I risultati del monitoraggio nazionale del lupo in un articolo scientifico
A due anni dall’uscita dei risultati del monitoraggio nazionale del lupo esce un articolo scientifico che approfondisce i metodi di analisi statistica utilizzati
In uno studio uscito sulla rivista Wiley Ecology & Evolution si approfondiscono le metodologie utilizzate per produrre le stime di abbondanza e distribuzione diffuse dal monitoraggio nazionale del lupo nell’Italia peninsulare.
Il monitoraggio demografico delle specie è alla base delle strategie di conservazione e gestione del patrimonio naturale ma, per animali che vivono in aree molto estese e presentano basse densità di popolazione, come i grandi carnivori, la raccolta dei dati sul campo può risultare complessa. Negli ultimi anni, l’avvento di nuove tecnologie come DNA ambientale, fototrappole, sistemi GPS, droni e indagini genetiche non invasive ha consentito sempre più di raccogliere grandi quantità di dati ambientali e demografici georeferenziati. Dall’analisi statistica di tali dati si ottengono le stime dell’abbondanza e della distribuzione delle specie in esame.
Nonostante i progressi tecnologici degli ultimi anni, stimare i parametri demografici di specie elusive rimane un compito complesso, soprattutto quando la scala di riferimento è quella di un’intera nazione o di più nazioni confinanti. L’articolo analizza una nuova famiglia di modelli demografici integrati di occupancy e di cattura ricattura spazialmente espliciti (SCR), mettendone in evidenza i benefici per la stima della distribuzione e abbondanza dei grandi carnivori e discutendo le ulteriori possibilità di miglioramento per il futuro.
Nello specifico, l’analisi ha evidenziato come il lupo abbia ormai occupato la quasi totalità delle aree idonee alla sua presenza nell’Italia peninsulare. Circa il 75% delle aree interessate dallo studio sono infatti risultate utilizzate dalla specie per almeno una parte dell’anno. La stima delle dimensioni di popolazione per le regioni appenniniche è risultata pari a 2557 individui, con una forchetta di errore compresa tra 2127 e 2884. Integrando tale stima con quella ottenuta per le regioni alpine, si è ottenuta una consistenza complessiva per la popolazione di lupi sul territorio nazionale pari a 3501 individui, con una forchetta di errore compresa tra 2949 e 3945. Si tratta della prima stima formale della popolazione, prodotta tramite un campionamento simultaneo sull’intero territorio nazionale e facendo uso di metodologie di analisi in linea con gli ultimi sviluppi scientifici.
Gli studi di simulazione hanno poi suggerito che, qualora si ripetesse la stima, almeno il 30% del territorio nazionale dovrebbe essere sottoposto a campionamento genetico non invasivo.
Nella figura a): la stima della distribuzione del lupo nelle regioni dell’Italia peninsulare. Le differenti gradazioni di rosso indicano una crescente probabilità che la cella sia utilizzata dalla specie per almeno una parte dell’anno.
Nella figura b): l’incertezza associata alla stima di distribuzione. Le celle rappresentate con colori rosso intenso sono quello per le quali la stima di distribuzione è risultata più incerta, mentre quelle con colori più chiari (fino al bianco) sono quelle per le quali la stima di distribuzione è risultata più precisa.
Monitoraggio nazionale del lupo
Infografiche con i risultati del monitoraggio nazionale del lupo