Istituto Superiore per la Protezione
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Rosso antico

Collezione Pescetto
Type Rosso antico
Denominazione Marmor taenarium; Marmor laconium
Classificazione petrologica marmo
Provenienza Grecia » Peloponneso » Capo Tenaro
Forma e dimensioni parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm
Numero inventario 240.D

Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo rosso vivace, con toni variabili dal rosato fino al porpora, talora associati in uno stesso reperto. Sono spesso presenti venature nere larghe pochi millimetri e con andamento sub-parallelo, oppure macchie bianco-grigiastre di dimensioni da millimetriche a centimetriche, o più raramente listature bianco-grigiastre larghe pochi centimetri e sub-parallele.
Le denominazioni del litotipo sono riferite alla provenienza: Marmor taenarium o Marmo rosso del Tenaro (dal Capo Tenaro); Marmor laconium (dalla regione della Laconia); Marmor milesium o Marmor alabandicum (dalle antiche città  di Milasa o di Alabanda, in Caria, nell'Asia Minore, dove alcuni Autori ubicarono le cave di questa pietra). Si consideri che il nome di Marmor taenarium era riferito, meno frequentemente, ad una delle varietà  di Nero antico [vedi campione 356.D ], estratta anch'essa dal Capo Tenaro. Inoltre, nella stessa area veniva estratto il Bigio morato [vedi campione 348.D ].
La variabilità  delle tonalità  del rosso in questa pietra ornamentale è ampia, poiché comprende tutte le gradazioni di colore dal rosato al color del fegato. In generale, le varietà  caratterizzate da un fondo uniforme erano ritenute di maggior pregio rispetto a quelle macchiate o listate di bianco. Talvolta, questa pietra ornamentale era imitata con la terracotta.

Il Rosso antico deriva da metamorfismo di basso grado su carbonati impuri: infatti, oltre al carbonato di calcio, esso contiene anche silice. La roccia è un marmo cristallino a grana molto fine, sia omogeneo che eterogeneo, scistoso. Il costituente mineralogico predominante del litotipo è la calcite. Costituenti subordinati sono: quarzo, plagioclasio, mica, clorite. Costituenti accessori sono: epidoto, ematite, limonite.
La scistosità , visibile solo in alcune parti della roccia, è dovuta alla presenza di livelli a cristalli di mica e clorite iso-orientati, oppure a venature sub-parallele riempite prevalentemente da ematite. Le macchie bianche, invece, sono dovute ad aggregati di cristalli di calcite più grandi rispetto a quelli che costituiscono la roccia nel suo insieme. La caratteristica colorazione rossa di questa pietra ornamentale è dovuta alla presenza di fini dispersioni di ematite.
Utilizzato già  a Creta e a Micene, il Rosso antico venne introdotto a Roma alla fine del II sec. a.C. (epoca tardo-repubblicana). Il suo impiego è documentato fino agli inizi del VI sec. d.C. (sotto Giustiniano). Il litotipo si diffuse in tutto l'impero. Il Rosso antico fu oggetto di intenso reimpiego. infatti, nel Medioevo questo litotipo era equiparato per il colore al Porfido rosso antico [vedi campione 70.D ]. Nel XVI e XVII secolo, il Rosso antico venne reimpiegato per colonne, lastre di rivestimento, pavimenti cosmateschi. Nel XVIII secolo, esso venne utilizzato per la creazione di riproduzioni di antichi vasi e templi in scala, secondo il gusto neoclassico.
Gli impieghi e reimpieghi conosciuti di questo litotipo sono numerosi: elementi portanti (capitelli, colonne), rivestimenti (cornici, crustae e lastre parietali; opera sectilia, scutulae, mattonelle e lastre pavimentali), elementi ornamentali (balaustre), manufatti (vasellame), statuaria. Riguardo a quest'ultima tipologia, un caratteristico impiego del Rosso antico fu quello nelle sculture a carattere dionisiaco: evidentemente, la scelta di questa pietra era dovuta al suo colore che richiamava simbolicamente quello del vino.

Il Rosso antico proviene da diverse località  ubicate nell'area del Capo Tenaro (l'odierno Capo Matapan), nell'antica regione della Laconia, attualmente regione amministrativa del Peloponneso (Grecia).
Il campione 240.D, appartenente alla Collezione Pescetto, proviene dagli scavi del Palatino.