Istituto Superiore per la Protezione
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Pietra bekhen

Collezione Pescetto
Type Pietra bekhen
Denominazione Lapis basanites; Grovacca dello Uadi Hammamat
Classificazione petrologica metasiltite
Provenienza Egitto » Mar Rosso » Uadi Hammamat
Forma e dimensioni parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm
Numero inventario 92.Dx

Litotipo caratterizzato da un uniforme colore verde scuro fino al nero. Tuttavia, in alcuni campioni è possibile constatare che la roccia è in realtà  un insieme di piccolissimi punti (clasti) verdi e/o neri.
Gli Egizi chiamavano questa roccia ornamentale Pietra bekhen, i Greci la chiamavano Basanites lithos e i Romani Lapis basanites: queste denominazioni deriverebbero dal termine egizio "bhn" e dal suo successivo equivalente greco "basanos", che significano "provare", poiché questa pietra veniva utilizzata per saggiare i metalli. Occorre comunque tenere presente che, nella corrente nomenclatura petrologica, il termine basanite indica una roccia ignea effusiva povera in silice e ricca in ferro, magnesio ed alcali. In effetti, la forte somiglianza di questo litotipo con il basalto gli valse anche la denominazione impropria di Basalte o Basalto antico, mentre l'estrema durezza e la frattura concoide gli valsero quella impropria di Selce orientale. Più recente è una denominazione derivante dalla combinazione tra classificazione petrologica e località  di provenienza (Scisto verde dello Uadi Hammamat o Grovacca dello Uadi Hammamat).
La Pietra bekhen è presente anche tra i clasti della Breccia verde d'Egitto [vedi campione 432.D].

Erroneamente confusa con il basalto o con la selce, la Pietra bekhen è in realtà  una siltite, roccia sedimentaria clastica a grana fine, successivamente sottoposta a metamorfismo (metasiltite). Esistono anche varietà  a granulometria più grossa (metareniti).
La Pietra bekhen conobbe un diffuso utilizzo nella statuaria, in cui fu particolarmente apprezzata per i caratteristici riflessi simili a quelli del bronzo. Infatti, questa pietra ornamentale venne adoperata dagli Egizi, già  a partire dal periodo predinastico, soprattutto nella raffigurazione di sovrani e divinità . Una simile tipologia di impiego fu mantenuta dai Romani, i quali la importarono a partire dagli inizi del I sec. d.C. (durante l'impero di Augusto) e ne fecero la pietra colorata più utilizzata nella statuaria, in particolare nelle raffigurazioni dell'Imperatore e dei suoi famigliari. L'uso della Pietra bekhen nella Roma antica è documentato fino alla metà  del II sec. d.C. (sotto la dinastia degli Antonini). Altri impieghi e reimpieghi conosciuti di questo litotipo consistono in elementi ornamentali (vasche; urne) e manufatti (vasellame).

La Pietra bekhen proviene dallo Uadi Hammamat, alle falde del rilievo che i Romani chiamarono Mons Basanites, nel Deserto Orientale dell'Egitto. Le cave, ubicate a metà  strada tra la via che connetteva i porti di Coptos (l'odierna Qift) sul Nilo e Leukos Limen (l'odierna Quseir) sul Mar Rosso, distano circa ottanta chilometri da Qift. L'area era pertinenza anticamente della regione della Tebaide, e attualmente del governatorato del Mar Rosso.
Il campione 92.D, appartenente alla Collezione Pescetto, proviene dalle Terme di Caracalla.