Istituto Superiore per la Protezione
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Sinkhole urbani - Risultati raggiunti

 

Voragini dovute al crollo di cavità antropiche presenti nel sottosuolo di molte aree urbane italiane provocano e hanno da sempre prodotto danni alle infrastrutture, al patrimonio edilizio, con perdita talvolta di vite umane.

Negli ultimi dieci anni si è assistito inoltre ad un aumento della frequenza dei casi di sprofondamento nelle grandi aree metropolitane, ne sono esempio i casi di Roma, Napoli e Cagliari. Gli sprofondamenti sono risultati, dai dati sinora raccolti, connessi, per lo più, alla presenza di un’ estesa rete caveale o a dilavamenti dei riporti superficiali dovuti al malfunzionamento della rete fognaria.

Le cavità sotterranee sono state realizzate, nelle grandi città, principalmente per ricavare materiali da costruzione. L’estrazione di rocce piroclastiche per l’edilizia è diffusa soprattutto nel Lazio ed in Campania; l’estrazione di inerti per i calcestruzzi, di sabbie e ghiaie per vari usi, ha prevalso nel Lazio, in Abruzzo ed in Puglia. Rocce calcaree particolarmente tenere sono state estratte sin da tempi preistorici da cave in sotterraneo della Puglia, della Sicilia e della Lombardia. Altre grandi cavità nel sottosuolo sono state realizzate per l’estrazione di minerali (gessi, sale argento, pirite, oro ed altri metalli carbone), prevalentemente in Sicilia, Calabria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana, Sardegna.

Inoltre intricata rete caveale è stata realizzata al di sotto di molti centri urbani per la realizzazione di cisterne, serbatoi e cunicoli idraulici e per la costruzione di luoghi di culto sotterranei.

Non meno diffusa risulta la pratica antica di realizzare grotte utilizzate dapprima come rifugi di pastori e bestiame e, successivamente, come cantine e depositi (Abruzzo, Marche, Basilicata, Puglia e Lazio). Di tali reti caveali, che costituiscono a volte città sotterranee sotto la città, si è persa memoria, ovvero non sono adeguatamente riportate su cartografia specifica; tuttavia esse sono ancora attive o sepolte da terreni di riporto facilmente asportabili per dilavamento.

La presenza di tali vuoti antropici ovviamente facilita l’innesco di sprofondamenti di superficie che si perpetua in molti centri urbani da anni. A tali episodi si aggiungono sprofondamenti connessi a fenomeni naturali di dissoluzione carsica particolarmente spinti in formazioni litologiche evaporitiche o carbonatiche (particolarmente diffuse in Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Puglia), nonché fenomeni di sprofondamento connessi al perdite e malfunzionamenti della rete fognaria. Bisogna tener presente che il mancato controllo e la messa in sicurezza di tali cavità potrebbe amplificare gli effetti di eventuali sismi.

I database realizzati a livello nazionale sinora in Italia risultano oggi inadeguati e poco aggiornati sulle effettive realtà del fenomeno. L’ISPRA sta procedendo al completamento del censimento di sprofondamenti, alla verifica e alla fusione dei dati preesistenti. E’ stata avviata pertanto una ricerca di dettaglio sui primi tre capoluoghi di provincia maggiormente interessati dal fenomeno: Napoli, Roma Cagliari.

I dati raccolti sono stati organizzati in un database, con GIS ad esso associato. Sono stati censiti nel centro urbano di Roma (sino al raccordo anulare) oltre 1800 fenomeni di sprofondamento (anthropogenic sinkholes) verificatesi dalla fine dell’800 ad oggi, oltre 200 fenomeni di sprofondamento nel territorio del comune di Napoli verificatisi tra il 1915 e il 2012, ed alcune decine nella città di Cagliari. La genesi degli sprofondamenti appare legata a due importanti fattori causali tra loro fortemente interagenti: l’esistenza di una complessa ed estesa rete di cavità sotterranee e l’insufficienza del sistema di smaltimento fognario e delle acque di superficie; la causa innescante è costituita dagli eventi meteorici intensi e/o prolungati; non si evidenziano relazioni significative con eventi sismici. I meccanismi genetici ricorrenti sono legati alla infiltrazione di acqua nel sottosuolo per effetto di insufficienze della rete fognaria e di drenaggio o a crolli parziale o totale di una preesistente cavità sotterranea.

L’analisi dei dati raccolti potrà consentire di individuare alcuni elementi validi ai fini di una zonazione delle aree urbane in relazione alla suscettibilità a fenomeni di sprofondamento improvviso.