CONCEPTU Maris “CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability”
Il progetto è stato formulato sulla consapevolezza che il Mar Mediterraneo stia subendo gravi cambiamenti a causa delle crescenti pressioni antropiche. I cetacei e le tartarughe marine pelagiche sono tra le specie più carismatiche e importanti dei nostri mari e bioindicatori cruciali delle loro condizioni di salute, poiché il loro benessere riflette l’integrità della rete alimentare in ogni sua componente.
Lo stato di conservazione delle specie interessate dal progetto è ancora considerato carente di dati per la maggior parte dei taxa, almeno secondo l’ultimo report della Direttiva Habitat (2013 – 2018) e il report AEA (n. 10/2020), in cui si afferma che “i mammiferi marini (cetacei) sono tra le specie con la più alta percentuale di valutazioni sconosciute (oltre il 78 %)”. La carenza di dati è principalmente dovuta al fatto che le specie di cetacei e tartarughe marine trascorrono la maggior parte della loro vita in aree remote offshore più difficili da monitorare a causa della loro estensione, della natura altamente dinamica e degli alti costi connessi alla realizzazione di indagini regolari su larga scala, che superino le difficoltà dei confini politici.
Con i loro movimenti offshore, questi animali sono esposti a molteplici fattori di stress antropici, come il traffico marittimo e la presenza di rifiuti. In particolare, il traffico delle imbarcazioni è responsabile di inquinamento acustico, inquinamento delle acque ed è fonte di disturbo subacqueo nei confronti della fauna marina. Il disturbo causato dalle imbarcazioni può determinare cambiamenti a breve e lungo termine nel comportamento e nella distribuzione delle specie CEPTU ed è direttamente correlato al rischio di collisioni. La densità e la composizione del traffico marittimo cambia durante l’anno e il potenziale impatto su cetacei e tartarughe varia nel tempo e nello spazio, in base cioè alla distribuzione spazio-temporale sia delle specie che delle minacce. L’inquinamento da plastiche è uno dei principali elementi critici per la sopravvivenza di queste specie, a causa del rischio di impigliamento, ingestione o effetti tossicologici. L’impigliamento negli attrezzi da pesca abbandonati o in uso contribuisce anche all’aumento dei rischi legati alla pressione dell’industria della pesca stessa nelle zone pelagiche. Nel Mar Mediterraneo non esistono strutture permanenti in grado di trattenere a lungo termine i rifiuti, per cui il rischio legato ai rifiuti marini è diffuso su scala vasta, con elevata variabilità stagionale sia nella quantità che nella composizione. Tali caratteristiche, unite alla spiccata natura mobile delle specie di cetacei e tartarughe, portano a un’elevata vulnerabilità quasi ovunque, ma con intensità diversa a seconda delle aree e delle stagioni. Pertanto, per pianificare strategie di mitigazione efficaci, è necessaria una conoscenza precisa della distribuzione spazio-temporale di entrambi i gruppi di specie e delle minacce a cui sono esposte nelle aree offshore.
La maggior parte di queste specie trascorrono la maggior parte della loro vita in vaste regioni marine che non sono specificamente protette. Le Aree Protette da sole, pur essendo tra i più efficaci strumenti di gestione territoriale per la conservazione delle specie vulnerabili e dei loro habitat, non possono garantire una conservazione efficiente soprattutto per le specie migratorie ad ampio raggio. A tal fine, la normativa richiede di attivare “un rigoroso regime di protezione dell’intero areale naturale della specie, sia all’interno che all’esterno dei siti Natura2000” (Direttiva Habitat) individuando le aree importanti (es. corridoi) per dare priorità alle azioni di mitigazione e alle misure di conservazione.
Il progetto CONCEPTU Maris affronterà molte sfide negli anni a venire, tentando di portare soluzioni a numerose carenze nella conservazione dei cetacei e delle tartarughe del Mediterraneo:
- raccogliere informazioni sulle esigenze ecologiche spazio-temporali delle specie target per la mappatura delle aree importanti per la loro conservazione;
- raccogliere informazioni sulle principali minacce per la mappatura delle aree/stagioni ad alto rischio in cui l’applicazione delle misure di conservazione sarà una priorità;
- definire un approccio standard efficace per la sorveglianza a lungo termine dello stato di conservazione delle diverse specie nel loro areale;
- favorire la cooperazione internazionale per lo sviluppo e l'adozione di procedure concordate al fine di supportare l’identificazione di aree importanti e per la sorveglianza a lungo termine dello stato di conservazione delle specie target.
Azioni principali del progetto
- il Life CONCEPTU MARIS avanza e implementa le migliori pratiche della Rete internazionale di monitoraggio FLT Med (https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/biodiversita/lispra-e-la-biodiversita/attivita-e-progetti/flt-mediterranean-monitoring-network-marine-species-and-threats?set_language=it) e i progetti Interreg MEDSEALITTER (https://medsealitter.interreg-med.eu/) per il monitoraggio continuo da traghetto di cetacei e tartarughe, traffico marittimo e rifiuti marini, utilizzando metodi standard e innovativi. Il monitoraggio visivo viene infatti integrato con tecniche di DNA ambientale (eDNA), analisi degli isotopi stabili e raccolta di dati ambientali in situ che integreranno dati di telerilevamento e prodotti basati su modelli. Grazie a queste azioni, saranno raccolti e resi disponibili una grande quantità di dati ambientali e biologici e sarà istituita la prima banca del DNA ambientale in Mediterraneo.
- Un'azione importante è incentrata sul coinvolgimento diretto dei principali attori dell'industria marittima, capitalizzando e implementando il progetto SICOMAR plus (http://interreg-maritime.eu/web/sicomarplus), e del pubblico in generale attraverso attività specifiche di citizen science. La formazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini e del personale marittimo è considerata già una concreta azione di conservazione da cui ci si può aspettare un cambiamento comportamentale nei confronti delle problematiche di conservazione.
- Un'azione strategica del progetto è il coinvolgimento diretto di stakeholder multisettoriali nell'Advisory Board del progetto. Nell'Advisory Board sono coinvolte 29 organizzazioni tra cui Enti Nazionali, Regionali e Locali (tra cui i Ministeri della Transizione Ecologica di Italia, Francia e Spagna), Organizzazioni Internazionali del settore della conservazione delle specie (es. Accobams, Pelagos, RAC-SPA, MedPan, IMPEL, Ufficio Francese per la Biodiversità, Museo Nazionale di Storia Naturale francese), compagnie di navigazione e consorzi marittimi di settore, rappresentanti della comunità scientifica e del settore della Green 'Blue Economy'. L'Advisory Board è uno strumento concreto per il coordinamento e l'attuazione del progetto che garantisce la coerenza delle azioni progettuali con lo scenario intersettoriale attuale, e per l'identificazione di misure di mitigazione efficaci e fattibili.
- Tutti i dati, le informazioni e le proposta di misure di mitigazione saranno integrati in un un Decision Support System che consentirà di identificare le misure di conservazione più efficaci.
Il progetto è iniziato il 10 gennaio 2022 e terminerà il 9 Gennaio 2026.
Tra i partner nazionali e internazionali: ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in qualità di beneficiario coordinatore, il Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale – Fondazione CIMA, la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, EcoOcéan Institut, l’area marina protetta di Capo Carbonara, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università di Palermo, l’Università degli Studi di Torino e l’Universitat de València, Triton Research Srl.
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