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Paleoloxodon antiquus (Elefante a zanne dritte)

50cm
Nome scientifico Paleoloxodon antiquus (Elefante a zanne dritte)
Classificazione Mammalia
Numero inventario 15957
Collezione vertebrati
Provenienza Cava di Via Nomentana, Roma, Lazio
Cronologia Era Quaternaria - Pleistocene Inferiore (da circa 1.8 milioni a circa 0,781 milioni di anni)
Ambiente di vita continentale
scala dei tempi geologici

Esemplare di molare incompleto, riferibile, verosimilmente, a un individuo del genere Paleoloxodon. Dall'antico cartellino, presente sul molare, si evince che il ritrovamento è avvenuto in una località  sita tra Ponte Nomentano e la ferrovia Roma-Orte, dove esisteva una cava per l'estrazione di materiale usato nelle costruzioni. Le 7 lamine visibili, sia nella parte inferiore che superiore, si presentano saldate e la superficie triturante mostra segni evidenti di un'usura incipiente, il dente è riferibile ad un individuo adulto. Inoltre, lungo la sezione fratturata, è visibile la dentina

Il Paleoloxodon antiquus e le fasi evolutive dei denti

Il Paleoloxodon antiquus aveva zanne lunghe e poco ricurve e denti a lamine loxodonti. Comparve in Europa occidentale in faune post-villafranchiane del Pleistocene inferiore come quella di Slivia, una breccia ossifera del Carso Triestino.
Diviene frequente in associazioni faunistiche poco più tarde, come nel giacimento di Isernia e perdura fino alle prime fasi dell'ultimo glaciale in Europa meridionale.
Pur abbastanza euritermico, è abbondante in faune che vivevano in momenti temperati specialmente in Italia centrale, quando l'uro e il cavallo diventano le forme dominanti. Come ad es. a Castel di Guido e alla Polledrara di Cecanibbio (Lazio-Roma); i resti di Paleoloxodon sono abbastanza diffusi al nord nei terreni riferibili agli interglaciali. Lo studio della dentizione degli elefanti permette di distinguere le varie specie e di seguirne l'evoluzione.
I molari spuntano uno alla volta con il crescere dell'età ; quando il primo è in parte logorato, subentra il secondo; quando il secondo è assai logoro, il terzo esce dall'alveolo, scorre in avanti prendendo il posto del secondo e così via fino al sesto che è il più grande di tutti e il più ricco di lamine di smalto.

Il giacimento di Perledo

Il Giacimento di Perledo è situato nella valle del torrente Esino, presso Varenna, sulla sponda orientale del lago di Como. Nelle sue vicinanze si aprivano un tempo alcune cave dalle quali veniva estratta una pietra ornamentale nera a grosse vene di calcite bianca nota con il nome di " marmo nero di Varenna".
Da queste cave provengono i rettili fossili che rendono celebre il giacimento di Perledo , la cui storia ha inizio nella prima metà  del 1900. Dal giacimento furono estratti anche diversi pesci.

Ricostruzione dell'ambiente triassico nell'attuale zona di Besano e Perledo