Qualità dell'aria
L’inquinamento atmosferico può essere definito come la presenza in aria di una o più sostanze in concentrazione tale da avere la potenzialità di produrre un effetto avverso.
Gli inquinanti ritenuti prioritari tenuto conto dei loro effetti e dell’entità delle loro emissioni sono gas inorganici (biossido di zolfo, SO2; ossidi di azoto, NOX; biossido di azoto, NO2; monossido di carbonio, CO; ozono, O3), composti organici volatili (quali ad esempio benzene e formaldeide) e materiale particolato aerodisperso (o aerosol), una sospensione di particelle solide o liquide disperse in aria, di diversa dimensione e composizione in funzione della loro origine. Alcuni composti in forma particellare hanno una particolare rilevanza igienico-sanitaria (come gli idrocarburi policiclici aromatici, tra cui il benzo(a)pirene), e diversi metalli e semimetalli (come arsenico, nichel, cadmio, mercurio e piombo).
Gli inquinanti gassosi e le particelle solide e liquide emessi direttamente dalle varie sorgenti antropiche e naturali sono detti “primari”. Complessi meccanismi chimico-fisici governano il loro destino, la permanenza e la reattività in atmosfera.
A partire da questi, detti “precursori”, attraverso una complessa serie di reazioni chimiche, possono formarsi in atmosfera altri inquinanti gassosi (ad esempio l’ozono troposferico e il biossido di azoto) e nuove particelle. Gli inquinanti gassosi che si formano in atmosfera e le nuove particelle sono detti “secondari”.
La valutazione dello stato della qualità dell’aria ambiente è regolata dalle direttive europee 2008/50/CE e 2004/107/CE e a livello italiano dal D.Lgs 155/2010 e s.m.i.
In larga parte del territorio dell’Unione non sono ancora rispettati i valori limite e i valori obiettivo previsti dalle direttive europee, per il PM10, il PM2,5, il biossido di azoto, il benzo(a)pirene e l’ozono sebbene si osservi una lenta riduzione dei livelli, come risultato della riduzione delle emissioni degli inquinanti e dei loro precursori.
Nel quadro europeo, l’Italia con il bacino padano, rappresenta ancora una delle aree dove l’inquinamento atmosferico dovuto al materiale particolato PM10 e PM2.5, è più rilevante (EEA 2022, https://www.eea.europa.eu//publications/air-quality-in-europe-2022).
ISPRA garantisce il supporto tecnico al Ministero dell’ambiente nelle attività e nei gruppi di lavoro del Coordinamento ex art. 20 del D.Lgs. 155/2010.
In questo contesto fornisce supporto al Ministero nelle attività di comunicazione a livello europeo dei dati e delle informazioni sulla qualità dell’aria sul territorio nazionale, raccogliendo i dati e le informazioni trasmesse da Regioni e Province Autonome e gestisce il flusso delle informazioni verso l’Europa secondo quanto previsto dalla Decisione 2011/850/UE, che ha definito i criteri per la comunicazione di informazioni sulla qualità dell’aria ambiente tra gli stati membri.