Il Programma C.E.R.A. nel quadro dell’Agricoltura sociale
Autori: Stefano Lucci (ISPRA) e Francesco Campanelli (ISPRA)
ISPRA, nell’ambito di un progetto relativo all’apicoltura e alla ricerca delle cause che determinano i fenomeni di mortalità delle api e di spopolamento degli alveari, è stata sollecitata ad avviare e a collaborare ad una serie di iniziative che si inquadrano nelle moderne tendenze della multifunzionalità in agricoltura.
Il Programma C.E.R.A.
Il Programma C.E.R.A., Curare Educare Relazionarsi con le Api - il mondo delle api nella didattica e nel sociale[1], in particolare, si colloca nell’esperienza dell’agricoltura sociale (AS) e attua alcune funzioni da essa contemplate e ritenute rilevanti (Box 1 e Box 2).
Il Programma ha preso il via nel settembre 2010 presso la Fattoria sociale “Sabrina Casaccia” di Castel Giuliano (Bracciano, RM) ed ha costituito quasi un esordio della Fattoria sociale, nell’ambito della quale sono stati successivamente avviati numerosi altri progetti. E’ nato da una collaborazione tra l’ISPRA, che ne è il coordinatore, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana (IZS LT), l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio (ARSIAL) e l’Associazione per l’Assistenza e Integrazione Sociale (AAIS) di Bracciano, che gestisce la fattoria stessa.
L’A.A.I.S. di Bracciano dal 1981 si prende cura di diversamente abili adulti e si adopera per un loro inserimento lavorativo protetto. Nel 2010 ha avviato le attività del Centro sociale polifunzionale, che è costituito da un appezzamento di circa quattro ettari di terreno agricolo di proprietà comunale e da un prefabbricato in legno, che dispone di locali adatti per svolgere lezioni frontali ed attività di laboratorio, di recente ampliato e riorganizzato grazie ad un finanziamento ottenuto dalla onlus “ENEL cuore”.
Il Programma intende offrire soluzioni a diverse esigenze formative, didattiche, terapeutiche e sociali, coprendo almeno tre degli ambiti di azione dell’AS: formazione e inserimento lavorativo, riabilitazione/cura ed educazione. Si articola in vari progetti:
- Progetto “Unità apistica didattica”: gestione di un Apiario didattico e di un Laboratorio di smelatura, allestito presso il Centro Sociale Polifunzionale A.A.I.S in locale idoneo per svolgere attività educative con scuole del territorio;
- Progetto “APIABILI – L’acquisizione e l’aggiornamento di competenze in apicoltura come ambiente per l’integrazione” per operatori sociali, soggetti diversamente abili, tecnici e aspiranti apicoltori da tenersi presso i locali del Centro Sociale Polifunzionale A.A.I.S. (Bellucci et al., 2010a);
- Progetto “Insieme per conoscere le api – Visite guidate all’apiario didattico ISPRA-A.A.I.S.”: visite e attività educative per classi di scuola primaria nell’apiario didattico e nel laboratorio di smelatura, in cui i diversamente abili, coadiuvati dai loro tutor, svolgono il ruolo di accompagnatori delle scolaresche (Bellucci et al., 2010b);
- Progetto “Monitoraggio ambientale e sanitario degli alveari”: studio del fenomeno della moria delle api nell’ambito dell’Apiario didattico e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti in attività dimostrative sullo stato di salute delle api.
L’ISPRA[2] ha svolto, in particolare, compiti di:
- consulenza tecnico-scientifica per la gestione dell’Unità apistica didattica;
- coordinamento di attività di aggiornamento nell’ambito del progetto APIABILI;
- consulenza per la realizzazione del progetto “Insieme per conoscere le api” e attività di didattica e di educazione ambientale rivolte, in primis, alle scuole primarie;
- coordinamento del “Monitoraggio ambientale e sanitario degli alveari”.
Le attività educative rivolte alle scuole, coordinate dall’A.A.I.S., vedono coinvolti in primis gli operatori sociali dell’Associazione e i diversamente abili adulti ritenuti più idonei ed opportunamente formati. Per affinare i metodi e contenuti di insegnamento l’A.A.I.S. è affiancata, per quanto possibile, dagli esperti delle altre istituzioni coinvolte, compresa l’ISPRA.
