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Paleoloxodon antiquus (Elefante a zanne dritte)

50cm
Nome scientifico Paleoloxodon antiquus (Elefante a zanne dritte)
Classificazione Mammalia
Numero inventario 15962
Collezione vertebrati
Provenienza Roma, Lazio
Cronologia Era Quaternaria – Pleistocene Inferiore (da circa 1,8 a 0,781 milioni di anni)
Ambiente di vita continentale
scala dei tempi geologici

Esemplare di dente isolato, rinvenuto casualmente nella campagna romana, di grandi dimensioni e appartenente ad un individuo della specie Paleoloxodon antiquus. L’esemplare si presenta in ottimo stato di conservazione sia nella parte relativa alla superficie masticatoria che nella porzione dentale relativa alle lamine che costituiscono la radice del dente. Le lamine alla base si presentano separate mentre le altre si saldano avendo terminato il loro accrescimento. La superficie masticatoria stretta e allungata non presenta evidenti segni di usura.

Il Paleoloxodon antiquus e le fasi evolutive dei denti

Il Paleoloxodon antiquus aveva zanne lunghe e poco ricurve e denti a lamine loxodonti. Comparve in Europa occidentale in faune post-villafranchiane del Pleistocene inferiore come quella di Slivia, una breccia ossifera del Carso Triestino.
Diviene frequente in associazioni faunistiche poco più tarde, come nel giacimento di Isernia e perdura fino alle prime fasi dell'ultimo glaciale in Europa meridionale.
Pur abbastanza euritermico, è abbondante in faune che vivevano in momenti temperati specialmente in Italia centrale, quando l'uro e il cavallo diventano le forme dominanti. Come ad es. a Castel di Guido e alla Polledrara di Cecanibbio (Lazio-Roma); i resti di Paleoloxodon sono abbastanza diffusi al nord nei terreni riferibili agli interglaciali. Lo studio della dentizione degli elefanti permette di distinguere le varie specie e di seguirne l'evoluzione.
I molari spuntano uno alla volta con il crescere dell'età ; quando il primo è in parte logorato, subentra il secondo; quando il secondo è assai logoro, il terzo esce dall'alveolo, scorre in avanti prendendo il posto del secondo e così via fino al sesto che è il più grande di tutti e il più ricco di lamine di smalto.