Analizzare il territorio
Le reti ecologiche costituiscono una strategia di pianificazione che comprende un articolato insieme di azioni territoriali dirette a mitigare gli effetti della frammentazione ambientale. Obiettivo principale di tale tipo di pianificazione è, quindi, la conservazione della diversità biologica.
Si tratta di un insieme di azioni territoriali che si rifanno a politiche di sostenibilità ambientale: ciò implica che, oltre al valore in sè della biodiversità e della sua conservazione, vi sono una serie di conseguenze positive anche a livello umano. Tali conseguenze possono essere di tipo sociale, culturale, estetico, essendo gli interventi, in linea generale, finalizzati al miglioramento della qualità ambientale, alla conservazione delle risorse, e alla loro fruibilità per le generazioni future.
Per affrontare adeguatamente la progettazione di una rete ecologica, sono necessarie una serie complessa di condizioni che prevedono il ricorso a professionalità diverse, nonchè il coordinamento tra i diversi soggetti che a vario titolo sono coinvolti.
Possiamo schematizzare come segue l’insieme delle condizioni indispensabili per l’elaborazione di un piano di rete ecologica a scala locale:
Condizioni del contesto territoriale:
- valutazione del contesto territoriale sotto esame;
- individuazione delle problematiche legate al contesto e sue peculiarità;
- capacità di individuare le incongruenze tra sistemi ecologici e limiti amministrativi.
Condizioni cognitive e professionali
- acquisizione delle conoscenze territoriali dell’area in oggetto (geografiche, geologiche, idrogeologiche, paesaggistiche, floristiche, ecc.);
- adeguamento delle cartografie alla scala di indagine;
- accessibilità a banche dati, GIS, fonti bibliografiche ed iconografiche;
- individuazione delle professionalità necessarie alla ricerca, all’ elaborazione ed interpretazione dei dati.
Condizioni politico-amministrative
- presenza di input legislativi e disponibilità politica per la redazione del Piano (considerando anche input non specifici, riguardanti cioè la tutela della biodiversità);
- coordinamento fra politici, amministratori e tecnici, per l'individuazione di scelte di pianificazione basate su criteri ecologici e conservazionistici;
- valutazione del grado di accettazione delle scelte tecniche da parte dell’opinione pubblica, degli enti amministrativi territoriali, e degli istituti di gestione e conservazione;
- coerenza con gli indirizzi di pianificazione relativi a diversi livelli amministrativo-territoriali.
Per realizzare un progetto di rete ecologica è necessario disporre di una grande quantità di dati e di informazioni di differente natura:
- la struttura e le funzioni degli ecomosaici su cui si appoggerà la rete ecologica;
- le modalità spazio-temporali con cui sono presenti le specie animali e vegetali che insieme concorrono a definire la biodiversità sulle aree di progetto;
- l’insieme dei fattori di pressione in grado di generare condizioni di criticità o, viceversa, nuove condizioni potenziali per le reti ecologiche;
- il contesto in cui si colloca la rete, determinato dal sistema dei confini amministrativi, dalla presenza e dalla distribuzione delle aree protette e dai vincoli (idrogeologici, paesistici) che possono giocare un ruolo sinergico con il progetto di rete.
La quantità e la complessità delle informazioni da raccogliere sono elevate. Diventa quindi necessario individuare degli strumenti in grado di semplificare tali operazioni, utilizzando una serie di indicatori ambientali in grado di riassumere la complessità esistente:
- Indicatori di specie e di comunità: utili indicazioni per quantificare gli effetti della frammentazione, attraverso indicatori sintetici, provengono dalla presenza di specie specialiste o, al contrario, generaliste. Il loro numero totale, le frequenze, i rapporti reciproci forniscono utili informazioni sul valore ambientale degli ecosistemi, e sul grado dell'impatto delle attività umane. Un problema da segnalare a questo proposito, e' costituito dal fatto che le specie di interesse potenziale possono essere molto numerose, e richiedere teoricamente l'intervento di numerosi specialisti e l'effettuazione di lunghi studi di base. Di volta in volta sarà cura del tecnico ecologo valutare già nelle fasi preliminari del lavoro alcune specie-guida che possano indirizzare il lavoro stesso.
- Indicatori di ecomosaico: le informazioni ottenibili riguardano in questo caso alcune caratteristiche sintetiche dell'ambiente studiato. Si utilizza il termine ecomosaico per indicare l'insieme dei diversi ecosistemi collegati tra loro che compongono il territorio. Gli indicatori di ecomosaico si riferiscono quindi, da un lato alle caratteristiche della geometria dei sistemi di unità ambientali di differente natura; da un altro lato a valutazioni che consentano di riconoscere priorità di valore, di pressione antropica subita, di sensibilità relativa, di criticità emergente.
- Indicatori di contesto territoriale e di paesaggio: specifico interesse potranno rivestire parametri urbanistici e territoriali che, messi in relazione agli indici ecologici e paesistici, possono indirizzare nel processo di elaborazione degli strumenti "locali" di pianificazione, le azioni di mitigazione della criticità ecologica. Tali indicatori potranno contribuire sia a definire i caratteri qualitativi e quantitativi delle aree naturali con valenze culturali e paesistiche sia ad individuare lo stato ed i carichi delle risorse territoriali, principale causa delle condizioni di frammentazione.
Attraverso numerosi strumenti, tra cui, i dati di campo, la cartografia, le aerofoto e le immagini da satellite, è possibile individuare sul territorio le unità ecosistemiche esistenti e il loro grado di isolamento e frammentazione, assieme alle connessioni e alle discontinuità.
Tuttavia la prima cosa da tenere presente è che l'individuazione a livello cartografico di una continuità ambientale non è sempre e necessariamente funzionale agli obiettivi di conservazione delle specie.
Può succedere infatti che vengano individuate fasce naturali di apparente continuità che in realtà non consentono ad alcune specie un effettiva possibilità di dispersione e di movimento.
Per ovviare a tale problema è allora necessario individuare alcune specie target, che assumono valore di indicatore dell'effettivo grado di efficacia delle aree di connettività individuate dalla cartografia.
Criteri per individuare le specie di target
1. Il criterio conservazionistico: la specie è indicata su liste rosse nazionali, regionali, locali.
2. Il criterio biogeografico: la specie è presente nell’area con popolazioni disgiunte, relitte o presenta altre peculiarità.
3. Il criterio ecologico: la specie, pur non essendo elencata in liste rosse presenta, localmente o in linea generale, una propria vulnerabilità intrinseca alla frammentazione ed all’isolamento.