L’apicoltura come approccio alla bio ..... diversità e alle diverse abilità
Il primo corso integrato “Apiabili” ha indirizzato la formazione sia a persone diversamente abili sia a soggetti normodotati, che per la maggior parte hanno partecipato alle lezioni congiuntamente, sebbene siano stati effettuati approfondimenti teorici specifici per i normodotati e laboratori suppletivi per i diversamente abili. Il lavoro ha portato alla costituzione di un team “sperimentale” di accompagnatori e docenti in cui le persone diversamente abili, vero fulcro del progetto, sostenute e assistite da operatori sociali e personale di supporto, sono state chiamate ad accogliere ed accompagnare le classi di scuola primaria.
La formazione e l’integrazione delle persone diversamente abili è stata orientata ricorrendo ad alcuni spunti educativi offerti dall’apicoltura[3] (Apitalia, 2010). La complessa società delle api è un’immagine ideale di una modalità di insegnamento in cui ciascuno è aiutato a trovare un proprio ruolo e a scoprire proprie particolari risorse (accogliere, spiegare usando termini appropriati, spiegare con l’ausilio di disegni e immagini, preparare e verificare l’attrezzatura del laboratorio, gestire tecnicamente le azioni dell’apicoltore …). Essa, infatti, è costituita da elementi in apparenza tutti uguali, ma che di fatto forniscono un proprio particolare contributo al bene comune (Besana, s.d.; Bellucci et al., 2011; Cravanzola et al., 2010; Giacomelli et al., 2011).
La proposta didattica “Insieme per conoscere le api” ha preso avvio nell’anno scolastico 2010-2011 ed è proseguita negli anni scolastici successivi. Nell’arco degli anni 2011-2017, si è registrata la partecipazione di circa 1100 bambini provenienti dalle scuole primarie ed elementari del distretto fm3 (Bracciano, Manziana, Canale Monterano, Anguillara), Cerveteri e Roma (Correnti e Campanelli, 2017).
Consiste in visite e attività educative per classi di scuola primaria volte ad introdurre gli alunni su tematiche quali:
- la comprensione della specifica funzione ecosistemica svolta dalle api in termini, anche, di contributo alla conservazione della biodiversità;
- il confronto con modelli di partecipazione attiva e comunitaria alla vita sociale, attraverso l’osservazione della vita dell’alveare;
- la sperimentazione di tecniche e degustazione di prodotti dell’apicoltura;
- l’acquisizione di rispetto e apprezzamento delle diversità, attraverso l’incontro con i ragazzi diversamente abili; avere proprio loro come guide durante la visita aiuterà i bambini ad accogliere e comprendere realtà sociali diverse da quelle a loro più consuete;
- attività di conteggio delle api morte e di analisi al microscopio per comprendere le cause della mortalità, finalizzate al monitoraggio.
Filo conduttore della proposta didattica è stata l’idea della diversità come patrimonio, in relazione all’incontro con persone diversamente abili. In questo cammino è risultato di grande ausilio la constatazione delle diverse abilità e dei diversi ruoli, tutti innestati in un tessuto di reciprocità sociale, che l’ape esercita nel corso della vita.
Gli alunni vengono accolti dai ragazzi diversamente abili opportunamente formati (corso “Apiabili“). Gli alunni sono introdotti alla giornata con un partecipato benvenuto musicale, che già richiama aspetti dell’organizzazione della vita dell’alveare. Una volta suddivisi in gruppi di idonea dimensione, gli alunni vengono accompagnati nelle varie attività previste dai ragazzi della Fattoria Sociale. Partecipano a quiz sulla vita delle api con l’uso di lavagna multimediale e a visite guidate presso l’apiario didattico, il laboratorio di smelatura, il laboratorio didattico sull’impollinazione, il laboratorio sul monitoraggio.
