Le procedure normative
Negli ultimi decenni, a fronte del degrado paesaggistico-ambientale che ha investito larga parte del territorio, si è delineata la necessità di proporre concreti strumenti normativi capaci di costruire un quadro entro cui collocare nuove strategie d'azione che rimettano in discussione i criteri stessi del progettare e del costruire.
In particolare è divenuto cruciale il problema della definizione del nuovo ruolo degli spazi aperti e del controllo degli aspetti qualitativi ad esso collegati.
Poiché questa responsabilità, per una parte significativa, è di competenza locale, nei prossimi anni il tema della gestione quali/quantitativa degli spazi aperti dovrà essere affrontato con attenzione dalle amministrazioni locali. Sono particolarmente interessate quelle amministrazioni locali che operano all'interno di ambiti in cui è maggiormente sentita l'esigenza di disporre di strumenti che consentano di gestire in modo accorto il patrimonio naturalistico esistente, di incrementarlo con opere di rinaturalizzazione e di collegare tale azione di valorizzazione agli spazi naturali con interventi di ripristino e conservazione del paesaggio rurale.
Vediamo brevemente quali sono, ai diversi livelli di disciplina normativa, le nuove proposte procedurali che riguardano la definizione di una nuova logica e di nuovi strumenti per l'azione:
- Legislazione Nazionale (Rete Ecologica Nazionale)
Un forte impulso alla costruzione della Rete Ecologica Nazionale è venuto dall'avvio della "Programmazione dei fondi strutturali 2000-2006" approvata con Deliberazione CIPE del 22 dicembre 1998. La delibera CIPE in questione prevede che il Ministero dell'Ambiente promuova per ciascuno dei sistemi territoriali di parchi dell'arco alpino, dell'Appennino, delle isole minori e delle aree marine protette, accordi di programma per lo sviluppo sostenibile con altri Ministeri, con le Regioni e con altri soggetti pubblici e privati. Un approccio quindi ispirato ai principi di sussidiarietà, di partecipazione, di condivisione delle responsabilità e di integrazione della politica ambientale con le altre politiche.
- Legislazione Regionale
La nuova legislazione urbanistica di alcune regioni italiane introduce norme di indirizzo ambientale ed ecologico nelle attività tipiche di formazione dei piani territoriali. Vengono individuati a tutti i livelli di pianificazione gli elementi naturalistici e ambientali che strutturano il territorio, intesi quali parametri ai quali ancorare il processo di valutazione preventiva della compatibilità ambientale dello sviluppo insediativo prospettato nei piani di diverso livello territoriale.
- Norme dei Parchi Nazionali e Regionali ed Aree protette
Vanno segnalati i recenti adeguamenti normativi definiti da alcune regioni (si vedano Abruzzo e Lazio) volti ad indirizzare la progettazione della continuità ambientale nelle aree contigue dei parchi nazionali e regionali e a dare attuazione al progetto di rete quale elemento di connessione tra i territori protetti esistenti a fini di conservazione.
- Norme Provinciali
Il doppio livello di pianificazione (strategico/operativo), definito da alcune recenti leggi urbanistiche regionali, consente di specificare e articolare negli strumenti normativi di pianificazione le interazioni tra le diverse azioni in corso che in ciascuna realtà locale si vanno a stabilire sul progetto di rete ecologica.
L'individuazione del doppio livello di programmazione, definito alla scala comunale, stabilisce una più stretta integrazione tra gli strumenti di pianificazione d'area vasta (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) e gli strumenti urbanistici di scala comunale (PRG, Piano Strutturale/Piano Operativo), consentendo la comune individuazione delle strategie e dei progetti di protezione e di continuità ambientale che si intendono implementare.
- PRG Comunali e Regolamenti Edilizi.
Una risposta in tal senso può essere fornita dalla revisione dei PRG e dei Regolamenti Edilizi, rendendoli idonei a recepire nuove esigenze che vanno dal contenimento della frammentazione del territorio al recupero del degrado nelle varie forme in cui si manifesta, fino alla semplificazione delle procedure ed alla partecipazione dei cittadini e degli operatori alle scelte amministrative attraverso la definizione di accordi collaborativi.
In sintesi, si tratta di uno strumento flessibile e aggiornabile, capace di restituire alla regolamentazione comunale il valore e la forza che le competono in quanto fornisce concreti contributi al rinnovamento dell'apparato di guida e di controllo delle attività di tutela, uso ed edificazione del territorio urbano e rurale.
Per la progettazione e l'attuazione della rete ecologica sono necessari processi di cooperazione e coordinamento amministrativo. La rete ecologica si fonda, infatti, su un sistema molteplice e aperto territorialmente, di relazioni tra elementi differenti (biologici, antropici, paesaggistici, ecc.), che non possono essere racchiusi in un solo strumento e/o relativo livello amministrativo di pianificazione.
L'insieme di innovazioni amministrative, normative e procedurali in materia ambientale e urbanistica introdotte nel nostro paese nell'ultimo decennio - pur non costituendo ancora un disegno organico, ma al contrario fortemente frammentario - influenza i diversi livelli di governo del territorio definendo nuove logiche e strumenti di azione, fondati sull'attivazione di principi di complementarietà e sussidiarietà amministrativa tra i diversi soggetti istituzionali. Tali innovazioni procedurali costituiscono già oggi una nuova "cassetta degli attrezzi", all'interno della quale il pianificatore può trovare procedure e strumenti adatti per dare attuazione al progetto di rete ecologica.
Il progetto di rete ecologica può diventare un elemento fondamentale per gestire alle diverse scale di pianificazione (in particolare in ambito provinciale, comunale e dei parchi) programmi di protezione e valorizzazione delle risorse territoriali.
Il quadro istituzionale e legislativo nazionale è dotato attualmente di strumenti normativi e tecnici in grado di consentire concretamente l'attuazione ai diversi livelli istituzionali di progetti complessi e integrati quali possono intendersi quelli relativi alle Reti ecologiche.
Oggi appare quindi necessario, promuovere nei funzionari e negli amministratori pubblici, il consolidamento di una nuova cultura tecnica e, più in generale, la diffusione di una coscienza sociale sui temi ambientali, piuttosto che la predisposizione di nuovi strumenti legislativi che, da soli, non risultano certo sufficienti all'attuazione del progetto di Rete Ecologica.