"Il mare che non ti aspetti", "Che succede laggiù?"
Specie aliene, più pericolose nel Mediterraneo
E' partita il 19 luglio la campagna di divulgazione dell'ISPRA per raccontare le specifiche e molteplici attività sviluppate dai propri ricercatori, anche in team con altri settori di intervento, in ottemperanza ai programmi condivisi in ambito europeo, sia attraverso l’osservazione e il monitoraggio degli ambienti marini, sia in ambito della ricerca in laboratorio.
La quindicesima uscita è dedicata alle specie aliene più pericolose nel Mediterraneo.
La presenza e l’eventuale introduzione di nuove specie aliene può essere più pericolosa nel Mediterraneo che in altri bacini in virtù del fatto che il Mare Nostrum, nonostante costituisca meno dell’1% dell’estensione totale delle acque marine del nostro pianeta, ospita circa il 7,5% delle specie animali mondiali (circa 17.000, una ricchezza specifica 10 volte superiore alla media).
Mediamente viene segnalata una nuova specie non indigena ogni 9 giorni, ma è quasi impossibile fornire un numero esatto delle NIS che attualmente stanno trovando un ambiente favorevole lungo le nostre coste. Inoltre, data la particolare morfologia del Mediterraneo e in virtù dei collegamenti con i bacini adiacenti, l’incremento è stato nettamente superiore rispetto ad altri bacini come il Mar Nero, il Mar Baltico o l’Oceano Atlantico. Questa invasione porta l’involontaria firma dell’essere umano.