Altri progetti
Nel corso degli anni la fattoria è stata sede di numerose altre iniziative, che hanno visto la collaborazione dell’AAIS con enti di ricerca, ENEA in primis, e altre associazioni, imprese ed enti territoriali (ASL RMF3, Bracciano ambiente, Scuole, aziende agricole del territorio, ecc.) e il sostegno finanziario di vari enti (Regione, Provincia, Comuni, Enel, ecc.). A diverse di queste iniziative anche ISPRA ha fornito un contributo tecnico-scientifico ed operativo. Tra le altre:
- La Serra dell’Amicizia: realizzazione di una serra orto - floro - vivaistica per la produzione di fiori ed ortaggi utilizzati sul e dal territorio. La serra è frequentata in maniera confortevole anche da parte di soggetti con disabilità e limitazioni di tipo fisico. Il progetto ha inteso creare un momento di socializzazione e di integrazione tra varie fasce della popolazione, in particolare studenti e persone con disabilità, attraverso l’attivazione del volontariato.
- Bio ... altern ... abile: realizzazione di percorsi d’inclusione socio-lavorativa a favore di persone con disabilità attraverso: coltivazione di specie vegetali da cui si ottengono prodotti alimentari ad alto valore aggiunto; creazione di laboratori di trasformazione; riqualificazione e sistemazione dell’area verde della fattoria sociale, al fine di migliorare il servizio di utilità sociale rivolto alle fragilità sociali ma anche la qualità della vita sociale e relazionale dell’intera cittadinanza.
- La mela di Paride: realizzazione a fini educativi di un frutteto didattico composto da piante da frutto locali e da varietà antiche, finalizzato anche a promuovere il concetto di diversità culturale e genetica. Il progetto si basa sulla interazione tra disabilità, ambiente naturale e scuola, tre sistemi che cooperano nel rispetto del territorio e nella valorizzazione delle diversità e, lavorando in osmosi, valorizzano e tutelano la biodiversità nelle sue articolazioni concettuali.
- L’ Ulivo e la Lavanda: incontri con gli alunni delle Scuole Medie (comune di Bracciano), consistiti in a) lezioni per la conoscenza delle varie fasi progettuali e per l’aggregazione del gruppo e b) in attività per piccoli gruppi composti da alunni delle scuole e utenti dell’A.A.I.S.. Ogni gruppo ha lavorato su uno specifico obiettivo: creazione di una zona di compostaggio, preparazione del terreno, realizzazione di un semenzaio, discerbatura e pulizia del frutteto e dell'uliveto e piantumazione di una zona destinata a piante aromatiche con prevalenza di lavanda. Il progetto si è concluso con una giornata di confronto sulle attività svolte alla presenza dei tecnici e dei referenti istituzionali, dei genitori degli utenti e degli alunni delle scuole.
- Orti Sociali: realizzazione di un orto per la produzione di frutti da distribuire nei mercati a km 0, nell’ambito del progetto “Essere Insieme” per attività aggregative socio-culturali, aperte a tutti i cittadini adulti del territorio (Piano di Zona, Accordo di Programma del Distretto F3, con la collaborazione del Centro Diurno Riabilitativo del DSM ASL RM/F3).
- L’orto per tutti … tutti per l’orti: realizzazione di un polo didattico, costituito da utenti dell’AAIS, anche carrozzati, scolaresche, volontari, formatori e tecnici, utilizzando: cassoni freddi rialzati per coltivare ortaggi secondo i criteri dell’agricoltura biologica; parcelle sperimentali di topinambur per la produzione di tuberi destinati all’alimentazione; coltivazione del grano saraceno e monitoraggio delle qualità organolettiche trasferite dal grano stesso al miele; attività di formazione e divulgazione; realizzazione di semenzaio.
- La Terra si rinnova ... il gusto anche: offerta di servizi in ambito agricolo produttivo, formativo e socio-assistenziale e creazione di laboratori artigianali volti all’inserimento lavorativo nei settori agricolo e formativo. Il progetto ha previsto: la coltivazione di grano saraceno e miglio per la realizzazione farina priva di glutine e di vecchie varietà di legumi, adottando i criteri dell'agricoltura sostenibile e la vendita al minuto; ampliamento dell'apiario per la produzione di miele classico (millefiori) e miele particolare (grano saraceno, melata di bosco, ecc.); creazione di un laboratorio dolciario finalizzato alla lavorazione di materie prime prodotte in fattoria (miele, grano saraceno, marmellate, ecc.) e prodotti tipici del territorio; creazione di uno spazio agricolo di co working in cui ogni realtà ha potuto disporre di un'area specifica in cui lavorare creando studio, sviluppo e sinergie reciproche; attività di formazione con il supporto di tecnici del settore (ENEA e ISPRA).
