I sinkholes antropogenici a Roma
Le voragini che si aprono nel centro urbano di Roma sono chiamate in linguaggio tecnico sinkholes antropogenici e sono noti in città da molti secoli.
Questi sinkholes sono ricondotti per lo più al crollo di volte di cavità sotterranee realizzate per l’estrazione di materiali da costruzione, per la realizzazione di antichi luoghi di culto e per usi idraulici. Attraverso l’escavazione del sottosuolo è stata realizzata nell’arco del tempo di una fitta rete di gallerie e cunicoli che potrebbero indurre pericolo per la sicurezza della città. Nel tempo si è persa la memoria della presenza di tale rete caveale; si conosce l’esatta ubicazione solo di una parte di essa.
In particolare, durante l’intensa espansione edilizia degli anni ’50-’70, si è costruito un tessuto continuo di strutture urbane al di sopra di dette gallerie, non sempre preceduto da indagini tecniche dettagliate. Non sono rari i casi di edifici realizzati con fondazioni dirette al di sopra di reti ipogee a scarsa profondità ed in condizione di potenziale pericolo. Ulteriore concausa della formazione di tali sinkholes antropogenici sono i guasti, le perdite e la disfunzione in genere della rete idraulica dei sottoservizi.
ISPRA censisce le voragini che si originano a Roma e ha realizzato una banca dati che parte dal 1875 all’attuale e che conta migliaia di casi di sinkholes.
I sinkholes censiti hanno permesso di produrre numerose cartografie tematiche (mappe di densità e di suscettibilità) che hanno definito i quartieri e i settori più sensibili di Roma.
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