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Studio delle cavità sotterranee nel quartiere Portuense ed ipotesi riguardo l’ubicazione del Cimitero di San Felice (settore sud-occidentale di Roma)

L’ISPRA ha avviato una collaborazione con il CNR-IGAG per l’approfondimento degli studi in materia di cavità sotterranee e di suscettibilità del territorio urbano di Roma. Gli studi sono stati concentrati nell’area del quartiere portuense e volti anche ad un ambiente ipogeo presente in antichità e mai più ritrovato nel sottosuolo romano: il Cimitero di San Felice

L’area del Portuense a Roma è sempre stata interessata, sin dall’epoca romana, dall’estrazione mineraria, poiché caratterizzata dalla presenza di colline con sommità tabulare, che si affacciavano sul Tevere, con scarpate verticali incise nel tufo lionato (tufo di Monteverde), da cui si potevano facilmente realizzare gli imbocchi per la coltivazione in sotterraneo dei terreni. Gli impianti di cava furono successivamente sfruttati come aree di necropoli e luoghi di sepolture, cristiane e ebraiche. In particolare, in questo territorio sorgevano alcuni cimiteri: il cimitero ebraico, il cimitero di Generosa al sesto miglio e il Cimitero di San Felice ubicato al terzo miglio della Portuense. Quest’ultimo, che dai testi storici veniva paragonato per estensione al complesso di san Callisto, è stato un’importante meta di pellegrinaggio, ma scomparve intorno al 1500 e non fu mai più ritrovato. Il Cimitero di San Felice è stato oggetto di molti studi e attualmente si ipotizza che tutto o parte di esso si trovi ancora sotto il tessuto urbano. Esso era ubicato in posizione dominate su di una collina da cui si vedeva la basilica di San Paolo e vi si accedeva attraverso uno stradello in salita.

E’ ipotizzabile che il cimitero in questione, così come la chiesa dalla quale si accedeva, siano stati sottoposti nel tempo a fenomeni franosi e di sprofondamento e che siano definitivamente scomparsi durante i lavori per la realizzazione delle infrastrutture ferroviarie della zona, e/o con l’urbanizzazione compiuta a partire dagli anni cinquanta. E’ possibile altresì ritenere che il Cimitero di San Felice sia ancora in parte al disotto del tessuto urbano di Roma al terzo miglio.

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