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Spirifer osteolatus

10cm
Nome scientifico Spirifer osteolatus
Classificazione Brachiopoda
Numero inventario 21574
Collezione generale
Provenienza Gerolstein in der Eifel, Germania
Cronologia Era Paleozoica - Ordoviciano (da 488 a 443 milioni di anni circa)
Ambiente di vita marino
scala dei tempi geologici

Questo esemplare appartenente alla Collezione Didattica Invertebrati (Località  straniere), è un rappresentante del gruppo dei brachiopodi costituito da una morfologia molto caratteristica in quanto possiede una conchiglia allungata trasversalmente. Le valve posseggono una robusta ornamentazione a coste radiali probabilmente a difesa dei predatori. Spirifer ha dato il nome all'intero ordine degli Spiriferidi, che hanno una distribuzione stratigrafica che va dall'Ordoviciano medio fino al Giurassico. E' un eccellente '€œfossile guida'€ del Carbonifero.

BRACHIOPODI

I brachiopodi fanno parte della "Collezione Vinassa de Regny". Nella raccolta sono compresi i brachiopodi ordoviciani provenienti da alcuni giacimenti della Sardegna meridionale. La collezione è stata arricchita negli ultimi anni nel corso delle varie missioni volte al completamento della collezione e per una revisione scientifica pubblicata nel Bollettino del Servizio Geologico d'Italia. Complessivamente si compone di circa 400 esemplari ripartiti in 19 famiglie, 25 generi e 30 specie

Brachiopodi
Invertebrati marini comparsi sulla Terra nel periodo Cambriano e tutt’ora esistenti. Sono costituiti da due valve diverse: una ventrale o peduncolare ed un’altra dorsale o brachiale generalmente più piccola, essendo simmetrici secondo un piano perpendicolare al piano di commessura delle valve.
Sono animali bentonici, sessili, fissati al substrato per mezzo del peduncolo, che fuoriesce da un foro detto foramen, di solito corto che ha inoltre una funzione di sostegno; a volte il fissaggio avviene per cementazione della valva ventrale.
I Brachiopodi attuali prediligono acque basse, fredde e temperate della piattaforma continentale (zona sublitorale) fino a poche centinaia di metri di profondità; quest’ultima aumenta nelle zone tropicali e subtropicali fino a profondità abissali.
Si nutrono di elementi in sospensione (diatomee e dinoflagellati); non sopportano abbassamenti della salinità rispetto a quella normale del mare, ad eccezione dei Lingulida che riescono, per brevi periodi, a sopravvivere in acque salmastre e/o dolci.
Nelle forme fossili vi sono rappresentate specie epiplanctoniche e, raramente, nectobentoniche.
I Brachiopodi attuali sono scarsi e poco importanti dal punto di vista ecologico.