Api, farfalle e altri impollinatori in declino. Anche il meteo d'inverno contribuisce
La maggior parte delle api e degli Apoidei va in letargo durante i mesi più freddi. In molte specie, solo la regina sopravvive all'inverno, emergendo in primavera per ristabilire una colonia. Ma le api da miele (specie Apis mellifera) rimangono attive per tutto l'inverno, nonostante le temperature gelide e la scarsità di fiori di cui nutrirsi. L'inverno è la stagione in cui le api raccolgono i frutti del loro duro lavoro, vivendo del miele che hanno prodotto e immagazzinato.
Tuttavia, con l'arrivo dell'inverno e delle temperature più rigide si registra un aumento della mortalità della popolazione delle api, già fortemente provate da una serie di fattori che agiscono sia in ambiente rurale sia urbano e peri-urbano: meccanizzazione dei coltivi, diserbo, trattamenti contro patogeni e parassiti (acari, insetti e altre specie animali considerate "moleste"), distruzione di habitat naturali come siepi, filari e aree incolte a margine dei coltivi.
Dalle analisi sul campo risulta un aumento medio della mortalità, nel periodo invernale, che varia dal 5 al 20% (fonte Epilobee) impattando sia in termini naturali che economici. Si stima che la produzione agricola mondiale direttamente associata all'impollinazione animale rappresenti un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari, dello stesso ordine di grandezza dei fondi messi a disposizione dal Next EU Generation Fund.
Nell'Unione Europea il settore dell'apicoltura coinvolge 600 mila lavoratori, che gestiscono 17 milioni di alveari per produrre circa 250 mila tonnellate di miele l’anno. Nel nostro continente la metà delle specie di insetti è in grave declino e un terzo è in pericolo di estinzione, mentre il 10% delle specie di api e farfalle è minacciato di estinzione e il 37% delle popolazioni di api sta diminuendo drasticamente. Il declino della popolazione delle farfalle è arrivato al 31%.
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