Resoconto del seminario "Oltre la crescita economica. Per la protezione della biodiversità e la resilienza alimentare"
Seminario e discussione in teleconferenza
5 novembre 2021, ore 10:00-13:30
I concetti di transizioni e trasformazioni verso la sostenibilità stanno gradualmente assumendo un ruolo centrale nella scienza e nella politica. A scala europea, la narrativa sulla transizione ha contribuito alla definizione del quadro politico più ambizioso e completo che ci sia mai stato, volto ad affrontare le sfide dell'ambiente e della sostenibilità: il Green Deal europeo e le successive Strategie che da esso discendono.
Il Green Deal europeo mira a realizzare questa visione integrando la sostenibilità in tutte le politiche dell'UE e raggiungendo gli obiettivi climatici e ambientali entro il 2030 e il 2050. Tuttavia, il cambiamento incrementale non è più un'opzione, in particolare per il raggiungimento di obiettivi a lungo termine e cambiamenti più fondamentali in stili di vita e modelli di consumo e produzione sono probabilmente necessari per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Tali trasformazioni fondamentali richiedono riflessioni su principi, paradigmi e narrazioni che modellano la nostra azione collettiva e individuale.
L'evenienza della crisi da COVID-19 ha accresciuto il senso dell'urgenza di rendere concreta questa trasformazione, ricordandoci che sostenibilità e cambiamento sono intrinsecamente legati e che un cambiamento fondamentale (o trasformativo) è possibile, soprattutto in risposta a minacce percepite come imminenti. Ci ha anche ricordato che la (vecchia) normalità non è desiderabile e che, per diventare sostenibili, le nostre società devono interrompere molte delle loro abituali pratiche.
Tuttavia, il raggiungimento di un cambiamento fondamentale sarà difficile e comporterà dolorosi compromessi.
In questo contesto e basandosi su un'ampia gamma di risultati, l'EEA (Agenzia Ambientale Europea) ha lanciato la serie editoriale "Narratives for Change", con lo scopo di portare in primo piano nuovi studi prospettici sui fattori di transizione, di rafforzare il dialogo sociale sulle alternative ai paradigmi dominanti e di consentire la riflessione e le azioni attraverso approfondimenti e dibattiti. La pubblicazione di alcune "narrative" all'interno della serie è seguita da seminari volti a riunire molteplici prospettive e competenze per esplorare e discutere le strade per allontanare le società europee dalla vecchia e insostenibile normalità.
Nell’ambito di questa serie è stato pubblicato nel 2021 l’articolo "Crescita senza crescita economica". Per discutere e approfondire i contenuti dell’articolo, ISPRA ha tenuto, il 5 novembre 2021, il seminario “Oltre la crescita economica. Per la protezione della biodiversità e la resilienza alimentare”.
I messaggi chiave dello studio sono i seguenti.
- Il declino della biodiversità, il cambiamento climatico e l'inquinamento sono strettamente dipendenti dalle attività economiche e dalla crescita economica.
- Il completo “disaccoppiamento” tra crescita economica e consumo di risorse non sembrerebbe possibile.
- La circolarità dell’economia al 100% non è fisicamente possibile; se le misure di circolarità continueranno ad alimentare la crescita economica aumentando il consumo complessivo di materiali, potrebbero non portare verso la sostenibilità.
- L'economia della ciambella, la post-crescita e la decrescita sono alternative alle concezioni mainstream di crescita economica, che possono offrire intuizioni e approfondimenti preziosi.
- Il Green Deal europeo e altre iniziative politiche per un futuro sostenibile richiedono non solo cambiamenti tecnologici, ma soprattutto cambiamenti nei consumi e nelle pratiche sociali.
- La crescita è culturalmente, politicamente e istituzionalmente radicata. Il cambiamento ci impone di affrontare queste barriere in modo democratico. Le varie comunità che vivono in maniera semplice offrono ispirazione per l'innovazione sociale.
Questa attività dell’EEA capita in un momento cruciale per l'UE, chiamata ad affrontare sfide e opportunità per un cambiamento fondamentale. Cosa si potrebbe ottenere in termini di progresso se il Green Deal europeo fosse attuato con lo scopo di ispirare i cittadini, le comunità e le imprese a creare pratiche sociali innovative a basso impatto ambientale e che mirino al benessere sociale e alla crescita personale? Per rispondere a questa domanda, il seminario di ISPRA si concentra sul settore agricolo e alimentare. Le evidenze scientifiche indicano infatti che i sistemi agricoli e alimentari sono tra i maggiori driver di alterazione dei processi bio-geo-fisici di scala planetaria, alla fonte della crisi climatica e dell'erosione della biodiversità (base dei sistemi alimentari stessi) e che sia necessario un cambiamento trasformativo in funzione della sostenibilità. Le Strategie "Farm to Fork", "Biodiversità per il 2030", la Politica Agricola Comune e altre iniziative politiche UE per un futuro sostenibile, chiedono trasformazioni nella produzione e nel consumo di alimenti, fibre, legno e uso delle risorse.
