Dipendiamo tutti dalla sopravvivenza delle api
Le api e gli altri impollinatori, come farfalle e coleotteri, sono sempre più minacciati dalle attività umane
In quanto organismi fissi, le piante, nella maggiorana dei casi, devono la loro riproduzione al servizio di agenti esterni che operano l’impollinazione, la fase di partenza della riproduzione delle piante, che consiste nel trasferimento dei granuli di polline dalle antere, dove è stato prodotto, sullo stigma, la parte apicale del pistillo, l’apparato riproduttore femminile. Da qui, il polline inizia il suo cammino, attraverso lo stilo, prima di raggiungere un ovulo, dentro l'ovario, per operare la seconda fase della riproduzione: la fecondazione. Una volta fecondato, l'ovulo si trasforma in seme. Il fiore appassisce, mentre l'ovario si ingrossa e si trasforma in frutto.
Nelle piante da fiore, gli agenti di impollinazione sono (in ordine decrescente di importanza) gli impollinatori animali (api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli, mammiferi), il vento e l’acqua.
Quasi il 90% delle specie di piante da fiore selvatiche del mondo e il 75% delle specie mondiali di interesse agrario dipendono per la loro riproduzione, interamente o in parte, dall'impollinazione1 operata da animali.
Gli impollinatori animali, in questo modo, sono il fondamento della sicurezza alimentare e il presupposto per la conservazione della biodiversità e della nostra stessa esistenza.
Il valore economico del servizio di impollinazione operato dagli animali è stimato valere circa 153 miliardi di euro a livello mondiale, dei quali circa 22 nella sola Europa e 2,5 per l’Italia, mentre la produzione agricola mondiale direttamente associata all'impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari.
Tra tutti gli impollinatori, gli Apoidei sono i più numerosi, con 20 mila specie presenti in tutto il mondo, comprendendo gli apoidei selvatici e le api da miele gestite, Apis mellifera. La varietà ligustica è conosciuta nel mondo come ape italiana. Il valore di questa specie, originaria di Europa, Asia e Africa, deriva dal fatto che l’uomo da millenni ha con essa un rapporto di mutuo vantaggio, e oltre alla fornitura di un efficiente servizio d’impollinazione, produce miele e di altri prodotti dell’alveare, tutti importanti per il benessere psico-fisico umano.
Nell’Unione Europea sono presenti più di 600.000 apicoltori, che gestiscono 17 milioni di alveari, per una produzione totale annua di circa 250.000 tonnellate di miele.
Il rapporto tra uomo e Apis mellifera risale, come dimostrano i numerosi reperti iconografici, all'Antico Regno di Egitto (circa 2.400 a.C.) ma, probabilmente, anche a tempi precedenti.
Le api e le attività a loro legate sono state integrate nelle culture e nelle tradizioni locali, supportando le attività umane e sono state fonte d’ispirazione per le arti, le religioni e le tradizioni dei popoli.
I servizi e i benefici vitali forniti dalle api e dagli altri impollinatori, di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno, sono ora gravemente minacciati. La stessa esistenza degli impollinatori è ormai in pericolo. L’abbondanza delle popolazioni e lo stato di salute delle api e di tante altre specie impollinatrici sono sottoposti a rischi e pressioni di varia natura. Numerose specie sono ormai a rischio di estinzione.
L'impollinazione delle piante da fiore da parte degli animali rappresenta un servizio ecosistemico di grande valore per l'umanità, sia dal punto di vista economico sia per il beneficio sulle piante spontanee e coltivate. Tuttavia, solo negli ultimi anni è stata apprezzata la necessità di una conservazione attiva delle interazioni dovute all’impollinazione. I sistemi di impollinazione sono sempre più minacciati dagli impatti diretti ed indiretti causati dall’uomo, tra cui la frammentazione dell'habitat, i cambiamenti nell'uso del suolo, le moderne pratiche agricole, le invasioni di piante e animali non autoctoni per finire con l'uso di pesticidi che comprendono: insetticidi, erbicidi, fungicidi e biocidi utilizzati quest’ultimi anche per il controllo degli insetti molesti.
Anche il declino degli impollinatori è associato ad una serie di pressioni ambientali che spesso agiscono in sinergia tra loro quali: distruzione, degrado e frammentazione degli habitat; inquinamento da agenti fisici e chimici; cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive; parassiti e patogeni. La gravità della situazione è testimoniata da una serie innumerevole di studi e ricerche, incluso un recente rapporto ad hoc dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), la massima autorità scientifica mondiale in tema di biodiversità, e da una serie di misure a tutela degli impollinatori assunte nel contesto delle politiche, nazionali e comunitarie, nei settori dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute, della ricerca e dell’innovazione (IPBES,2017; IPBES, 2019).
