Voulez-vous a rendez-vous?
Davide Pagliaroli. Foto Daniela Genta
L’ululato indotto o wolf howling è una delle tecniche più affascinanti ed evocative utilizzate nell’ambito dello studio delle popolazioni di lupo. I cuccioli nati in primavera, dopo circa tre mesi vengono spostati dalla tana in luoghi aperti ma protetti, chiamati siti di rendez vous. Qui grazie alla cura e alle attenzioni del branco inizieranno quelle esperienze che li porteranno verso l’età adulta.
Localizzare i siti di rendez vous significa capire come è andata la stagione riproduttiva del branco, ma non è un’attività semplice. In molte regioni d’Italia, nelle notti tra luglio e settembre, i tecnici faunistici lanciano degli ululati in aree opportunamente scelte e valutano le risposte che arrivano nel buio dalle valli, dai boschi e dalle colline.
Come funziona?
I cuccioli, nel rendez vous, sono facilmente eccitabili e sensibili all’ululato. Tra le ragioni biologiche di questo comportamento c’è sia la necessità di restare in contatto e farsi localizzare dagli adulti, sia l’opportunità di sviluppare quella serie di relazioni sociali che vedranno il loro compimento nella vita adulta all’interno del branco. Secondo un modello di idoneità ambientale, che tiene conto della lontananza di centri abitati e strade, presenza di una vegetazione adatta e vicinanza di acqua, si individuano le stazioni di emissione, i luoghi dove “lanciare” degli ululati registrati con dei megafoni. Se il rendez vous è in un raggio di 1,5 km circa, è probabile che i cuccioli rispondano. A questo punto, conoscendo l'orografia del territorio, si valuta la direzione di provenienza e una distanza approssimativa del punto di risposta.
L’ululato viene emesso all’imbrunire, avendo cura di non far rumore nell’avvicinamento. Il senso cui ci si abbandona è l’udito, che va fatto abituare al rumore di fondo (sospiro) delle notti d’estate. In montagna sono i grilli, qualche uccello notturno e lo spirare del vento. Il latrato del cane arriva ogni tanto dalle fioche luci che punteggiano la valle. E proprio nel mezzo di questa sospensione uditiva, quando anche gli occhi si sono abituati alla luce delle stelle, che si emette l’ululato. Una sequenza della durata di circa un minuto e mezzo che solca la valle, rimbalza sulla roccia, si perde nel bosco e raggiunge gli anfratti del monte. Poi si resta in ascolto, trattenendo il fiato, abbandonando la vista e facendosi orecchio. A volte non succede nulla. La pazienza della notte e la costanza del vento aiutano a continuare l’attività nei giorni successivi fin quando all’ululato lanciato dal megafono segue un timido guaito, poi un altro… pausa, altri due, tre fino a comporre un contrappunto incredibilmente ricco di suoni e modulazioni che confonde, sorprende, fa sgranare gli occhi e infine sorridere. È la cucciolata che risponde, che armonizza le voci secondo degli schemi ancora poco noti, che dice che in quella zona il branco anche quest’anno si è riprodotto.
L’attività di wolf howling l’anno scorso ha permesso di tracciare alcuni percorsi (transetti) su cui rilevare i segni di presenza nell’ambito del monitoraggio nazionale del lupo coordinato da ISPRA su mandato del ministero della Transizione Ecologica. Molti dei tecnici impegnati in questi giorni nell’attività di wolf howling in tutta Italia hanno coordinato a scala regionale il monitoraggio nazionale del lupo. Sono stati coinvolti anche alcuni volontari che appartengono alla rete creata per il supporto del monitoraggio nazionale del lupo, per dar seguito a quell’idea di cittadinanza ambientale attiva che ci auguriamo continui a dare risultati in termini di partecipazione, relazioni e conoscenze delle tematiche legate all’ambiente.
Ringraziamo, per Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Alessandro Rossetti e Federico Morandi, Iea (Istituto di ecologia applicata) affidatario dell’attività di wolf howling nel Parco nell’ambito del contratto di servizio per lo svolgimento delle attività previste nel progetto WOLFNET2.0 “Misure coordinate per la tutela del lupo appenninico”. Ringraziamo Valeria Salvatori, Paola Fazzi, Marco Bonanni, Marco Lucchesi, Davide Pagliaroli, tutti di Iea, ma anche coordinatori e tecnici del monitoraggio nazionale del lupo, per averci supportato e fatto partecipare alle sessioni di wolf howling da loro effettuate. Le volontarie Elisa Rossini e Paola Napoletano.
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