In questo senso gli studi sistemici di ISPRA su sprechi e resilienza alimentari indicano, in sintonia con le analisi dell’EEA, la necessità di studiare in modo interdisciplinare narrative, scenari e strategie di trasformazione strutturale. (Ulteriori informazioni)
La sfida nei prossimi anni sarà quella di portare queste analisi e intuizioni nei processi politici mainstream per considerare come essi possano essere efficacemente operativi a sostegno degli obiettivi di sostenibilità.
Il seminario è stato incentrato su tre relazioni e su due tavole rotonde di discussione delle tematiche presentate. È stato aperto dai saluti istituzionali del Presidente ISPRA Stefano Laporta che ha richiamato l’impegno di ISPRA nel quadro delle convenzioni internazionali e delle politiche europee per affrontare le grandi problematiche ambientali globali, quali le strategie “Biodiversità per il 2030” e “Farm to Fork”. Successivamente Roberta Pignatelli, Country Desk Officer dell’EEA, ha rilevato l’importanza di questo seminario sui nuovi paradigmi, nell’ambito delle collaborazioni esistenti tra l’EEA e l’ISPRA, tra cui la rete Eionet per lo scambio di dati e analisi, auspicando il consolidamento di partenariati e reti che è uno degli obiettivi strategici dell’EEA.
Luca Mercalli della Società Meteorologica Italiana e componente del Consiglio scientifico di ISPRA ha presentato una relazione che ha ripercorso e aggiornato il contesto storico relativo ai limiti della crescita e all’urgenza di affrontarli, richiamando la figura esemplare di un illustre pensatore quale Aurelio Peccei. In seguito Lorenzo Benini dell’EEA ha presentato il briefing paper “Growth without economic growth” di cui è autore. Benini ha richiamato i messaggi chiave dell’articolo per cui secondo le evidenze scientifiche è improbabile che si possa ottenere il disaccoppiamento completo tra crescita e impatti, mentre un'economia circolare al 100% non è fisicamente possibile, specialmente se essa è legata alla crescita. Benini ha quindi evidenziato l’opportunità di considerare anche nuovi paradigmi di riferimento e la necessità di ridefinire l’idea prevalente di progresso in direzione di pratiche sociali e comunità semplici con valori fondamentali non materialistici.
La presentazione di Giulio Vulcano dell’ISPRA si è poi concentrata con un approccio sistemico sull’applicazione di questo quadro ad argomenti collegati e fondamentali per le politiche ambientali quali la “conservazione conviviale della biodiversità” e il raggiungimento socioecologico della resilienza alimentare, proponendo analisi e strategie per una trasformazione strutturale e partecipata orientata verso reti di sistemi alimentari agroecologici, locali, solidali e di piccola scala che possono prevenire sprechi e impatti.