- L’ orto delle Dame: orto dedicato a donne in situazione di fragilità sociale, come situazione di aggregazione e solidarietà, con possibilità di utilizzare gli ortaggi per uso personale e per la vendita in mercati a km 0.
- Progetto “Ben Essere Insieme”: collaborazione dell’AAIS con altre realtà associative ed aziende agricole del territorio per offrire occasioni di benessere psicofisico e di alimentazione di qualità. Il progetto ha inteso: a) rispondere a requisiti di miglioramento del livello di qualità della vita sociale e di relazione dei cittadini; b) rimuovere le condizioni sociali di svantaggio all’interno di un area periferica ed isolata; c) potenziare la fattoria sociale quale polo di aggregazione sociale, culturale e sportiva e l’inserimento lavorativo di alcuni utenti dell’AAIS; d) aprire spazi a giovani volontari fornendo possibili spunti e stimoli per l’imprenditoria giovanile.
Si tratta quindi di progetti in cui non sono stati coinvolti solo gli ospiti diversamente abili del centro diurno, ma anche persone con problematiche di natura psichica, donne con fragilità sociali, alunni delle scuole elementari e medie del territorio e in particolare del Comune di Bracciano (Correnti e Campanelli, 2017).
Inoltre, nel 2014 l’apiario AAIS-ISPRA è stato inserito nel progetto BeeNet (Rete Rurale Nazionale - MiPAAF) come modulo di riferimento per lo studio e vitalità delle api contribuendo alle attività nazionali di monitoraggio ambientale e sanitario degli alveari (Franceschini, 2016).
Tutti questi progetti sono stati l’occasione per sperimentare una fruttuosa collaborazione tra enti di ricerca e istituzioni e la realtà dell’assistenza e dell’integrazione sociale e, ancora una volta, per constatare come lo scambio tra queste diverse realtà permetta non solo di superare la diversità, ma di renderla “un valore aggiunto”.
Bibliografia
- Apitalia, 2010. A Scuola con le Api. Apitalia n. 602
- V. Bellucci et al., 2010a. Apiabili - L’acquisizione di competenze in apicoltura come ambiente per l’integrazione. Poster presentato al Seminario L’apicoltura e il miele: opportunità educative uniche, Scuderie di Palazzo Farnese, Caprarola (VT) – 30 e 31 ottobre 2010.
- V. Bellucci et al., 2010b. Insieme per conoscere le api – Visite guidate all’apiario didattico ISPRA – A.A.I.S.. Poster presentato al Seminario L’apicoltura e il miele: opportunità educative uniche, Scuderie di Palazzo Farnese, Caprarola (VT) – 30 e 31 ottobre 2010.
- V. Bellucci et al., 2011. Il mondo delle api nella didattica e nel sociale. Apitalia n. 612
- A. Besana (a cura di), s.d.. Il mondo di Milli. Insieme alle api per un mondo più bello. Conapi e Accademia del miele http://www.ilmondodimilli.it/index.asp
- A. Correnti e F. Campanelli, 2017. Racconti su attività di agricoltura sociale. Presentazione alla giornata “Le radici del nostro futuro”, Fattoria Sabrina Casaccia, Castel Giuliano, 15 settembre 2017.
