Manufatti aree costiere
Per manufatti in aree costiere si intendono tutti quegli
interventi di tipo ingegneristico che interagiscono con le tendenze
evolutive della fascia costiera, sia di tipo naturale sia indotte
da altre opere. Una prima suddivisione si pone tra le opere
finalizzate all’utilizzo della fascia costiera (per esempio,
bonifiche, porti, villaggi turistici) e quelle finalizzate al
controllo dei fenomeni dannosi per tali manufatti o per l'ambiente
antropizzato nel suo complesso (in primo luogo erosione o eccesso
di sedimentazione).
L'origine di tali fenomeni può essere sia naturale sia
indotta dai manufatti stessi per le modifiche determinate
dall’insufficiente comprensione delle dinamiche naturali nel
loro complesso. Tra queste opere, dette di difesa costiera, vi sono
le scogliere frangiflutti, le difese radenti, i pennelli etc.
In generale, questi interventi mirano a ridurre l’energia
delle correnti litoranee e del moto ondoso, favorendo così
localmente la deposizione dei sedimenti e quindi limitando
l'arretramento della linea di riva o addirittura favorendone
l'avanzamento.
Infine, tra gli interventi possono essere inclusi anche i
ripascimenti (prelievo di sabbia da fondali profondi e sua
ridistribuzione sui litorali in erosione) e i dragaggi nelle aree
portuali. Questi ultimi sono effettuati periodicamente per
garantire il movimento delle imbarcazioni nelle aree di manovra, ma
sono frequentemente ostacolati o comunque resi molto onerosi dal
contenuto d'inquinanti accumulati nei fanghi da rimuovere.
La scelta e la realizzazione delle opere marittime idonee a
integrarsi opportunamente con i processi evolutivi del litorale, e
quindi capaci di limitare al minimo il degrado dell'ambiente
costiero, non possono prescindere dall'individuazione della
dinamica del trasporto solido litorale e delle tendenze evolutive
naturali (clima, variabilità del livello del mare, movimenti
isostatici, subsidenza).
Va tenuto presente, inoltre, che qualunque opera realizzata a mare
costituisce un ostacolo al libero propagarsi delle correnti e delle
onde e pertanto interagisce con esse, dando luogo a effetti di
vario genere che possono risentirsi anche a grandi distanze. Ad
esempio, un'opera di protezione limitata a un breve tratto di una
linea di riva in erosione può aggravare i fenomeni erosivi
in atto o addirittura innescarne di nuovi sulle rive adiacenti non
protette. Da qui la necessità di non limitare la
programmazione degli interventi alle singole opere, bensì di
includere in essa elementi conoscitivi e previsionali tipici della
modellistica idrodinamica. Tali elementi permettono la messa a
punto di un sistema di difesa più accuratamente studiato e
progettato, che consenta un bilancio nel complesso positivo sia per
l'uomo che per l'ecosistema lungo l'intera fascia litoranea
coinvolta.
Aspetti non trascurabili nella fascia litorale sono anche quelli
ecologici, per l'impatto delle opere sull'ecosistema, e di
conseguenza anche sul turismo e sulla pesca. Tra i tanti esempi
possibili, ricordiamo il noto fenomeno dell'eutrofizzazione,
facilitato dal ristagno d'acqua intrappolata tra le scogliere
frangiflutti e la linea di riva, soprattutto in occasione di
sorgenti trofiche nelle vicinanze (per esempio, sbocchi di corsi
d'acqua e canali).