ISPRA dal 2015 cura la pubblicazione e l’aggiornamento di un indicatore, all’interno dell’Annuario dei Dati Ambientali, “Moria di api dovuta a uso di fitosanitari”. Lo sviluppo di questo indicatore è fondato sulle segnalazioni volontarie degli apicoltori ai Servizi Veterinari delle AASL, trasmesse poi agli IZS – Istituti Zooprofilattici Sperimentali regionali. Tale attività è coordinata da IZSVE (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie) il quale raccoglie le informazioni in un database nazionale e le trasmette annualmente ad ISPRA, che elabora e valida i dati aggiornando il relativo indicatore. I dati delle morie delle api dal 2015 al 2023 indicano, presumibilmente, un uso spesso improprio di fitosanitari, in quanto le api stesse o le matrici apistiche rivelano in tutti questi anni, in modo più o meno costante, la presenza di uno o più principi attivi. Nel 2023, come anche negli anni precedenti, i piretroidi risultano tra i principi attivi più rinvenuti nei campioni, ampiamente utilizzati in agricoltura come anche per le disinfestazioni contro le zanzare e altri insetti molesti. Mediamente, questa famiglia di composti chimici, risulta altamente tossica per gli insetti impollinatori, incluse le api, come anche molto tossici per l’uomo. Anche nel corso del 2023 come nei 9 anni precedenti, i mesi con maggior numero di casi di morie denunciati sono stati, maggio e aprile, coincidenti con le fioriture primaverili. In tali periodi è vietato effettuare trattamenti fitosanitari poiché le api svolgono un’intensa attività di bottinamento che le rende maggiormente vulnerabili alla presenza di inquinanti diffusi presenti nell’ambiente e sui fiori, in particolare ai fitosanitari utilizzati nelle aree agricole.
Per migliorare la consapevolezza sull’importanza delle api e in genere degli impollinatori, sulle minacce che essi devono affrontare e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile, le Nazioni Unite hanno designato il 20 maggio come Giornata mondiale delle api.
L’obiettivo è rafforzare le misure volte a proteggere le api e altri impollinatori, anche per il servizio di impollinazione e i conseguenti servizi di fornitura di prodotti alimentari , fibre e legname che essi offrono all’umanità.
In riconoscimento del ruolo fondamentale che i giovani possono svolgere nel risolvere le sfide che le api e gli altri impollinatori si trovano ad affrontare, la Giornata mondiale delle api 2024 si concentra sul tema “Le api impegnate con i giovani”. Questo tema sottolinea l’importanza di coinvolgere i giovani negli sforzi di conservazione dell’apicoltura e degli impollinatori, riconoscendoli come futuri custodi del nostro ambiente.
La campagna di quest'anno mira a sensibilizzare i giovani e le altre parti interessate sul ruolo essenziale delle api e di altri impollinatori nell'agricoltura, nell'equilibrio ecologico e nella conservazione della biodiversità. Coinvolgendo i giovani in attività di apicoltura, iniziative educative e sforzi di sensibilizzazione, possiamo ispirare una nuova generazione di leader ambientali e consentire loro di avere un impatto positivo sul mondo.
Da almeno due decenni l’ISPRA è impegnata in iniziative e progetti di monitoraggio dell’ambiente e delle popolazioni di impollinatori, incluse le api da miele. Attualmente tra i progetti in corso ricordiamo: “Apincittà”, un'indagine di monitoraggio delle api e della flora d’interesse apistico, in collaborazione con il CUFAA, Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, e il progetto VeBS sul buon uso degli spazi verdi e blu per la promozione della salute e del benessere, anche attraverso la salvaguardia dei servizi ecosistemici, quale quello dell’impollinazione, in particolare svolto dagli apoidei.
ISPRA da anni collabora con enti di ricerca, istituzioni e associazioni private impegnate in campo ambientale e sociale per la valorizzazione e l’inserimento delle persone, tra cui i giovani, diversamente abili nelle attività professionali e nella vita lavorativa. L’Istituto è anche impegnato in attività didattica, di informazione e formazione in campo ambientale, negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e in corsi e lezioni sia frontali sia online, su piattaforme istituzionali e di e-learning.
Finora l'UE nel mettere in atto azioni specifiche a tutela degli insetti pronubi si è concentrata soprattutto sulle api mellifere domestiche, sostenendo gli aspetti sanitari e ambientali dell'apicoltura (servizi veterinari, pratiche apistiche, attività degli apicoltori, ecc.).
