The Alpine evolution of the Aspromonte Massif: contraints for geodynamic reconstruction of the Calabria-Peloritani Orogen
86° Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana - Arcavacata di Rende (CS), 2012
L’escursione nel Massiccio dell’Aspromonte (Calabria meridionale), effettuata in occasione dell’86° Congresso della Società Geologica Italiana, nella suggestiva cornice del Parco Nazionale omonimo, è volta ad illustrare attraverso l’osservazione diretta di alcune aree chiave, l’evoluzione tettono-metamorfica del basamento cristallino di questo settore dell’attuale catena appenninica, focalizzando l’attenzione sulla complessa storia polimetametamorfica-polifasica che, a partire almeno dal limite Precambriano-Cambriano, ha guidato i principali processi petrogenetici delle rocce di basamento, modellando altresì l’attuale assetto fisiografico dell’intero massiccio.
Il Massiccio dell’Aspromonte costituisce insieme ai Monti Peloritani (Sicilia) il settore meridionale dell’Orogene (Calabro-Peloritano), un segmento dell’attuale catena sud appenninica affiorante nel Mediterraneo centrale a seguito dello smembramento dell’originale catena Ercinica sud europea durante le fasi meso-cenozoiche dell’orogenesi Alpina.
La struttura del Massiccio dell’Aspromonte può essere schematicamente descritta come un’articolata pila di falde tettoniche costituite da rocce di basamento metamorfico e da frammentarie coperture sedimentarie meso-cenozoiche. Le falde, dall’alto in basso corrispondono alle seguenti unità tettono-metamorfiche: l’Unità di Stilo, l’Unità Aspromonte-Peloritani e l’Unità di Madonna di Polsi. Quest’ultima unità affiora in tre finestre tettoniche chiamate rispettivamente Madonna di Polsi, Samo-Africo e Cardeto. Al di sopra della struttura a falde troviamo la successione silico-clastica oligo-miocenica della formazione Stilo-Capo d’Orlando che sutura a tratti il contatto tra le due falde tettoniche apicali. Quest’ultima formazione è parzialmente ricoperta in retroscorrimento dalla argille antisicilidi, che chiudono la sequenza a falde di ricoprimento, evolvendo verso le parti apicali con le sequenze sedimentarie neo-autoctone, come ad esempio quelle riconducibili alla serie gessoso-solfifera, ampiamente affioranti sul versante ionico del massiccio aspromontano.
DOI 10.3301/GFT.2013.01