- G. Cravanzola et al., 2010. Il mondo nel volo di un’ape. Aspromiele. p.126
- R. Franceschini, 2016. Postazione: LZO – 3 – 7. Sistema Informativo Agricolo Nazionale, Rete Rurale Nazionale 2007.2013 http://www.sian.it/rrnbn/visPostazioneDatiAzi.do
- A. Giacomelli et al., 2011. Progetto formativo Apiabili. Argomenti n. 3 - anno XIII. p.57-58
L’Agricoltura socialeL’Agricoltura Sociale (AS) è l’insieme di pratiche realizzate in un territorio da imprese agricole, cooperative sociali e altre organizzazioni che coniughino l’utilizzo delle risorse agricole con le attività sociali (Forum nazionale dell’agricoltura sociale, 2017). L’AS genera benefici inclusivi, favorisce percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura; sostiene l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione; favorisce la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo (Forum nazionale dell’agricoltura sociale, 2017; Cocchi, 2013; Di Iacovo, 2007). Le attività dell’AS sono realizzate in cooperazione con i servizi socio-sanitari e gli enti pubblici competenti del territorio. L’agricoltura sociale è una prassi di sviluppo locale sostenibile da un punto di vista sociale, economico ed ecologico. Costituendo un aspetto dell’agricoltura multifunzionale, può offrire un’ampia gamma di servizi, finalizzata a perseguire il benessere dell’intera cittadinanza in un quadro multiplo di politiche di welfare. Più precisamente, l’AS si pone lo scopo di valorizzare le potenzialità della persona, piuttosto che considerarne solo i limiti, e intende sviluppare una rinnovata idea di welfare, in cui il comparto agricolo diventa corresponsabile della comunità ove opera nelle azioni relative ai beni confiscati alla criminalità organizzata e in altri interventi tesi a prevenire il degrado sociale. D’altronde, come da più parti sottolineato, la funzione di accoglienza e di inclusione sociale ha costituito storicamente un valore caratteristico del mondo rurale; le persone più deboli e svantaggiate non venivano escluse dal contesto sociale agricolo ma accolte e protette dall’isolamento e dalla emarginazione, trovando nel lavoro in campagna anche occasioni per esprimere le loro abilità (Pascale, 2009; Cocchi, 2013). Nonostante i ritardi nel riconoscere una funzione così importante dell’agricoltura, quand’essa di fatto, storicamente e culturalmente ne è sempre stata portatrice, esistono ora un’ampia casistica di esperienze sul campo, e una vasta letteratura in cui i diversi aspetti dell’AS sono stati sviscerati sia da un punto di vista sanitario (Cirulli ed al., 2011), sia nei termini di uno sviluppo rurale ed economico che consideri, nell’ambito dell’idea di multifunzionalità dell’agricoltura, gli aspetti sociali legati al recupero e inserimento sociale e lavorativo di persone ai margini della società e a “bassa contrattualità”, con problematiche di vario tipo (disabilità fisica o psichica, dipendenza da alcool e droghe, detenzione, migrazione, appartenenza a fasce della popolazione più deboli, come anziani, bambini, donne con fragilità sociali, ecc.) (Camera dei Deputati, 2012; Di Iacovo, 2007; Giarè, 2014; ISMEA, 2017). Come afferma Di Iacovo (2009) l’uso sociale dell’agricoltura può anche fornire nuovi strumenti per “fronteggiare la crisi dei servizi pubblici, ampliando la gamma di risposte disponibili nelle aree peri-urbane e favorendo la creazione di nuovi servizi in aree rurali e periurbane”. Infine, l’AS manifesta interessanti ripercussioni ambientali, non solo perché si attua nell’ambiente rurale, ma anche perché si è riscontrato come contribuisca a recuperare o a evitare l’abbandono di terreni agricoli e, spesso, si allei con forme di agricoltura meno intensiva, che producano alimenti quanto più sani possibile, senza o con ridotto uso di mezzi di produzione di sintesi chimica e senza sovra-sfruttamento delle risorse naturali (ad es. agricoltura biologica) e con lo scopo dichiarato anche di conservare la biodiversità (Correnti e Campanelli, 2017). Con la legge 141/2015, l’agricoltura sociale trova un importante inquadramento normativo che ne precisa finalità e termini dell’azione (BOX 2) e che pone l’Italia in una posizione di eccellenza non solo a livello europeo. Molto dipenderà da come la legge verrà interpretata e attuata; la presenza di esperienze aziendali molto avanzate, da tempo avviate e consolidate, e le stesse normative regionali che hanno preceduto la legge nazionale (Giarè, 2014; Cocchi, 2013) attestano che l’esigenza del risvolto sociale in agricoltura è sorta dalla base e sembrano garantire la continuità e il successo dell’iniziativa (Di Iacovo, 2007). Gli ambiti di attività in cui si muovono le esperienze di agricoltura sociale in Italia vengono così sintetizzati (Forum nazionale dell’agricoltura sociale, 2017; Camera dei deputati, 2012):
Bibliografia
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Legge 18 agosto 2015, n. 141. Disposizioni in materia di agricoltura socialeFinalità della legge è di promuovere “l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate.” L’Art. 2 al c. 1 definisce come agricoltura sociale “le attività esercitate dagli imprenditori agricoli (...) in forma singola o associata, e dalle cooperative sociali (...) dirette a realizzare: a) inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e di lavoratori svantaggiati (...), di persone svantaggiate (...), e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; b) prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l’utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioni volte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana; c) prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati anche attra verso l’ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante; d) progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche ricono sciute a livello regionale, quali iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.”
