statuaria (sono tipiche le raffigurazioni di belve feroci o di barbari soggiogati).
Il valore attribuito al Giallo antico si evince anche dal prezzo, pari a 200 denari per piede cubo, attribuito a questa pietra nell'Editto di Diocleziano (301 d.C.).
Il Giallo antico proviene dalla città di Shimtu (l'antica Simitthus), nell'antica Numidia, appartenente attualmente al governatorato di Jendouba (Tunisia nord-occidentale).
Il campione 215.D, appartenente alla Collezione Pescetto, proviene dagli scavi di Roma antica.