Rischio ad evoluzione lenta
La penisola italiana è un'area geologicamente giovane, dove eventi sismici, dissesti geomorfologici e idraulici, insieme ai numerosi vulcani attivi, costituiscono gli effetti più diretti e vistosi della dinamica in atto.
In aggiunta a tali manifestazioni, che normalmente esplicano la loro azione distruttiva in tempi estremamente rapidi, ne esistono molte altre, che si possono definire di lungo periodo, i cui effetti negativi spesso non risultano immediatamente percepibili dall'uomo, ma devono comunque essere tenuti in debito conto nella programmazione e nella gestione del territorio. Fenomeni come la subsidenza, e più in generale i movimenti isostatici, i processi di erosione e sedimentazione, lo sviluppo o il degrado dei suoli, le caratteristiche delle falde acquifere, le emanazioni di gas dal sottosuolo, il carsismo, solo per citare i più evidenti, agiscono con continuità ben al di là della brevissima (in senso geologico) storia umana, finendo per incidere significativamente sull'evoluzione di molte aree. Naturalmente, va sottolineato che la suddivisione in fenomeni rapidi e lenti è solo una semplificazione della realtà naturale.
Un tipico esempio di fenomeno lento è il processo carsico, che si sviluppa con regolarità e senza manifestazioni evidenti in superficie anche per molte migliaia di anni, fino al momento del crollo della volta di una cavità, cui consegue la distruzione delle infrastrutture eventualmente collocate al di sopra di essa.
La concomitanza e l'interazione tra le due tipologie evolutive sono la regola e, non esistendo sempre una linea di demarcazione netta tra rapido e lento nell'ambito anche dello stesso fenomeno, è indispensabile un retroterra culturale ad ampio spettro per poter leggere con la dovuta competenza e affidabilità i processi evolutivi.