Le due tavole rotonde hanno quindi discusso di come ridisegnare i sistemi alimentari in Italia attraverso lo sviluppo di metodi agroecologici per il benessere umano e la protezione dell’ambiente: la prima ha visto partecipare attori istituzionali e delle organizzazioni degli agricoltori, mentre la seconda il mondo della ricerca e quello della società civile. La prima tavola rotonda è stata moderata da Lorenzo Ciccarese di ISPRA che ha anche introdotto il processo scientifico-negoziale nell’ambito della Convenzione Onu per la biodiversità che dovrà concludersi con l’approvazione del Quadro Globale per la Biodiversità per il post 2020. La bozza ora in discussione considera nel quadro concettuale (Theory of Change) nuovi paradigmi di riferimento e cita espressamente la necessità di operare un cambio trasformazione del modo di usare e gestire le risorse biologiche e di integrare il valore strumentale e relazionale della natura nei processi produttivi. Il Professor Lorenzo Fioramonti, Deputato ed ex Ministro per la Ricerca, ha approfondito alcuni dei modelli economici per politiche orientate prioritariamente al benessere umano e alla protezione ambientale, basati sul valore delle risorse umane e della ricerca pubblica. Sandra Corsi della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione, si è concentrata su alcune innovazioni nella cooperazione allo sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici, i quali mettono in forte pericolo la sicurezza alimentare globale. Il Prof. Angelo Riccaboni, presidente del programma PRIMA e membro dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), ha descritto il quadro della sostenibilità dell’agricoltura italiana, le sfide future per i paesi del Mediterraneo e la necessità di accesso all’innovazione. Francesco Giardina della Coldiretti ha notato come le soluzioni più sostenibili, incluso lo sviluppo della filiera corta, siano attualmente quelle più problematiche da perseguire e che andrebbero quindi facilitate, anche per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze. Alessandra Turco, dell’Associazione Rurale Italiana e del movimento internazionale Via Campesina, ha posto l’accento sulla necessità di autosufficienza alimentare, di tutela della piccola agricoltura contadina e di garantire l’accesso al cibo e alla terra, anche grazie allo scambio paritario delle competenze. Pietro Nicolai della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) ha presentato pratiche agricole legate alla formazione, al controllo e alla lotta biologica per la difesa delle piante evidenziando l’importanza delle esperienze pilota. Donato Rotundo di Confagricoltura ha descritto pratiche di sostenibilità legate alla valorizzazione di aree interne, filiera corta, comunità energetiche e agricoltura sociale, con un accento sull’aumento dell’auto-approvvigionamento e della sostenibilità.
Nella seconda sessione di discussione moderata da Giulio Vulcano di ISPRA sono state illustrate le prospettive di ricercatori e associazioni civiche sulla trasformazione strutturale dei sistemi alimentari e sui contributi che le reti partecipanti possono portare. Federico Demaria dell’Università di Barcellona ha ampliato lo scenario delle ricerche internazionali sulla macroeconomia ecologica e la decrescita con attenzione al ruolo dell’agroecologia e dell’innovazione sociale equa, ad esempio con il progetto europeo Horizon Prospera. Mario Giampietro dell’Università Autonoma di Barcellona ha rimarcato la necessità di risolvere alcune questioni centrali tra cui la marginalità dell’agricoltura in termini economici relativi, che trascura l’importanza delle sue funzioni ecologiche e sociali, la pressione delle dinamiche urbane sui contesti rurali, l’eccessiva dipendenza dalle importazioni, richiamando tra gli altri i risultati del progetto europeo Magic-Nexus e il sito Uncomfortable Knowledge Hub. Salvatore Ceccarelli, ricercatore e consulente internazionale in biodiversità e agricoltura resiliente ha mostrato il valore, sia per l’ambiente sia per la salute, delle tecniche di miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo centrate sulla diversità e l’attivazione di reti di diffusione agroecologica. Margherita Ciervo dell’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia ha riportato l’attenzione nella definizione delle politiche di bioeconomia e innovazione sulla coerenza con principi e criteri biofisici originari quali quelli di bassa entropia, sufficienza, rigenerazione ed efficacia ecologica per evitare effetti paradossali. Lucia Cuffaro del Movimento per la Decrescita Felice ha descritto i risvolti ambientali di una ampia serie di buone pratiche e organizzazioni che portano innovazione resiliente dal basso in larghi settori della società. Jason Nardi della Rete Italiana di Economia Solidale ha posto l’attenzione sulla necessità di rilocalizzazione agroecologica delle politiche alimentari riconnettendole ai bisogni reali sui territori con il bilanciamento e la collaborazione tra urbano e rurale.
Si è avuto anche un esteso dibattito scritto tra i partecipanti che hanno assistito in diretta al seminario. Alcuni interventi hanno sottolineato la necessità di approfondimento sugli indicatori di benessere e la declinazione a livello regionale degli indirizzi generali, per cui anche il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA) può giocare un ruolo.
Il Direttore Generale ISPRA Alessandro Bratti ha svolto le conclusioni del seminario partendo dall’evoluzione dell’attuale quadro delle politiche ambientali e per lo sviluppo sostenibile, evitando gli eccessi dei modelli prevalenti. Ha rimarcato come da questo appuntamento emerga la necessità condivisa di approfondire il complesso discorso sulla sostenibilità e di creare un maggior numero di occasioni di confronto e di progetti applicativi dedicati ai molti temi interconnessi affrontati durante la discussione.
Si guarda quindi ai passi futuri per potenziare le collaborazioni in atto tra ISPRA, SNPA ed EEA e per sviluppare nuovi spazi di incontro e possibili collaborazioni aperte di studio che possono essere utili anche per innovare i processi decisionali.