Tuttavia l’Iniziativa dell’Unione Europea a favore degli insetti impollinatori, denominata EU Pollinator Initiative, diversamente affronta le sfide e le minacce comuni a tutti gli impollinatori. Come tale, fornirà un contributo fondamentale a tutti gli insetti impollinatori comprese le api mellifere.
Mentre le attuali evidenze dimostrano, senza dubbio, un allarmante declino delle popolazioni di impollinatori sia a livello regionale che locale, giustificando un'azione immediata, la portata del problema non è ancora nota a causa di significative lacune conoscitive. Per quanto concerne api e farfalle europei, i dati disponibili mostrano che una specie su dieci in entrambi i gruppi è minacciata di estinzione. Inoltre, una specie di ape e farfalla su tre ha una popolazione in declino che indica una tendenza futura negativa. Per oltre la metà delle specie di api non ci sono dati sufficienti per valutarne lo stato o le tendenze. Dati insufficienti a fornire informazioni sullo stato e sulle tendenze a livello UE anche per gli altri insetti. Per comprendere l'intera portata del problema, si rende quindi necessario predisporre un programma di monitoraggio degli impollinatori a lungo termine su tutto il territorio europeo. L’iniziativa garantirà la raccolta dei dati necessari alla valutazione dello stato attuale e delle tendenze future, fornendo informazioni su quanto sta accadendo, sulle tendenze e sul successo delle azioni di mitigazione approntate.
Le attuali conoscenze scientifiche suggeriscono che non esiste un solo fattore causa di declino degli impollinatori. Pietra miliare sugli impollinatori è il rapporto pubblicato dalla Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), dove si menzionano: il cambiamento nell'uso del suolo, la gestione agricola intensiva, l'uso di pesticidi, l'inquinamento ambientale, le specie esotiche invasive, i patogeni e i cambiamenti climatici, quali principali minacce. Questi fattori spesso lavorano in combinazione, con il risultato di effetti sinergici che esercitano una forte pressione sugli impollinatori.
L'iniziativa dell'UE rafforzerà l'attuale conoscenza e valutazione del rischio dei pesticidi per gli insetti pronubi con l'obiettivo di garantire che le sostanze autorizzate non costituiscano una minaccia per gli impollinatori. Laddove siano dimostrati impatti dannosi sugli impollinatori, saranno prese misure legali per limitare o vietare l'uso di tali sostanze. L'iniziativa promuoverà inoltre l'adozione di obiettivi e misure specifiche per gli impollinatori all’interno dei piani d'azione nazionali sull'uso sostenibile dei pesticidi, al fine di ridurre i potenziali impatti dei pesticidi stessi su questi insetti. L'UE ha già uno dei sistemi normativi più severi al mondo per quanto riguarda l'approvazione dei pesticidi. La Commissione ha rafforzato ulteriormente i requisiti dei dati per la presentazione dei dossier esaminati insieme all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in merito all'impatto dei pesticidi sulle api e l'UE ha recentemente vietato l'uso all'aperto di tre pesticidi noti come neonicotinoidi che si sono dimostrati dannosi sia per le api da miele che per le api selvatiche.
Nel 2000, la Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione sulla diversità biologica (CBD) ha istituito un'iniziativa internazionale per la conservazione e l'uso sostenibile degli impollinatori (International Pollinator Initiative). La FAO (Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura) facilita e coordina l'iniziativa.
Alla COP della CBD nel 2016, il governo olandese ha lanciato la Coalizione della volontà sugli impollinatori - un gruppo di paesi che hanno già o intendono sviluppare una strategia sugli impollinatori.
L'Iniziativa UE per gli impollinatori mira a rafforzare il sostegno alle azioni di conservazione nell'ambito dell'Iniziativa internazionale per gli impollinatori e a promuovere la collaborazione internazionale attraverso la Coalizione per la tutela degli impollinatori. In questo modo l'UE assumerà un ruolo più attivo negli sforzi di conservazione globale per gli impollinatori.
Promuovere sistemi agricoli più diversificati e ridurre la dipendenza dalle sostanze chimiche pericolose per uomo ed impollinatori, può facilitare e migliorare il servizio d’impollinazione. Inoltre, questo approccio può migliorare la qualità e la quantità del cibo, a vantaggio sia della salute dell’uomo e degli ecosistemi.
1 L’impollinazione è il trasferimento dei granuli di polline dalle antere, dove è stato prodotto, agli ovuli.