Al c. 6 si afferma che “Le attività di cui al comma 1 sono realizzate, ove previsto dalla normativa di settore, in collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti pubblici competenti per territorio. Gli enti pubblici competenti per territorio, nel quadro della programmazione delle proprie funzioni inerenti alle attività agricole e sociali, promuovono, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, politiche integrate tra imprese, produttori agricoli e istituzioni lo cali al fine di sviluppare l’agricoltura sociale.” L’Art. 6, che riguarda gli Interventi a sostegno dell’AS, al c. 6 indica che “Nella predisposizione dei piani regionali di sviluppo rurale, le regioni possono promuovere la realizzazione di programmi finalizzati allo sviluppo della multifunzionalità delle imprese agricole e basati su pratiche di progettazione integrata territoriale e di sviluppo dell’agricoltura sociale. A tale fine le regioni promuovono tavoli regionali e distrettuali di partenariato tra i soggetti interessati alla realizzazione di programmi di agricoltura sociale.” All’Art. 7 la legge prevede anche presso il MiPAAF l’Istituzione dell’Osservatorio sull’agricoltura sociale al quale sono attribuiti i seguenti compiti: a) definizione di linee guida per l’attività delle istituzioni pubbliche in materia di agricoltura sociale, con particolare riferimento a criteri omogenei per il riconoscimento delle imprese e per il monitoraggio e la valutazione delle attività di agricoltura sociale, alla semplificazione delle procedure amministrative, alla predisposizione di strumenti di assistenza tecnica, di formazione e di sostegno per le imprese, alla definizione di percorsi formativi riconosciuti, all’inquadramento di modelli efficaci, alla messa a punto di contratti tipo tra imprese e pubblica amministrazione; b) monitoraggio ed elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nel territorio nazionale, anche al fine di facilitare la diffusione delle buone pratiche; c) raccolta e valutazione coordinata delle ricerche concernenti l’efficacia delle pratiche di agricoltura socia le e loro inserimento nella rete dei servizi territoriali; d) proposta di iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore integrazione dell’agricoltura sociale nelle politiche di coesione e di sviluppo rurale; e) proposta di azioni di comunicazione e di animazione territoriale finalizzate al supporto delle iniziative delle regioni e degli enti locali. |
[1] Il programma è stato realizzato nell’ambito della “Indagine tecnico-conoscitiva sul fenomeno della moria delle api nelle aree naturali protette”, avviata nel 2009 con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’Indagine è stata coordinata dall’ISPRA e realizzata con la collaborazione degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali delle Regioni Lazio e Toscana (IZS LT) e delle Venezie (IZS VE) e delle Università di Bologna e di Pisa. Il Programma C.E.R.A. ha sviluppato le sue attività nell’ambito di successive Convenzioni tra ISPRA e AAIS, l’ultima delle quali stipulata nel 2016 (scadenza 2018).
[2] Le attività sono state svolte da personale dell’ex Dipartimento Conservazione della Natura con la collaborazione del Settore Educazione ambientale, per quanto attiene agli aspetti tecnico-metodologici, e del Servizio Comunicazione, per lo sviluppo di materiale divulgativo e illustrativo.
[3] Nel workshop Apicoltura e miele: opportunità educative uniche (Caprarola – VT, 30 e 31 ottobre 2010) sono state presentate numerose esperienze che hanno consentito di esplorare gli ambiti in cui l’apicoltura ha dimostrato di poter costituire un importante mezzo educativo per gli alunni delle scuole primarie e di riabilitazione per persone in diversi modi svantaggiate (diversamente abili, carcerati, ecc.). Altre iniziative simili si sono succedute annualmente a cura dell’AMI, dal Workshop seminario sulle attività educative con api e miele (Coop. Sociale "Il Pungiglione", 7 e 8 dicembre 2012, Mulazzo – MS) fino a quello del 2017 (Rovereto, 25 e 26 novembre) sul tema specifico della biodiversità.